Juve, adesso tocca a te
Domani sera, alle ore 21, tutti gli occhi saranno sull’”Allianz stadium” di Torino dove la Juventus cercherà un’incredibile remuntada contro l’Atlético Madrid e strappare così il pass per l’accesso ai quarti di finale di Champions League. Ancora una spagnola sarà il crocevia della stagione europea bianconera: il Real Madrid lo scorso anno, questa volta i loro cugini colchoneros. Il denominatore comune è sempre uno soltanto: la vittoria della maledetta (per la Vecchia Signora) coppa dalle grandi orecchie.
Era l’11 aprile 2018 quando Buffon e compagni dovevano rimontare un’impossibile 0-3 al “Bernabeu”. Cosa che successe al 61′ con il gol di Matuidi che fece il paio con la doppietta iniziale di Mandžukić. Tutto poi vanificato con il rigore concesso ai blancos dell’arbitro inglese Oliver che chiuse il match al 97′ con il gol di Cristiano Ronaldo. Il 26 maggio successivo il Real Madrid vinse la sua terza Champions consecutiva, la Juventus si dovette “accontentare” del quarto double nazionale consecutivo.
Per la truppa di Max Allegri, il match di domani sera sarà vitale: rimontare i gol “uruguaiani” di José Giménez e Diego Godín e vincere con almeno tre gol di scarto per entrare per la terza volta negli ultimi tre anni tra le prime otto squadre europee. Ma la squadra bianconera non vuole solo entrare tra le top 8: vuole arrivare alla finale del 1° giugno che si terrà allo stadio “Wanda Metropolitano” di Madrid, teatro degli incontri casalinghi proprio dell’Atléti. Anche per questo l’incontro di Torino sarà di vitale importanza per i due club: per una significherebbe dire ancora una volta addio alla vittoria, per l’altra significherebbe non giocare “in casa” la finalissima. Va da sé che all’”Allianz” ci sarà il sold out e proprio lo stadio juventino è il “Fort Apache” bianconero: solo nove sconfitte casalinghe, nel complesso, dalla stagione 2011/2012.
Chiellini e compagni sono chiamati all’impresa: vincere con almeno tre gol di scarto sennò bye bye Madrid e visto che lo Juventus ha ipotecato il suo ottavo scudetto consecutivo, si tratterebbe di una stagione fallimentare, con l’aggiunta dell’eliminazione nei quarti di Coppa Italia da parte di una mirabolante Atalanta.
Perché, parliamoci chiaro, un’uscita della Juventus dall’Europa che conta costerebbe caro a tutti i livelli: psicologici (niente Champions con in squadra un giocatore come Cristiano Ronaldo preso apposta per cercare la vittoria in quella coppa per sette volte solamente sfiorata nella storia) ed economici (-11% in Borsa il giorno dopo la sconfitta dell’andata, figurarsi in casa di uscita domani). Per non parlare del bilancio. Insomma, meglio passare il turno.
La Juventus venerdì sera nell’anticipo casalingo contro l’Udinese ha vinto per 4-1, guidata da un Moise Kean in formato…Champions, mentre i ragazzi di Simeone sono secondi a -7 dal Barcellona capolista dopo aver battuto in casa il Leganes.
Allegri sarà ad un bivio: rimanere in Champions e puntare dritto per dritto alla finale del “Wanda Metropolitano”; uscire dalla Champions e chiudere la sua esperienza bianconera con la macchia di non aver riportato a Torino dopo 23 anni la coppa più importante di tutte. C’è comunque da dire che anche in caso di “alzata” al “Wanda”, il tecnico livornese terminerà la sua avventura sotto la Mole. Volente o nolenti.
E allora cosa dovrà fare la Juventus questa volta? Vincere contro tre gol di scarto, senza se e senza ma. Ma per vincere serve la miglior difesa juventina, il miglior centrocampo juventino, il miglior attacco juventino e, sopratutto, il miglior Cristiano Ronaldo juventino.
