La Juventus è tornata a volare, o forse non s’è mai fermata. I bianconeri si riprendono prepotentemente la scena dopo i successi in Champions, 3-2 casalingo contro l’Olympiacos, ed in campionato con la goleada contro il Parma, schiantato per 7-0 dalla corazzata bianconera. Il pareggio contro il Sassuolo e la sconfitta all’ultimo secondo a Marassi contro il Genoa avevano fatto pensare ad una flessione, più di testa che di gamba, naturale per una squadra che viene da tre anni di dominio indiscusso in Italia. Ma le ultime prestazioni hanno fugato ogni dubbio, confermando che anche quest’anno la Vecchia Signora si candida prepotentemente a favoritissima per il campionato, nonostante la presenza sempre costante della Roma e la risalita del Napoli che sta guadagnando punti e posizioni preziosi.
Alla ripresa del campionato, dopo la sosta della Nazionale, la Juventus sarà di scena all’Olimpico contro la Lazio, una sfida insidiosa contro una squadra che quest’anno dimostra di giocare un bel calcio, sempre aggressiva e con la voglia di cancellare la stagione negativa dello scorso anno. Proprio la Nazionale dimostra in un certo senso la grandezza e la forza della Juve, basti pensare alla presenza dei vari Buffon, Chiellini, Ogbonna, Giovinco e Marchisio con Antonio Conte in panchina, da sempre uomo Juve, che però alla fine della scorsa stagione andò via, facendo intuire più di qualche polemica con la Società.
Forse il più sottovalutato è stato, e forse lo è ancora, Massimiliano Allegri, arrivato all’ultimo momento dopo l’addio dell’attuale CT azzurro. Chissà, forse troppo presto ed in maniera inevitabile sono stati messi a paragone i due, uno più vulcanico, pressante, l’altro all’apparenza più tranquillo, con quell’accento toscano che gli da un’aria ancor più calma. La rosa è altamente competitiva, è ovvio che un compito di un allenatore è facilitato quando puoi mettere sul campo giocatori come Tevez e Vidal, ma ‘il manico’ si vede sempre, nel bene e nel male. In realtà l’ex allenatore del Milan sta dimostrando di essere all’altezza della panchina su cui siede, chiamato ovviamente a confermarsi in Italia ed andare più lontano possibile a livello europeo, vero tallone d’Achille della Juve anche ai tempi di Conte. La distanza dalle altre concorrenti europee, a dir la verità, sembra ancora notevole, ma i bianconeri possono di certo andare ancora avanti, magari entrando nelle prime quattro d’Europa.