Italia, Pirlo si scalda per gli Europei?

Pirlo

Venerdì scorso la notizia che tutti quanti i tifosi azzurri (Antonio Conte compreso) non avrebbero voluto sentire è arrivata come un fulmine a ciel sereno: l’operazione per curare la pubalgia costringerà al forfait europeo Marco Verratti. Il numero 6 del Paris Saint-Germain da qualche mese sta lottando contro la pubalgia e, dopo un po’ di tentennamenti, il 16 maggio il giocatore verrà operato a Dubai. Scelta dolorosa, ma da fare. E l’assenza di Verratti va ad unirsi a quella di Claudio Marchisio, infortunatosi lo scorso 17 aprile contro il Palermo. Nel caso del numero 8 juventino il referto è stato più duro: rottura del crociato anteriore sinistro, operazione anche per lui e bye bye almeno fino ad ottobre.

Senza due giocatori di caratura internazionale come loro, per il Commissario tecnico, in vista del 1° giugno (giorno delle convocazioni definitive), le scelte si fanno difficili. Se in difesa le carte sono già svelate (mancherebbe da individuare il terzo portiere fra Antonio Mirante e Daniele Padelli) ed in attacco i nodi da sciogliere sono pochi (Insigne si/Insigne no; l’incognita Eder; la convocazione di Domenico Berardi), è proprio il centrocampo il reparto più complicato. Il tecnico salentino sta sfogliando la classica margherita per decidere chi portare nel ritiro di Montpellier. I nomi a sua disposizione sono molti, a prescindere dal ruolo: da Riccardo Montolivo a Thiago Motta, da Marco Parolo ad Alessandro Florenzi, da Emanuele Giaccherini alla sorpresa Jorginho, da Roberto Soriano a Federico Bernardeschi, fino a Daniele de Rossi e a Daniele Baselli, autore di una buona stagione con il Torino. I centrocampisti da portare dovranno essere otto e noi ne abbiamo contati salmeno dieci.

I giocatori nel complesso sono molto validi, ma manca quel quid che potrebbe fare la differenza. Un nome c’è che ha queste caratteristiche e l’idea di una sua convocazione per l’Europeo stuzzica la fantasia di tutti i tifosi: Andrea Pirlo. Classe 1979, da un anno il regista di Flero ha lasciato l’Italia accasandosi al New York City, club milionario della MLS. Il soccer americano è in espansione (più dei tempi di USA ’94), ma rispetto all’Europa (e quindi anche all’Italia) il livello è ancora inferiore. In questa stagione il Maestro ha totalizzato 22 caps servendo tre assist. Un bottino tutto sommato “alla Pirlo” vista l’età (compirà 36 anni il prossimo 24 maggio).

Ipotizziamo che il regista ex InterMilanJuve riceva la convocazione per lo stage pre-Montpellier e che indossi la sua amata #21 nel suo quarto Europeo, cui prodest? Ovvero, convocare Andrea Pirlo è una cosa sensata o no? In favore ci sono almeno tre fattori: Pirlo è un giocatore fantastico ed universale; è uno dei più vincenti del calcio italiano ed averlo tra i ventitre di Euro2016 potrebbe rinfrancare il depresso tifoso italico; Pirlo è uno che non si tira mai indietro e che dai suoi piedi (o dalla sua “maledetta”) possono partire palloni invitanti che portano l’attaccante in area. Ma a sfavore del Maestro ci sono l’età (36 anni), la lontananza dal calcio che conta e la sua condizione fisica.

La storia di Andrea Pirlo parla chiaro: 515 presenze in Serie A con 58 reti ed in Nazionale ha indossato la maglia azzurra 116 volte (quarto posto assoluto) segnando tredici reti, con cui è stato Campione del Mondo in Germania e tra i protagonisti di Euro2012: come non dimenticare il suo “cucchiaio” nella lotteria dei rigori nei quarti contro l’Inghilterra! Il giocatore ha molte volte strizzato l’occhio a Conte, lanciandogli segnali. Ora starà al Commissario tecnico valutare il da farsi. Certo è che se si facesse un referendum sul convocare o no Pirlo in Francia il “si” vincerebbe ed il quorum sarebbe di gran lunga superato. Del resto meglio puntare sull'”usato sicuro” piuttosto che su un giocatore senza esperienza, visto che in questo Europeo molti pronosticano che l’Italia dopo gli ottavi di finale tornerà a casa.

Il movimento calcistico italiano, si sa, è da ricostruire ma è sempre meglio puntare su chi già conosce la strada da percorrere. E poi lo dice il detto: “chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che perde ma non sa quello che trova”. Quindi mister Conte, portiamo Pirlo in Francia ed abbracciamoci.