FALLITO IL PRIMO MATCH POINT CONTRO LA ROMA, LA JUVE SI PREPARA AL GRANDE RACCOLTO DI MAGGIO SFIDANDO MERCOLEDI’ LA LAZIO PER IL PRIMO TROFEO STAGIONALE
Campionato riaperto dopo il blitz casalingo della Roma sulla Juve? Non scherziamo per favore. Calendario alla mano, riesce molto difficile pensare che fra Crotone e Bologna i bianconeri non riescano a spremere la miseria di un micragnoso punticino. Ai giallorossi vanno concessi tutti gli onori, in primis quello delle armi, per aver ridotto un gap che nell’arco dell’intero campionato è parso decisamente netto.
Ma, come saggiamente detto da Daniele De Rossi, una Juve motivata a fare risultato pieno avrebbe costituito un ostacolo ben più arduo rispetto a quella “ammirata” (sic) nella ripresa ieri sera all'”Olimpico”.
Ora, per la Goeuba, inizia il periodo della raccolta, se la ottima semina fatta durante l’inverno non risentirà degli improvvisi capricci del tempo. Una prima avvisaglia di burrasca è prevista per mercoledì sera, quando la Lazio di Simone Inzaghi contenderà ai bianconeri il primo trofeo della stagione, ovvero la Coppa Italia.
Due anni fa vinsero i bianconeri, grazie a un gol di Matri nei supplementari, e le speranze di “triplete” erano ancorate alla vena di un Barcellona che si sperava meno in palla del solito a Berlino. Invano purtroppo.
La Juve di questa stagione, più debole a centrocampo, più in là con gli anni in difesa ma più matura nel suo complesso, ha maggiori chance per ripetere l’exploit dell’Inter di sette anni fa.
La Lazio, assieme ai bianconeri, è la squadra più completa di questo campionato, nel senso che, in relazione alla sua dimensione, non ha grandi punti deboli. Il valore medio della rosa è sicuramente inferiore, ma in una gara secca può far saltare il banco, perchè ha gioco, identità, capacità di adattamento e soprattutto qualità. Il Keita dell’ultimo mese ad esempio giustifica pienamente l’interesse dei grandi potentati del football per aggiudicarsi le sue prestazioni.
Sarà una gara da giocarsi sotto il profilo nervoso, e qui la Juve parte favorita – of course – non fosse altro per una maggiore abitudine a scalare vette del genere. A queste altitudini la Lazio ha patito qualche vertigine di troppo, e questo ha scavato il solco rispetto alle magnifiche tre che hanno scandito i ritmi del campionato.
I biancocelesti spesso hanno mostrato, alla pari del Napoli, una certa schiavitù per il bello che sanno offrire, e questo dato di fatto si è rivelato un handicap nei confronti di chi, con una sgrullatina vincente in novanta minuti, ha saputo portare a casa il masimo della posta. La Juve è maestra in questo, la Lazio cicaleggia un po’ troppo e in una gara come una finale potrebbe essere un macigno.
Più brutti e concreti non si addice al vangelo di Inzaghino, ma tant’è quando si deve sollevare un trofeo non occorre essere schizzinosi come il più tedioso dei puristi.
I due punti nelle ultime tre uscite non ingannino la concorrenza, la Juve c’è ed è pronta a mostrare i suoi garretti al momento di raccogliere il frutto del lavoro di questa stagione. La Coppa Italia come viatico per il weekend che dovrebbe – finalmente – chiudere ogni discorso in campionato.
E poi Cardiff, ma quella è un’altra storia, ancora lontana dal suo prologo.