Hanno vissuto due ere calcistiche diverse (gli anni Quaranta/Cinquanta uno, i primi anni Duemila l’altro), hanno fatto innamorare i tifosi delle squadre di cui hanno indossato i colori ed entrambi hanno avuto lo stesso numero di maglia, il 9, il numero dei bomber. Stiamo parlando di Gunnar Nordahl e di Gonzalo Higuain.
Uno lo chiamavano il “pompiere” perché nel suo Paese (la Svezia) era un vigile del fuoco ed è ancora oggi lo straniero che ha realizzato più gol in Serie A (225) e faceva parte di un tridente passato alla storia come Gre-No-LI, l’altro lo chiamano “pipita”, è argentino e, grazie al miglior Napoli degli ultimi ventisei anni, è riuscito a superare un record che si pensava non sarebbe mai stato battuto: 35 reti segnate in una singola stagione, con il campionato a venti squadre. E quel record è stato detenuto da Nordahl dalla stagione 1949/1950 (quando militava nel Milan) fino a sabato 14 maggio. Prima di allora, non solo in pochi hanno superato il tetto delle trenta reti in campionato (ancora una volta lo stessoNordahl la stagione successiva, John Hansen, Antonio Valentin Angelillo, Luca Toni e prima dello svedese altri cinque giocatori), ma nessuno lo aveva mai eguagliato.
Poi è arrivato questo argentino nato in Francia che di reti ne ha siglate ben trentasei in trentacinque partite giocate, ad una media di 1,028 gol a partita. L’ultimo giocatore a segnare così tanto in Italia nella massima serie è stato Gino Rossetti del Torino, quando realizzò anche lui trentasei reti ma in Prima divisione, il campionato precedente il girone unico. Un’era calcistica ancora prima dei tempi di Nordahl.
Fino al calcio d’inizio di Napoli-Frosinone, Higuain distava due reti da Nordahl. Un’impresa non impossibile almeno da eguagliare per uno che in stagione aveva già segnato sette doppiette, ma nessuno pensava che potesse fare una tripletta in novanta minuti. Ed invece tra il 52′ ed il 71′ Higuain non solo ha eguagliato Nordahl, ma lo ha superato con una semi-rovesciata di destro che ha battuto per la terza volta il povero Zappino. 4 a 0 il finale, Higuain a fare il giro del campo con il pallone in mano e “san Paolo” che intona la ormai celebre “Difendo la città” sotto una pioggia battente.
Nordahl in Italia ha giocato nove stagioni e mezzo (sette stagioni e mezzo con il Milan, due con la Roma) ed in carriera ha vestito i colori solo di squadre svedesi (Hörnefors, Degerfors, IFK Norrköping e Karlstad), mentre Higuain ha giocato con River Plate, Real Madrid e, da tre stagioni, veste i colori del Napoli. Da otto anni consecutivi il “pipita” va in doppia cifra e dopo anni di attesa finalmente può fregiarsi del titolo di capocannoniere assoluto. Ed il suo nome rimarrà nella storia del calcio italiano per molti decenni. Solo due giocatori in stagione, nei top campionati europei, hanno fatto meglio del “pipita”: Zlatan Ibrahimovic con 38 reti e Luis Suarez con quaranta, con il “pistolero” che vincerà la sua terza Scarpa d’oro della carriera.
Gunnar e Gonzalo, gli uomini dei record: cinque volte vincitore della classifica marcatori uno, un top player da 94 milioni non trattabili e con la “curva B” che lo ama l’altro. Con l’amaro in bocca, quest’ultimo, di aver sbagliato da pochi metri la palla che avrebbe potuto dare alla sua Nazionale il terzo Mondiale della sua storia.
Sebbene i due attaccanti abbiamo giocato in due periodi diversi (pallone di cuoio duro contro palloni fatti in materiali super elaborati; scarponi pesanti di cuoio contro scarpini tecnici fluo; maglie pesanti di lana contro maglie colorate iper-sintetiche; radioline contro pay tv), il loro gesto naturale è rimasto immutato nel tempo: il gol.
Molti penseranno “e se Higuain non fosse stato squalificato per quattro turni (poi ridotti a tre), sarebbe arrivato a quaranta reti?” Magari si, magari no.
Fatto sta che il Napoli, anche grazie al suo bomber (91 reti in tre anni per lui, coppe comprese), è arrivato secondo in campionato e giocherà la prossima Champions League passando dalla porta principale, poiché sarà in seconda fascia nei sorteggi di agosto.
Ma questo 2015/2016 rimane, nonostante il -9 dalla Juve campione d’Italia, per il Napoli la migliore stagione (a livello di numeri) della storia: mai così tanti punti in campionato (82), mai così tante vittorie (25), mai così tanti gol realizzati (80, tre in meno della Roma). In passato, la squadra napoletana aveva dato al calcio nazionale già due capo-cannonieri (Maradona nel 1987/1988 con 15 marcature con il campionato a sedici squadre, Cavani nel 2012/2013 con ventinove gol e Serie A a venti squadre), ma mai nessuno aveva realizzato oltre trenta reti in stagione.
Alla fine contano i trofei alzati e non i numeri e le statistiche (che hanno comunque la loro buona importanza), ma l’anno dopo che Nordahl fece il record di reti, il Milan vinse lo scudetto.
Che sia, magari, la volta buona per il Napoli di vincere quel tricolore che manca dal 1990? Dalle parti di Fuorigrotta ci sperano e con un Higuain così, sognare non è più un tabù. E perché non cercare di superare le 225 reti di Nordahl? Del resto i record, si sa, sono fatti per essere superati. Non credete?