Parla il Premier di Albania Edi Rama: “Tifo per la Juventus”
Juventus Edi Rama Albania | “Edi Rama ha conquistato gli italiani in due minuti e venti secondi. E con un gesto nobilissimo, ovviamente. Il primo ministro albanese ha inviato nel nostro Paese 30 medici”. Lo riporta, con dovizia di particolari, l’edizione oggi in edicola di Tuttosport. “Non siamo ricchi ma neanche privi di memoria: ci avete accolto e noi non abbandoniamo l’amico in difficoltà”, sottolinea il quotidiano torinese, nel breve discorso con il quale ha salutato i dottori in partenza per le zone più colpite del bergamasco. Edvin Kristaq Rama, Edi per tutti, classe 1964 politico, pittore ed ex cestista albanese, è l’attuale primo ministro dell’Albania in carica dal 15 settembre 2013 dopo aver ricoperto dal 2000 al 2011 la carica di sindaco di Tirana. Tuttosport lo ha intervistato in esclusiva. Ecco cosa ha raccontato.
Le parole di Edi Rama
Buongiorno Primo Ministro Rama, innanzitutto mi consenta di ringraziarla per i gesti e le parole nei confronti del nostro Paese, è stato toccante e commovente. Che effetto le fa ricevere così tanti consensi e così tanta empatia dall’Italia in queste ultime ore? «La ricevo con onore e umiltà, ma in piena sincerità le devo dire che noi albanesi ci sentiamo parte dell’Italia da tempi non sospetti e questo gesto non è semplicemente solidarietà tra popoli, ma familiarità, se così lo posso definire, tra due vicini che vivono nello stesso cortile».
Ha detto cose semplici, ma molto vere e poco “politiche” nel video che spopola sui social network. Quanto è difficile ricoprire un ruolo come il suo nel mezzo di una crisi internazionale di questo tipo? «La politica per me non è quel mostro cattivo del quale tutti tendono a parlare male, ma la più bella invenzione dell’uomo per risolvere con altri uomini i problemi che da solo non può risolvere. Sicuramente la politica ha fatto tanti danni all’umanità e purtroppo ne continua a fare ogni tanto anche oggi! Ma, comunque, senza la politica non avremmo avuto nessuno di quei tanti miracoli che hanno trasformato il mondo, rendendolo un posto migliore. I governi democratici e non pochi politici per bene operano costantemente per migliorare la vita delle per sone, passo dopo passo. Le cose che
ottengono non cadono dal cielo, anche se può sembrare così, perché gli errori dei governi e i peccati dei politici sono quasi esclusivamente quelli che si notano».
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L’amore per il Calcio e il Tifo per la Juventus
Lei è stato uno sportivo: ha giocato solo a basket? In che ruolo? «Sì, ero pivot e il mio idolo era Dino Meneghin».
Crede che lo sport possa insegnarci qualcosa per superare la crisi attuale? «A me ha insegnato tanto a livello di mentalità e di strategia, e ho sempre seguito le grandi squadre e i grandi coach per migliorarmi nel mio ruolo di sindaco, di leader dell’opposizione o di Primo Ministro. Ho imparato molto e sono grato a tanti di loro, José Mourinho e le sue autentiche masterclass, in primis. E certo ho imparato molto dalla Juventus, alla quale sono legato fin da bambino e che in diversi momenti è stata per me una scuola su come fare quadrato per vincere».
Sui social network italiani ha spopolato una sua fotografi a mentre si assicura che il lockdown venga rispettato con un giaccone della Juventus. Non è un mistero che sia la sua squadra del cuore. Come è nata la sua passione per la Juventus? La segue spesso? «La Juve è per me l’emanazione dello spirito vincente anche quando le previsioni di buon senso dicono il contrario. Ho un paio di giubbotti di squadre che mi hanno aiutato nel mio allenamento mentale».
Cosa pensa della decisione dei giocatori della Juventus di tagliarsi l’ingaggio?
«È la forza di quello spirito di cui dicevo prima e che fa della Juve una religione, non una semplice grande squadra di calcio! Con enorme rispetto, penso che forse gli stessi giocatori non si sarebbero tagliati lo stipendio se avessero militato in squadre ricche, ma senza spirito né buona memoria».
Ha sentito il presidente Agnelli in questi giorni? «No, ci siamo visti una volta ma non ci conosciamo. È un grande, perché convivere con il mito dell’Avvocato è veramente un’impresa di grande visione e straordinaria convinzione. Chapeau!».
A Roma ha conosciuto Ronaldo e Buffon, che impressione ha avuto? «Dei “bambini colossi”. Uomini con un cuore enorme grazie al ricordo sempre molto forte in loro di quello che erano quando non erano nessuno».
Qual è il suo giocatore preferito?
«È stato, è e sarà sempre Dino Zoff».
Quale vorrebbe nel suo Governo?
«Chiellini agli Interni e Bonucci alla Difesa»
L’intervista completa sull’edizione cartacea di Tuttosport