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Koopmeiners: “Somiglianze tra Gasp e Motta, col Psv sarà grande sfida. Lo Scudetto un nostro obiettivo”

Il centrocampista olandese della Juventus si presenta così

atalanta calcio
Teun Koopmeiners saluta i tifosi dell’ Atalanta ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Intervenuto in conferenza stampa, Teun Koopmeiners, nuovo centrocampista della Juventus, ha fatto il punto sulle prime gare con la maglia bianconera, ha parlato della lotta Scudetto, di Gasperini, della Champions League e molto altro.

Koopmeiners: “Da bambino volevo giocare nella Juventus”

Queste le parole riportate da Tuttojuve.com:

Quali sono le tue emozioni? 
“Farò la conferenza in inglese per usare le parole giuste. È stato molto emozionante arrivare qua. È una bellissima sensazione sono davvero molto felice, eccitato, emozionato di cominciare questa nuova avventura e non vedo l’ora di cominciare”.

Quando hai capito che il tuo futuro sarebbe stato la Juventus?
“Devo dire che da quando ero bambino ho sempre guardato le grandi squadre e tra queste si trovava la Juventus. Quindi quando ero bambino seguivo sempre il campionato italiano e seguivo sempre anche la Juventus. Quindi quando sono arrivato in Italia qualche anno fa, mi sono ovviamente reso conto di quanto fosse eccezionale la Juventus nel campionato. Quindi ho continuato a seguirla ovviamente, ho giocato prima con l’Atalanta e sono venturo in questo stadio, dove ho potuto assaporare e respirare l’atmosfera del club. Perciò per diverso tempo ho pensato: “Mi piacerebbe giocare con la Juventus. E quando finalmente è arrivata la possibilità non ho avuto nessun dubbio che c’era solo una squadra dove volevo venire e questa era proprio la Juventus”.

Come hai passato i giorni in cui non ti sei allenato? C’è stato un momento in cui hai pensato di non poter arrivare alla Juventus?

“C’è voluto un po’ di tempo in effetti, ma sono molto felice di essere qui. Il mondo del calcio qualche volta è difficile ed è anche un mondo dove non tutto è garantito anche per i calciatori, bisogna spesso aspettare. Ci sono cose che non si conoscono e non si sa cosa può accadere. Però ero convinto e fiducioso che sarebbe successo, ci sono stati degli ottimi contatti tra il mio agente e il club e quindi abbiamo avuto la possibilità di parlarne con calma. Sì ci sono altri bassi però sono sempre stato molto fiducioso e infatti alla fine sono stato molto contento che abbiamo centrato l’obiettivo. Sono molto concentrato, eccitato per quello che avverrà nelle prossime settimane e nelle prossime partite”.

Come vi siete lasciati alla fine con Gasperini con l’Atalanta?

“Penso che la cosa più importante è che ho trascorso dei bellissimi anni all’Atalanta e soprattutto, nell’ultima stagione, abbiamo vinto un trofeo insieme ed è stata sicuramente un’emozione speciale per me e per il club. È stato il primo titolo che ho vinto e quindi oltre alla squadra, ovviamente, io sono cresciuto tantissimo come uomo e non soltanto come calciatore. Sono cresciuto molto. La città è sempre stata meravigliosa nei miei confronti e anche nei confronti della mia famiglia che si è sentita sempre bene. Posso solo dire che i tre anni che ho trascorso là sono stati davvero eccezionali  e sono stato molto felice di trascorrere quel tempo là, ma ovviamente nell’arco della carriera di un calciatore le cose magari possono essere diverse e si possono avere anche diverse visioni e diversi punti di vista, ma anche questo fa parte della vita. Quindi posso ribadire il fatto che ho imparato tantissimo  abbiamo fatto qualcosa di speciale tutti insieme e sono molto contento adesso di essere passato dall’Atalanta alla Juventus per imbarcarmi in questa nuova avventura”.

Quali sono gli obiettivi che ti sei dato?

“I miei prossimi obiettivi non sono quelli di raggiungere il maggior numero di goal o di assist ma la cosa più importante per me è la squadra. Perché sono sempre stato un giocatore che serve alla squadra e anche qui alla Juventus mi è stato detto, anche da parte del nuovo allenatore, che è proprio questo il tipo di feeling che vuole avere anche con i calciatori. Quindi dal primo momento che sono arrivato qua mi sono sentito parte di una famiglia ma anche sul campo mi voglio prendere la responsabilità, la cosa importante è cercare di integrarmi il più possibile all’interno della squadra, ovviamente aiutare la squadra, segnando dei goal, sarebbe fantastico. Però il calcio va oltre a questo, quindi dal punto di vista tecnico voglio sentirmi sempre meglio durante gli allenamenti, durante le partite per poter dare il mio contributo alla squadra”.

In cosa ti senti migliorato in questi tre anni?
“È divertente perchè in Olanda ho fatto anche il difensore centrale. Qui in Italia ho giocato in tanti ruoli, ma preferisco giocare a centrocampo. Vorrei imparare a giocare in tanti ruoli del campo. Vorrei diventare un giocatore più completo. Sono molto grato per tutte le esperienze che ho avuto”.

