Inter ed Atalanta, valanga nerazzurra
La trentatreesima giornata tinge il campionato di nerazzurro: apre il turno l’Atalanta con il roboante 6-2 a spese del Brescia, lo chiude l’Inter con il secco 0-4 con cui espugna il campo della Spal. Ora la squadra di Conte è sola alle spalle della Juventus, staccata di 6 lunghezze, davanti proprio alla straordinaria formazione bergamasca ed alla Lazio, scesa al quarto posto dopo il pareggio senza reti di Udine che interrompe, almeno in parte, la serie negativa dei biancocelesti.
La Juventus non vince più
Continua il momento di appannamento degli uomini di Sarri che dopo la sconfitta con il Milan ed il pareggio “rimediato” contro l’Atalanta non vanno oltre la divisione della posta anche contro il Sassuolo, capace di metterli alle corde nonostante il doppio vantaggio iniziale dei bianconeri, che sembravano aver trovato velocemente il bandolo della matassa di una gara che si preannunciava complicata come poi in effetti è risultata. Un plauso va riconosciuto ancora una volta a De Zerbi, un tecnico probabilmente destinato ad un grande futuro; decisamente bene anche Berardi, finalmente più continuo rispetto al passato, e naturalmente il solito “terribile” Caputo. Della Juve resta la facilità iniziale nel trovare la rete avversaria (torna al goal anche Higuain) e la forza di volontà, nonostante una chiara flessione fisica, nel cercare comunque almeno il pareggio. I tanti, troppi, goal subiti (10 in tre partite!) lasciano però forti dubbi sulla tenuta dei bianconeri, anche se i sei punti di vantaggio, a 5 giornate dal traguardo, restano una dote cospicua.
Inter ed Atalanta di goleada, la Lazio respira
L’Inter resta da sola al secondo posto timbrando regolarmente il cartellino a Ferrara; la Spal non poteva essere un avversario in grado di ostacolarne il cammino ma stavolta i nerazzurri, specie nel secondo tempo, hanno convinto anche nel gioco. Protagonisti su tutti Candreva, Sanchez e Biraghi, che oltre a finalizzare si sono prodigati anche nel fornire assist ai compagni di squadra. In particolare il cileno si è confermato tra i migliori in assoluto dopo la ripartenza, tornando finalmente ai livelli che gli competono.
Anche martedì a Bergamo è andata “in onda” una partita senza storia; troppo superiore l’Atalanta nonostante Gasperini avesse operato un massiccio turnover. Il Brescia, che sembrava ridestato un paio di turni fa, appare ormai condannato al ritorno tra i cadetti, con buona pace di Cellino che infatti aveva brigato parecchio per la “cristallizzazione” della classifica senza retrocessioni. Mattatore di serata Pasalic, autore di una splendida tripletta.
Resta al palo la Lazio che dopo aver vestito a lungo i panni di “anti Juve” si vede costretta ora a cercare i punti necessari per blindare un quarto posto che ne rappresentava all’inizio di stagione l’obbiettivo principale e per niente scontato ma che, strada facendo, sembra aver perso, almeno tra gli addetti ai lavori e tra i tifosi più critici, il suo fascino. Ad Udine i biancocelesti certamente non brillano ma disputano un buon primo tempo grazie soprattutto alla verve di Lazzari e Luis Alberto; nella ripresa sale in cattedra la formazione friulana con Fofana, Lasagna e soprattutto De Paul in grande spolvero; si riscatta Strakosha dopo le ripetute “uscite a vuoto” delle partite precedenti.
Milan e Roma insistono, il Napoli frena
Dopo il pareggio casalingo col Milan, il Napoli non va oltre il pari a Bologna, subendo nel finale la rimonta di Barrow, sempre più in crescita e decisivo, facendosi così agganciare dai rossoneri del detronizzato Pioli, esemplare raro di grande serietà professionale. Nonostante l’inizio in salita “targato” Kurtic, i rossoneri superano anche il Parma e tengono il passo della Roma, al terzo successo consecutivo, lanciata, a fari spenti, nella rincorsa ad un piazzamento che soltanto poche settimane fa sembrava utopistico ma che ora, pur restando molto complicato, conti alla mano sarebbe ancora possibile. Qualche malumore interno (la non esultanza di Dzeko ed i rimproveri pubblici di Fonseca a Zaniolo) non intaccano la vittoria contro il coriaceo Verona di Juric, che però si becca un turno di squalifica per le proteste (non proprio campate in aria) in occasione della concessione del rigore, poi realizzato da Veretout, che ha sbloccato la gara.
Salvezza: una poltrona per due
In coda non cambia molto; ormai fuori pericolo la Sampdoria che “brutalizza” il Cagliari dell’ex Zenga grazie alla coppia Gabbiadini-Bonazzoli e la Fiorentina che passeggia sulle ceneri del Lecce, restano in lotta per l’ultimo posto rimasto proprio i salentini ed il Genoa, seccamente battuto dall’altro “malato immaginario” Torino, mai realmente coinvolto nella zona calda ma che ha vissuto gran parte della stagione ad un passo dal precipizio e che ora appare finalmente in salvo. La striscia positiva di Belotti, alla settima marcatura consecutiva, lascia ben sperare anche per il futuro della compagine granata, sempre che Cairo abbia la forza e la volontà di confermarlo. Quanto ai rossoblù il punticino di vantaggio nei confronti del Lecce pesa come un macigno, ma l’impressione è che tutto, o quasi, possa decidersi domenica 19 nello scontro diretto che si preannuncia caldissimo.