Proprio su CR7 si basano tutti i 90 minuti (più recupero ed eventuali supplementari, se non rigori) della sfida della Continassa. L’asso portoghese non ha per nulla brillato a Madrid: a parte la punizione al fulmicotone parata da Oblak nel primo tempo, il portoghese non è stato tra i migliori in campo. Per questo motivo i supporter bianconeri esigono il miglior Ronaldo perché questa dovrà essere la sua partita: i campioni si vedono nel momento del bisogno e non c’è più bisogno del miglior marcatore di sempre nella manifestazione europea per portare la Juventus ai quarti di Champions League. E poi lui ai colchoneros, in carriera, ha già segnato ventidue gol in totale, eliminandoli sempre quando c’era la possibilità di estrometterli da una competizione, nonché sconfiggerli in due finalissime. Ma si sa, in campo vanno undici giocatori e non solo uno e per questo serve la miglior Juve della stagione. Quella che dovrà lottare ogni centimetro del suo stadio per superare i tignosi ragazzi di Simeone che non verranno all’”Allianz” per accontentarsi del pareggio e di perdere con non più di due gol di scarto.
Diego Pablo Simeone non potrà schierare gli squalificati Diego Costa (che gol sbagliato all’andata!) e Thomas Lemar e l’infortunato Filipe Luis, ma potrà contare in avanti sull’ex Alvaro Morata ed il “piccolo diavolo” di Mâcon, Antoine Griezmann, l’alter ego di Ronaldo. Allegri si presenterà senza lo squalificato Alex Sandro, l’infortunato Cuadrado, Khedira alle prese con la risoluzione della sua aritmia atriale e gli infortunati de Sciglio e Barzagli, con il difensore ko durante il match contro l’Udinese di venerdì.
E poi ci sono tanti fattori che potrebbero essere tutti pro Juventus: la prima volta di Mario Mandžukić in casa contro la sua ex squadra (a Madrid, quarantatre presenze e venti reti nella stagione 2014/2015); la voglia di riscatto di Paulo Dybala, capocannoniere juventino in Champions che solo due anni fa aveva annichilito il Barcellona ma che questa stagione sembra non convincere in pieno; la 500a partita in bianconero di capitan Chiellini, quinto giocatore di sempre del club; la voglia di rimonta bianconera dopo quella fallita la scorsa stagione; Max Allegri che non esce agli ottavi da quattro stagioni (eliminazione da parte del Bayern Monaco) e non ha mai segnato un gol all’Atleti. Ma sopratutto, il fatto che se hanno rimontato Manchester United e Ajax settimana scorsa quando si pensava che non potessero mai rimontare, perché non lo potrebbe fare la Juve, visto che la squadra è in credito con la fortuna di due rimonte sfiorate (contro il Bayern Monaco il 16 marzo 2016, contro il Real lo scorso 11 aprile)?
C’è tanta attesa per questa partita. I tifosi bianconeri stanno aspettando il fischio di inizio da quando l’arbitro tedesco Zwayer ha ha posto fine alla contesa dell’andata. I social sono esplosi in questi venti giorni e tra chi condannava Allegri per le sue scelte, tra chi accusava la squadra di non aver dato il meglio di sé quando era (tecnicamente) più forte degli avversari. Insomma, l’hype è veramente tanto , tanto che Allegri ha chiuso i suoi account e tanti in questi giorni si sono “sostituiti” a lui sul come schierare la squadra e chi mettere in campo e chi no.
Il tecnico juventino, tra le righe, ha chiesto questo ai suoi giocatori: cinismo, lucidità, possesso di palla. Tra le linee: superare il turno per poi approfittarne nei quarti del fatto che non ci saranno squadre come Real Madrid, Paris Saint Germain, Borussia Dortmund e una tra Liverpool e Bayern Monaco (in attesa di vedere se Barcellona e Manchester City staccheranno il pass) a rompere le uova nel paniere.
I colchoneros, invece, lotteranno per vincere anche fuori casa e dare un segnale alle altre squadre in corsa: “il 1° giugno una delle due squadre che giocherà la finale della Champions nel nostro campo saremo noi”. E poi perché i madridisti hanno un conto aperto con la Champions: tre finali giocate, tre finali perse, con il “cholo” Simeone che vuole portare la coppa più importante di tutte dall’altra parte del Manzanarre, confermando Madrid per il quarto anno di fila capitale europea del calcio. Ma quello operaio, quello della garra, quello che lotta contro il più forte e vuole avere la meglio, sempre.
Juventus-Atlético Madrid passerà tra i piedi di tutti i giocatori citati precedentemente. Si spera in una partita bella, entusiasmante e non banale. Per questo, Juve: rien ne va plus, les jeux ne sont encore faits.