Juventus vs Barcellona: Road To Berlin

Wojciech Szczesny

Buffon

Il countdown verso la finale di Champions League ha inizio: mancano 12 giorni al grande giorno, al giorno di Juve e Barcellona. Una finale che il popolo bianconero aspettava da tempo e che ritrova dopo 12 anni d’assenza. Saranno oltre 20 mila i tifosi juventini a Berlino, ma saranno molti di più quelli che resteranno tagliati fuori, a causa di prezzi proibitivi e logiche di vendita incomprensibili: discutibile la priorità data agli abbonati e l’inefficienza del sito del tour operator, perennemente in tilt.

La Juventus, dal canto suo, vorrà raggiungere il 6 Giugno calcando la corrente di un clima molto disteso, col morale alle stelle, due trofei già in tasca e la voglia di giocarsi la partita della vita, senza troppe pressioni addosso. Il Barça, d’altronde, è una squadra fenomenale, con pochi punti deboli e una marea di fuoriclasse; sarebbe da sconsiderati andarsi a giocare una partita a viso aperto contro l’undici blaugrana. Allegri, che ai catalani ha già fatto male in passato, sa che sarà fondamentale avvicinarsi al match clou con meno tensione possibile e parecchia attenzione, da riversare soprattutto alla fase difensiva, che sarà costantemente messa alla prova dai funamboli allenati da Luis Enrique. La difesa dei Campioni d’Italia, però, rischia di dover fare a meno di Andrea Barzagli, alle prese con una lesione di primo grado al retto femorale. Dal recupero del centrale di Fiesole dipenderà anche lo schieramento in campo dei bianconeri, ancora indecisi se adoperare il 3-5-2 del passato contiano, o il 4-3-1-2 integrato progressivamente nel corso della stagione da Max Allegri.

Null’ultimo anno più volte è stato puntualizzato il cambiamento dalla Juve di Conte a quella di Allegri, una squadra meno aggressiva, ma più tecnica e meno prevedibile. Ciò che è rimasto immutato, però, è la straordinaria fame di vittorie, che ha permesso a questa rosa di agguantare il quarto Scudetto di fila, a cui si aggiungono la Coppa Italia e la finale di Berlino. Lo dimostra anche questo finale di stagione, in cui i bianconeri, nonostante le tante seconde linee, non si sono risparmiati, superando con facilità squadra ben più motivate come Inter e Napoli.

La fame, però, non basta. Per rendere reale il sogno triplete ci vuole anche una certa dose di fortuna. Fortuna che la Juve ha già avuto quest’anno, sorteggiando squadre abbordabili come Borussia Dortmund e Monaco, che gli hanno permesso di crescere ed esprimere appieno il valore di questa rosa, capace poi di avere la meglio sui campioni in carica del Real Madrid.

Dall’altra parte, invece, troviamo il Barcellona, una squadra per la quale sono stati ormai spesi tutti gli aggettivi possibili. Dopo aver asfaltato il Bayern dell’ex mentore Guardiola, nulla pare più impossibile per Messi e compagni. Con una finale di Copa del Rey da disputare tra pochi giorni, anche gli azulgrana concorreranno per il triplete, l’ennesimo della loro storia recente. Come fermarli? Difficile dirlo. L’unico vantaggio dei bianconeri, sarà quello di partire da sfavoriti, da outsider, proprio come l’Italia del 2006, che a molti, da Lippi a Buffon, ricorda molto questa Juve, sia per i valori messi in campo che per il percorso (da Dortmund a Berlino); non ci resta che sperare che questo paragone sia di buon auspicio…