Sarri: “E’ stato pesante stare fuori”

Maurizio Sarri, intervista alla vigilia del suo ritorno

Ecco il tecnico della Juventus, pronto a ritornare sulla panchina bianconera, che rilascia una conferenza stampa alla vigilia del suo ritorno, ma anche della partita in trasferta al Franchi: “Non è stato semplice rimanere fuori ma lo staff medico mi ha fatto capire che era meglio fare un passo indietro prima piuttosto che farlo più lungo dopo. Poi il mio staff stava andando avanti alla grande”. “Per un allenatore allenare e andare in panchina è la vita. Non è stato semplice rimanere fuori. Ringrazio i medici che mi hanno curato e mi hanno fatto capire che dovevo fare un piccolo passo indietro per non farne uno più lungo dopo. E’ stato pesante ma ero sereno perché lo staff tecnico andava alla grande in campo e in partita”.  Aveva definito imbarazzante la situazione della Juve per l’alto numero di giocatori: la situazione è cambiata? Problemi di formazione? “Inizia la Champions? Adesso penso solo al campionato, la nostra attenzione deve essere rivolta a domani. Siamo in una fase in cui fare rotazioni è difficile, perché stiamo trovando la nostra identità e il nostro assetto. Abbiamo tanti giocatori che negli ultimi mesi hanno giocato poco, come Khedira, Ramsey e Rabiot. Mai nella mia carriera ho visto la squadra lavorare così bene durante la sosta per le Nazionali”.

“La reazione di Emre Can? Io devo tener conto anche dell’aspetto emozionale, lasciare al giocatore la possibilità di buttare fuori, lasciarlo decantare e poi affrontarlo quando la situazione è più serena. Penso di avere l’età giusta per capire certi tipi di reazione.

“Il vice Pjanic? Ho forti sensazioni su Bentancur: penso che possa diventare davvero un giocatore importante. Ramsey arriva da un infortunio serio, fino a 10 giorni fa era indietro fisicamente, poi ho visto passi avanti enormi. Paga ancora un piccolo gap con i compagni, ma se procede ai ritmi di questi giorni penso possa tornare presto su buoni livelli. E’ un giocatore tecnico, può fare anche l’esterno d’attacco che non è il suo ruolo e lo interpreterebbe con le sue caratteristiche. Io lo vedo interno di centrocampo, ma in certi momenti può fare anche quel ruolo”.

“Juve fortunata? Ho sempre detto che la Juve è la squadra più forte, anche dal punto di vista societario. Vince per la mentalità feroce. In questi mesi mi sono reso conto che la forza della Juve è nell’organizzazione, nella testa, nella mentalità e nel proiettarsi verso la prossima partita. Noi col Napoli abbiamo perso campionati a 10 punti di vantaggio, qualche volta siamo stati più vicini e lì gli episodi pesano di più. Come io lascio sfogare i giocatori, voi lasciate sfogare anche me in un post partita”.

Sua mamma le ha detto che non le avrebbe più parlato dopo l’arrivo alla Juve…

Mia mamma non era contentissima… Mia nonna abitava a 500 metri dallo stadio di Firenze, quindi la fede della famiglia, a parte la mia che ero tifoso del Napoli, era viola. Io ho tanti ricordi intorno a quello stadio, purtroppo in questo momento vedo solo l’ultimo perché ci ho lasciato uno scudetto. Questo ricordo devo sostituirlo presto con uno positivo.

Su Juve-Napoli: “Abbiamo aspettato troppo e abbiamo gestito alcune fasi con superficialità. E poi, non siamo ancora al top fisicamente. A Napoli c’era una differenza fra i 14/15 che giocavano di più e gli altri. Al Chelsea abbiamo adottato una rotazione forte, che ha coinvolto 18 giocatori. Adesso non siamo ancora totalmente pronti, ma l’obiettivo è avere 10 giocatori interscambiabili. Ho vissuto Juve-Napoli chiuso in una stanza. Umanamente mi è dispiaciuto per Koulibaly ma ho pensato che abbiamo meritato di vincere, sebbene l’episodio sia stato fortunoso”.

“Chiellini? La sua perdita è stata pesante per noi. Adesso il mio obiettivo è recuperare completamente Rugani e fare adattare nel minor tempo possibile De Ligt al calcio italiano. Fra qualche mese esprimerà cose importanti. Higuain? Ha giocato per quello che mi ha fatto vedere durante gli allenamenti e in partita ha portato risultati”.

Ancora sui singoli: “Rabiot è un ragazzo di grandi doti, tecniche e fisiche. Paga il fatto che è stato fuori a lungo. Matuidi per noi è importante, ha la capacità di adattarsi al meglio a quello che succede davanti, dimostra grande maturità”.

“Questo non lo considero un esordio, perché le altre partite le ho vissute da partecipe, anche se la delega nei confronti dello staff è stata ampia. Certo però che
ricominciare in panchina a 15′ da casa mia mi fa estremamente piacere”.