Come stai vivendo tutte queste aspettative?
“Vorrei ringraziare tutti i fans e tifosi, perchè è stato fantastico. Incredibile. Anche allo Stadium ho ricevuto un benvenuto fantastico. Mi hanno impressionato i tifosi allo Stadium. Questa è una cosa che i calciatori vogliono. Mi piacciono le responsabilità, noi dobbiamo prenderci cura di tutto. C’è pressione per tutti ma mi piacciono questi sentimenti. Noi abbracciamo queste responsabilità e queste pressioni per garantire performance ad altissimi livelli”.

Come mai hai scelto la numero 8?
“Si, perchè è un numero molto importante. Ho sempre giocato con il numero 8 e sono cresciuto con questo numero. All’Atalanta non era disponibile ma appena si è liberato l’ho chiesto”.

Thiago Motta ha detto di essersi ispirato a Gasperini, ti ha già dato delle indicazioni? E in che cosa è diverso dal tuo ex tecnico? 

“Ci sono sicuramente delle somiglianze perché anche lui ama gli allenamenti intensi, vuole fare molto pressing sugli avversari ed è un aspetto che io apprezzo. Quindi non è solo quello che piace a Gasperini o a Motta, ma questo aspetto è particolarmente calzante per il mio ruolo. Per quanto riguarda le differenze, magari nella formazione all’Atalanta avevamo 3 o 5 difensori, qui invece ne abbiamo 4. Però è sempre difficile dire queste cose, perché anche quando si gioca durante le partite ci possono essere delle differenze, magari ci si ferma a vedere i video dopo le partite, si potrebbe giocare con tre o cinque difensori. Ma secondo me la cosa che hanno in comune è proprio quanto intensamente vogliono giocare le partite. Quindi è una cosa che a me piace molto e che apprezza, è ricoprire questo ruolo. Mi piace perché veramente calzato su di me”.

Thiago Motta ti ha dato qualche consiglio?
“Ho parlato con l’allenatore, mi ha dato un ottimo benvenuto, è stato esigente ma è quello che mi aspettavo da lui. Ho parlato con tutti i giocatori, ci vediamo quotidianamente, il feeling è molto positivo. Mi ha detto cosa si aspetta in termini di filosofia, non solo di tattica, ma anche lo stile di vita, una cosa più strutturata. Come ci rapportiamo soprattutto dal punto di vista dell’allenamento, cose che per me sono importanti. C’è un feeling positivo, durante gli allenamenti e le partite. C’è fame ed energia, questo è quello che mi entusiasma”.

Il tuo ruolo preferito? Martedì sarà una partita speciale?
“Il mio ruolo è giocare più avanti, dietro agli attaccanti. Ho giocato parecchio lì negli ultimi anni. Anche se ora gioco più davanti agli attaccanti ho giocato anche più a centrocampo. Dipende un po’ dalla partita. Posso soddisfare tutte queste esigenze ma al momento mi trovo più dietro gli attaccanti. Sulla Champions? Sarà una grande partita, conosco molti dei calciatori del Psv, ho giocato con molti di loro, so quali sono le tattiche e posso aiutare la mia squadra. Dobbiamo guardare a noi stessi”.

Come stai fisicamente? Sei pronto per partire titolare?
“Mi sento molto bene. L’ultimo mese è stato difficile a livello di allenamenti. Mi sono allenamento molto intensamente e sono contento di aver giocato 45′ minuti nell’ultima partita. Sono pronto per giocare dal primo minuto. È una bella soddisfazione anche per il grande benvenuto che ho ricevuto qua”.

C’è un giocatore della Juve che ammiravi?
“Zinedine Zidane. È stato fonte di ispirazione per molto. Anche altri giocatori come Andrea Pirlo, Marchisio anche per il numero 8. Sono passati tanti giocatori eccezionali e ho citato solo alcuni”.

Hai mai parlato con De Ligt della Juve? Hai visitato il JMuseum?
“Si ho parlato con De Ligt sulla città e sul club. È stata una bella chiacchierata. Non ho visto il JMuseum, ma ho visitato il museo del Cinema e vorrei andare anche al museo Egizio. Voglio conoscere la Città”.

Ti senti un leader?
“Come giocatore vuoi aiutare sempre la squadra. Ho sempre voluto essere un leader anche senza fascia di capitano. Tutti cercano di dare il contributo e questo è fondamentale piuttosto che avere un singolo leader. Tutti vogliono avere lo stesso livello di motivazione questo è quello che ho potuto vedere. Avere responsabilità e condividerlo con la squadra”.

Siete pronti per vincere lo Scudetto?
“La Juventus nella sua storia ha vinto tanti titoli ed è un nostro obiettivo. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, perchè sono arrivati nuovi calciatori e abbiamo bisogno di conoscerci ed è esattamente quello di cui abbiamo parlato con l’allenatore. Ci vuole tempo. La cosa più importante ora è conoscersi, approcciare le partite una dopo l’altra. Ora c’è l’Empoli, poi il Psv e il Napoli. Approcceremo le partite di settimana in settimana, poi i risultati arriveranno. Vogliamo vincere titoli, ma il nostro approccio sarà graduale. Dobbiamo pensare all’Empoli, poi al Psv e al Napoli. Chiaro che vogliamo vincere ma l”approccio deve essere graduale”.

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