La Nazionale operaia va in paradiso

Se fosse un film, il titolo sarebbe senza dubbio “la Nazionale operaia va in paradiso”. Eh sì, perché dopo due partite, giocate in modo totalmente diverso, l’Italia è approdata, con un turno di anticipo, agli ottavi di finale di Euro 2016. E i match giocati contro Belgio e Svezia sono, per ora, l’emblema che la nostra Nazionale quando c’è da tirare fuori gli artigli, non c’è avversario che tenga. Per chiunque: da Hazard e de Bruyne a Ibrahimovic.

Giaccherini, Pellé ed Eder, giocatori che vengono dalla gavetta, lontani anni luce dall’essere top player, insieme a una rosa di gente che lotta su ogni pallone (dalla “BBC” a Candreva, da Parolo allo stesso Giaccherini) stanno rendendo la tanto bistrattata Italia di Antonio Conte la vera mina vagante di questa kermesse continentale. E proprio parafrasando il celebre film di Elio Petri del 1971, con protagonista un fantasista del grande schermo come era Gianmaria Volontè, allora era il trionfo della working class che cercava di risalire la china nella scala sociale, mentre ora 23 onestissimi calciatori (nessuno escluso, perché in questi casi si vince e si perde insieme) sta compiendo un vero miracolo. Inaspettato anche solo un mese fa, dove già si pregustava l’amara uscita di scena già agli ottavi, ovvero dopo aver superato appena il girone eliminatorio.

Sono anche i sei punti di Antonio Conte, vero motivatore e vero trascinatore di questa Nazionale. Chissà cosa avrà detto ai suoi ragazzi ieri nello spogliatoio dopo il deludente 0 a 0 del primo tempo. Ah, se i muri dello spogliatoio azzurro del “Municipal” di Tolosa potessero parlare! La vittoria è “contiana” anche per via dei cambi: fuori un pallido Pellé per un carico Zaza con Eder in campo nonostante avesse combinato poco o niente fino all’88’. Eh si, perché a due minuti dalla fine della partita Zaza, sfruttando la lunga rimessa di Chiellini, ha appoggiato di testa la palla a Eder il quale, spostandosi tutto sulla destra, ha fatto partire un destro a semi-giro che Isaksson ha solo potuto vedere entrare in porta nonostante il tuffo plastico.

Quante analogie: due vittorie nelle prime due partite come a BelgioOlanda 2000 e il gol dell’ìtalo-brasiliano molto simile al gol del 2 a 1 realizzato da Roberto Baggio alla Bulgaria nella semifinale di Usa 94 al “Giants Stadium”. Due manifestazioni che ci hanno visto arrivare in finale, anche se poi non abbiamo alzato al cielo di Rotterdam e di Pasadena le due coppe più importanti. L’Italia è Conte e Conte è l’Italia: arcigna, mai doma e operaia. La stessa “ricetta” che ci ha permesso di avere la meglio sul Belgio lunedì scorso.

Il turno è stato superato con 90′ di anticipo e ora c’è la possibilità concreta di vincere il girone e trovare nella fase a eliminazione diretta la Croazia. A meno che non si arrivi secondi e si possa trovare la vincente del gruppo F composta da Portogallo, Islanda, Austria e Ungheria. Noi italiani siamo abilissimi nel gufare (eh già, anche in Nazionale), nel mettere sempre il carro davanti ai buoi e stiamo già facendo i conti perché arrivare secondi forse è meglio che arrivare primi.

Se dovessimo vincere il girone E, negli ottavi dovremmo incontrare la Croazia del Ct Ante Čačić, composta da una rosa molto forte tutta estro e potenza composta da gente come Rakitic, Modric, Brozovic, Perisic, Kovacic e Mandzukic. Si dice un gran bene della Nazionale a scacchi biancorossi, eppure si è fatta rimontare da 2 a 0 a 2 a 2 in pieno recupero da una non trascendentale Repubblica ceca. Mentre se arriveremo secondi affronteremo quasi sicuramente il Portogallo di Cristiano Ronaldo che, tolto il suo fuoriclasse, è una squadra normalissima. A meno che Islanda, Austria e Ungheria non facciano il “colpo gobbo”. Qualunque sarà la nostra avversaria, venderemo cara la pelle. La palla è rotonda e sarà il campo a parlare. Ma i calciatori-operai di Conte ora hanno il vento in poppa e quando tutto gira, tutto gira.