Home Serie A Juventus News Juve, McKennie: “Tutti dubitavano di me. E non avevo l’armadietto…”

Juve, McKennie: “Tutti dubitavano di me. E non avevo l’armadietto…”

Momenti difficili per McKennie alla Juve dopo il rientro da Leeds, il giocatore ripercorre i momenti in una lunga intervista

McKennie
Weston McKennie ( Foto Fornelli/KeyPress )

L’addio di McKennie alla Juve sembra vicino. Le destinazioni per lo statunitense sono diverse, potrebbe finire alla Premier League come in Turchia. Nei giorni scorsi ha rifiutato di trasferirsi all’Aston Villa per uno scambio. Bisognerà attendere dopo la Coppa America per la decisione definitiva, intanto ecco le ultime dichiarazioni del giocatore.

Juve, McKennie: “Vi dimostrerò tutto sul campo”

Weston McKennie dichiara: “Futuro? Deciderò dopo la Copa America”. Il 25enne va in prestito al Leeds per un anno, sul suo rientro a Torino, dichiara: “Quando devo dimostrare ancora una volta il mio valore ne traggo beneficio, perché questo mi rende ancora più onesto con me stesso in termini di impegno e concentrazione. Qualcosa scatta. È come una ricetta. Conosco gli ingredienti per realizzarla e poi… ‘boom’. So che il sapore sarà buono. Dopo il rientro a Torino, sapevo che sarebbe stato impegnativo, non pensavo così tanto però: non avevo il mio armadietto, non avevo una stanza in albergo, non avevo un parcheggio. Mi sono cambiato negli spogliatoi con i ragazzi dell’Accademia, anche quando nello spogliatoio principale c’erano giocatori che non avevano mai giocato una partita con la Juventus perché erano sempre stati in prestito. E pensavo tra me e me: “Wow, sono stato via solo sei mesi. Torno e vengo trattato così. Non potevo nemmeno avere il mio numero di maglia (14), anche se nessun altro lo aveva preso. Mi sono detto: ‘Ok, volete trattarmi così? Vi dimostrerò tutto sul campo”. 

Il giocatore della Juve conclude così l’intervista: “Non sono una persona problematica. Non mi piace creare problemi. Non mi piacciono le situazioni scomode. Non mi piacciono i drammi. Cerco solo di lasciare che il mio calcio, le mie azioni e la mia etica del lavoro mostrino tutto di me. Dopo la tournée estiva Allegri mi ha ripreso in considerazione. Mi ha messo in castigo… quello che mi riesce meglio e che sono più onesto quando abbasso la testa e lavoro. È in quelle circostanze che ho avuto i miei maggiori successi. Ho lasciato lo Schalke e sono andato alla Juventus e nessuno mi conosceva. Tutti dubitavano di me. ‘È un club troppo grande, non giocherai mai’ dicevano. Ma guardatemi ora. Ho più di 100 partite con i bianconeri. Mi sento bene quando sono con le spalle al muro e tutti dubitano di me. È così che sono diventato il giocatore che sono”.

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