Juventus-Roma, dagli anni 80′ sempre polemiche
Ci risiamo: domenica 17 torna una delle sfide più “chiacchierate” della storia del nostro calcio; allo Stadium, casa della Juventus, salirà infatti la Roma per una gara che, a partire dalla prima metà degli anni 80’, non è più stata una partita come tutte le altre, assurgendo di volta in volta al ruolo di fatto di costume, lotta di classe, assalto al potere, dimostrazione di superiorità da una parte o dall’altra, o come disse il presidente Dino Viola polemizzando con l’altrettanto compianto collega Giampiero Boniperti, “ad una mera questione di centimetri”.
Non solo il gol annullato a Turone
Della famosa gara del maggio 1981, quella del goal di Turone, si è scritto e detto di tutto ma vi sono anche altre storie da raccontare, vicende che narrano di leggendarie imprese in trasferta da parte dei giallorossi, prima che la gara di Torino divenisse un lungo e quasi inaccessibile tabù, o di vittorie senza se e senza ma da parte dei bianconeri. Tutte o quasi con un unico filo conduttore, nelle quali il minimo comun denominatore è sempre stato lo stesso: la polemica; prima, durante e dopo. Riviviamone alcune.
4 dicembre 1983 Juventus-Roma 2-2; Pruzzo come Pelé
Nonostante la Roma fosse cresciuta in maniera vertiginosa in quegli anni, tanto da riuscire a strappare lo scudetto dal petto di Madama, le gare con i bianconeri sembravano stregate e seguivano sempre lo stesso copione: capitolini avanti e rimonta dei piemontesi; 2-1 il risultato più gettonato.
Anche quel pomeriggio sembrava segnato: è l’undicesima giornata di andata, i giallorossi fieri e con lo scudetto sul petto, si portano in vantaggio grazie a Bruno “Marazico” Conti che fredda Tacconi da fuori area con un pregevole diagonale. A rimettere le cose a posto per i padroni di casa ci pensa Michel Platini con uno dei suoi proverbiali calci di punizione e poi, tanto per mettere un po’ di pepe nella contesa è l’ex Domenico Penzo a siglare il sorpasso nel rispetto del canonico canovaccio. Stavolta però l’incantesimo, o la maledizione, dipende dai punti di vista, si spezza. Proprio al 90’ Odoacre Chierico, talentino di casa cresciuto calcisticamente nell’Inter, scatta sulla fascia e centra un pallone teso in piena area di rigore avversaria; il “bomber” di Crocefieschi, all’anagrafe Roberto Pruzzo, si alza in aria e con una rovesciata stile Pelé in “Fuga per la vittoria” la spara sotto la traversa lasciando attonito l’estremo difensore avversario. Lo stadio si ammutolisce, tranne che nello spicchio riservato ai tifosi ospiti nel quale i romanisti si stropicciano gli occhi consci di aver visto qualcosa che passerà alla storia. Da libro Cuore poi la dedica del baffuto centravanti per l’amico Ancelotti, uscito per un infortunio che lo costringerà a saltare gran parte della stagione.
15 gennaio 1995 Juventus-Roma 3-0; Manfredini “guardalinee” goleador
Ricordo decisamente meno felice per i romanisti ma quanto mai calzante con l’aurea di partita sempre carica di polemiche, sospetti e dicerie, quello legato al gennaio 1995, passato alla storia come la gara del “gol del guardalinee”.
E’ pieno inverno ed il brasiliano “Pluto” Aldair gioca, come spesso gli capita, con i guanti per proteggersi dal freddo pungente.
Un po’ per via di quell’indumento decisamente scomodo, un po’ per il tocco involontario del signor Manfredini, passato alle spalle dello stopper proprio mentre lo stesso stava per accingersi a rimettere in gioco il pallone da fallo laterale, la sfera scivolò malamente dalle mani del gigante romanista finendo per diventare un assist per il gol di Ravanelli che al 30’ del primo tempo spaccò il risultato, poi precipitato fino al 3-0 anche in seguito al nervosismo che il “fattaccio” ingenerò tra le file della squadra allenata da Carletto Mazzone, inviperito. Le veementi proteste dei giallorossi non smossero di una virgola l’arbitro Stafoggia che convalidò la rete.
Il presidente Sensi a fine partita annunciò addirittura un ricorso per errore tecnico, accusando palesemente di malafede Matarrese (all’epoca presidente della Lega) e l’allora capo degli arbitri Casarin.
5 ottobre 2014 Juventus-Roma 3-2; Rudi Garcia violinista
Risale a 7 anni fa una delle più accese e polemiche sfide degli ultimi tempi. E’ la sesta giornata, Juventus e Roma veleggiano appaiate in testa alla classifica a punteggio pieno. La sfida dello Stadium non può essere già determinante ai fini dello scudetto ma di certo riveste una certa importanza. Per la cronaca, sia pure a debita distanza, quell’anno la Roma terminerà seconda davanti alla Lazio e proprio dietro ai bianconeri.
I giallorossi salgono a Torino con tutta l’intenzione di spodestare i campioni d’Italia ma già al 27’ vanno sotto per un rigore di Tevez causato da un molto presunto mani di Maicon inizialmente non puinito da Rocchi che però ci ripensa… Garcia si alza imbufalito dalla panchina mimando un musicista intento a suonare il violino. Cosa volesse veramente dire con quel suo gesto, che gli costò l’espulsione, non è dato sapere, sta di fatto che a fine gara il tecnico francese chiese a piena voce l’applicazione della moviola in campo, asserendo tra l’altro che a Torino “le aree di rigore misurano 17 metri”.
Il rigore dell’1-0 infatti non è l’unico episodio controverso, in una gara condita da falli, espulsioni e decisioni quantomeno discutibili.
Totti, sempre su rigore, pareggia al 33’ (sobillando la curva avversaria) ed al 44’ Iturbe completa il ribaltone portando in vantaggio gli ospiti. I bianconeri acciuffano il pari nei minuti di recupero grazie ad un altro penalty dell’Apache, concesso per un’entrata di Pjanic su Pogba che i fotogrammi televisivi localizzeranno fuori area.
Nella ripresa Pjanic fallisce il vantaggio, Morata scheggia la traversa e nonostante altre scaramucce ed i cartellini rossi per Morata e Manolas si fila dritti verso un pareggio tutto sommato soddisfacente per entrambe. A pochi sospiri dalla fine arriva il gol decisivo di Bonucci (con Vidal in posizione sospetta di fuorigioco giudicato non punibile) che da la vittoria alla Juve e fa riesplodere rabbia e risentimento nelle file giallorosse. Capitan Totti dichiara negli spogliatoi: “non so se siamo stati battuti dagli arbitri, ma di certo non dalla Juventus. Loro dovrebbero fare un campionato a parte perché con le buone o con le cattive vincono sempre”.
Domenica nuovo capitolo; ci saranno ancora polemiche tra Juventus e Roma?
Nel posticipo serale di domenica si affronteranno due squadre in piena fase di assestamento: la Juve dopo un inizio tremebondo sembrerebbe aver ritrovato lo smalto necessario per competere con le migliori ma accusa già un ritardo importante dalle prime della classe e non può permettersi più passi falsi; la Roma, azzoppata nel derby e dalla debacle di Verona, ha bisogno di un risultato eclatante per riprendere la corsa verso i suoi obiettivi. Il nostro augurio è che (assenze derivanti dagli impegni delle nazionali a parte) sia il campo, senza fattori esterni, a dare il suo importante ed inappellabile verdetto.