È stato un mercato importante per la Juventus, che potrebbe definirsi anche faraonico. Nel tentativo di rilanciarsi con forza nella corsa scudetto e di consegnare a Thiago Motta la squadra che voleva, Giuntoli ha investito in acquisti e prestiti una cifra vicina ai 205 milioni di euro. Ma i 205 milioni di euro investiti per i volti nuovi da parte della Vecchia Signora vengono bilanciati dalle voci relative a ricavi e ammortamenti.
Quella di Giuntoli è stata una vera e propria rivoluzione, che ha coinvolto tutte le aree della società. L’obiettivo del DS bianconero era chiaro sin da inizio estate: ridurre il monte ingaggi, eliminando quelli più gravosi nei bilanci della Juventus. E così si spiegano le interruzioni di rapporto con giocatori come Szczesny, Rabiot, Alex Sandro o Pogba, oltre alle cessioni, principalmente di giovani usciti dalla Next Gen, che hanno aumentato la liquidità a disposizione di Giuntoli.
La Juventus non è più la prima per monte ingaggi: obiettivo raggiunto da Giuntoli
Un aspetto sul quale pone l’aspetto il quotidiano torinese riguarda poi il monte ingaggi. Al termine dello scorso mercato si registravano oltre 120 milioni di euro spesi per gli stipendi dei giocatori bianconeri, un tetto calato fino a 106, escludendo quegli elementi già partiti o palesemente con la valigia in mano (Djalò è andato al Porto, Kostic ha una proposta dall’Arabia, Arthur invece rimane ancora un po’ intrappolato nel limbo) e 11 anni dopo la Juve cede il primato di spese per gli ingaggi in Serie A all’Inter, che conduce a oltre 140 milioni. Ultimo, ma non ultimo, Giuntoli ha anche svecchiato la rosa: oggi sono solo tre i giocatori nati prima del 1997 (Pinsoglio, Danilo, Perin e Milik), mentre il volto nuovo più ‘vecchio’ è il portiere Di Gregorio con i suoi 27 anni.