Juventus, ennesimo momento riflessione della stagione
La Juventus di Allegri convince sempre meno. Prestazione incolore in un derby da azzannare e da prendere in mano. Tuttavia, le prestazioni da retromarcia non mettono i bianconeri in una posizione negativa e garantiscono, almeno per il momento, un posto alla prossima UEFA Champions League, con una finale di Coppa Italia da conquistare, partendo dal vantaggio di Torino. I ragazzi della Vecchia Signora, dopo la sfida interna contro l’Empoli, sembrano aver perso lo smalto della prima fase del campionato, complice la perdita di sicurezza di una squadra che pare aver smarrito la fiducia nei propri mezzi e non solo. Il costante incrementarsi del vantaggio dell’Inter, mette tifosi e addetti ai lavori di fronte al gap enorme rispetto alle altre, soprattutto ai nerazzurri. Tuttavia, la società e il tecnico possono beneficiare della fiducia reciproca e della consapevolezza, citando Giuntoli nel pre-partita di ieri, di essere “in linea con gli obiettivi“.
Quali sono gli obiettivi della Juventus? La qualificazione alla prossima Champions League, trasformata nel momento positivo e ridimensionata nel momento negativo? La Coppa Italia? O un posto al Mondiale per Club dipeso dai demeriti altrui? Nascondendosi dietro al velo dei giovani e di una scarna campagna acquisti, i bianconeri possono dire di aver raggiunto l’obiettivo del miglioramento del bilancio e dell’aumento del valore di alcuni suoi calciatori, soprattutto i provenienti dal vivaio. Allegri difende i suoi, la società difende Allegri, ma chi difende tutti dagli errori? Su quali alibi vireranno i favorevoli al tecnico toscano e al nuovo approccio societario? Le accuse e scuse continue sembrano essere figlie della nostalgia dei nove scudetti, definiti e a pien ragion, dal livornese “irripetibili” e che, ad oggi, sembrano essere un miraggio lontano.
In una Juventus che ha bisogno di rifondarsi non bisogna dimenticare il buon lavoro dell’allenatore toscano, che ne ha fatto di necessità virtù, sui giovani e su alcuni dei veterani, vedi il caso di Rabiot e McKennie. Allegri ha ancora su di sé tutti i fari di una sconfitta a metà, di una stagione che non finirà di certo nei ricordi dei tifosi e delle facce scontente di alcuni dei campioni. A tal proposito, la ripartenza con un nuovo progetto sembra essere la soluzione più consona e necessaria per uscire da un limbo di tre anni, ricostruendo una squadra che ha bisogno di cambiare, così come ne hanno bisogno di tifosi e il calcio italiano. La Vecchia Signora, il cui motto recita “Vincere è l’unica cosa che conta“, deve, prima di qualsiasi altra cosa, ritrovare la propria identità per buttare quella polvere sotto il tappeto raccolta in tre anni di ritorni nostalgici dei tempi che furono e di progettazione fatta di mezzi di sopravvivenza.