Juventus: le motivazioni dell’addio di Beppe Marotta

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L’ annuncio dell’ addio di Beppe Marotta alla Juventus è stato uno shock per tutto l’ universo juventino. L’ ormai ex ad bianconero ha parlato di “scelta dolorosa” commentando il fatto. Con il passare dei giorni sta però emergendo che la decisione presa dal presidente Agnelli in persona non sia stata realmente condivisa dal dirigente. La mossa va inquadrata all’ interno di un quadro preciso di rinnovamento societario stabilito dal numero 1 della società Campione d’ Italia.

RINNOVAMENTO SOCIETARIO IN VISTA

Andrea Agnelli ha agito da conclamato manager internazionale. Colui che decide di cambiare le cose quando funzionano senza attendere cali o fasi negative. Come riporta Il Corriere dello Sport, il piano di rinnovamento societario del presidente bianconero è chiaro. Verrà snellito di 3 elementi il cda, puntando alla crescita del ds Fabio Paratici e del vicepresidente Pavel Nedved. In secondo luogo, sarà riformato un gruppo di lavoro dall’ età media giovane che possa condurre il club almeno fino al 2024. Oltre a Marotta verrà congedato anche Aldo Mazzia, che curava in prima persona i conti societari. La sua figura verrà sostituita con una omologa, competente in questioni prettamente finanziarie. Paratici prenderà il ruolo di responsabile dell’ area tecnica, Nedved svilupperà il suo percorso dirigenziale. Oggi il club bianconero presenterà la lista dei candidati alla composizione del nuovo cda, che verrà ratificato nell’ assemblea degli azionisti del prossimo 25 ottobre.

LA DELUSIONE DI BEPPE MAROTTA

Come dicevamo poche righe fa Beppe Marotta non ha pienamente condiviso la politica di “ricambio generazionale” stabilita dal presidente. Quando Agnelli gli ha comunicato che per lui nella Juventus non c’ era più posto fin da subito, il manager di Varese non l’ ha presa bene. La sua speranza era quella di arrivare almeno fino al termine della stagione in corso puntando alla conquista della Champions League per coronare 8 anni indimenticabili. I suoi progetti sono andati invece a sbattere contro una decisione piovuta dall’ alto, che hanno provocato una profonda delusione nell’ ad bianconero. Marotta non presenterà comunque nessuna forma di dimissioni. Le parti dovranno discutere la buonuscita del manager prima della fatidica data del 25 ottobre. La trattativa non si preannuncia affatto semplice.