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Italia a Cracovia per sciogliere i dubbi

DOPO UNA PRIMA FASE CONTRADDITTORIA, GLI “AZZURRINI” CONTRO LA SPAGNA SI GIOCANO NON SOLTANTO L’ACCESSO IN FINALE.

Dopo lo scampato pericolo, l’Italia di Gigi Di Biagio si proietta alla semifinale di stasera con l’animo di chi ha rischiato di finire nel baratro per poi uscirne non necessariamente grazie alle proprie forze.

Sia chiaro, la formula di questo Europeo non convince appieno, tant’è che dopo la prossima edizione, che si giocherà su suolo italico, il numero delle partecipanti salirà a 16. Quindi, le prime due vanno avanti e le altre anticiperanno le vacanze, senza epiloghi polemici come quelli che si sono sprecati dopo le partite di sabato scorso.

Ma come si presentano gli Azzurrini prima della semifinale contro l’Armada spagnola? La vittoria con i tedeschi rinfranca e dona un po’ più di convinzione a un gruppo che, dopo il tracollo contro la Cechia, sembrava totalmente slegato, oltre che distratto.

Sull’opportunità di regolamentare il mercato durante le manifestazioni ufficiali – ovvero vietando ogni sorta di trattative – chi scrive ha un parere piuttosto radicale. Ma quello che non ha convinto nelle prime tre partite delle kermesse europea è stato l’atteggiamento messo in campo, spesso figlio di un’eccessiva considerazione nei propri mezzi.

E’ stata definita la miglior Under 21 di sempre… Calma, ragazzi! Quella che nell’86 sfiorò il titolo – per giunta proprio contro la Spagna – era di rango decisamente superiore, e di prospettive legate più al puro talento degli interpreti piuttosto che a quello di chi ne commercializza le virtù pedatorie.

Ma, sulla carta, la squadra è forte, completa, ricca di talento e con ottimi prospetti in chiave futura. Spesso sulla parola fuoriclasse ci si è pronunciati con troppa faciloneria. ma definire Donnarumma un probabile crack non è sicuramente un azzardo. Se ritrova la serenità perduta, può dare nuova linfa ad un torneo che non lo ha ancora visto protagonista.

Sui vari Berardi, Bernardeschi e Gagliardini usiamo le massime cautele. Sono potenzialmente dei giocatori che potrebbero risultare catalizzanti per il nostro movimento, ma nei giudizi forse ci si è lasciati prendere da troppo entusiasmo. Hanno qualità, fisico e voglia, ma il loro percorso di maturità è ancora ben lungi dall’essere vicino al capolinea. Questo Europeo è l’occasione per uno step verso l’alto decisivo per la loro carriera. Finora hanno colto l’occasione soltanto parzialmente.

Quindi, umiltà ragazzi. Ritorniamo a giocare semplice, che è il modo più difficile per poter portare a casa la posta piena. La Spagna ammirata nella prima fase del torneo è un elogio alla semplicità calcistica, alla sua razionalità, e il talento di interpreti come Asensio e Saùl è figlio di un’idea piuttosto che una coccarda da esibire. Le “furie rosse” giocano in maniera lineare, pur regalando qualcosa in chiave difensiva.

Ritorniamo alle nostre origini, quelle che hanno esaltato alcune delle doti che hanno permesso di ingrassare il nostro palmarès; ovvero astuzia, attacco degli spazi, ma soprattutto lucidità che spesso è figlia della tranquillità. La prima fase era irta di trabocchetti, e con l’aiuto dei danesi ne siamo usciti indenni, pur con qualche ammaccatura.

Ma il dentro o fuori di Cracovia non ci schiavizza più da alchimie matematiche, ma ci permette di focalizzarci solo su un unico avversario. Col quale abbiamo un conto in sospeso. Sarà una prova di maturità, per legittimare la nostra presenza in queste semifinali – al netto dei vari “biscotti” – per saggiare la bontà del lavoro svolto da Di Biagio e per dare finalmente lustro ad un Europeo dove finora non abbiamo offerto il meglio di noi stessi.

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