Italia, il punto sulle prossime sfide contro Belgio e Francia
Basta un punto a Luciano Spalletti per qualificarsi ai quarti di Nations League nella
doppia sfida francofona in casa del Belgio prima e poi contro la Francia poi
domenica sera Milano. Ci arriviamo da favoriti (e chi l’avrebbe detto solo l’estate
scorsa?!) alla luce delle due ottime prestazioni contro le medesime squadre di poche
settimane or sono a campi invertiti.
Ma il punto non è quello aritmetico; è il punto di svolta nella nuova vita di CT di
Luciano Spalletti il vero fattore. La metamorfosi sarà completa solo quando il
traguardo della qualificazione sarà raggiunto, e ci sentiamo di sbilanciarci
favorevolmente in tal senso. Fa bene il Commissario Tecnico dell’Italia a
ridimensionare i facili entusiasmi, a parlare degli effetti collaterali della presunzione
nel corso della conferenza stampa di Coverciano, ma mai come adesso l’ottimismo è
doveroso. La delusione generata dalla pessima prestazione della nostra Nazionale
nello scorso Europeo sembra distante come se improvvisamente fossimo stati
proiettati in un nuovo ciclo generazionale, eppure parliamo di pochissimi mesi. In
questa umidiccia estate ci siamo divisi – come da tradizione – tra “accusa allenatori”
e “accusa giocatori”. Allineandosi con la seconda scuola di pensiero è stato facile
giustificare Spalletti con il poco tempo avuto a disposizione per creare una sua
Nazionale. Ora – in un pur così breve periodo – possiamo non solo confermare che
la seconda tesi era la più veritiera, ma anche stupirci per la qualità di calcio che
adesso gli Azzurri mettono in luce.
Una delle chiavi di lettura di questo cambiamento stupefacente l’ha proposta lo
stesso Luciano Spalletti in conferenza.
Il gruppo è più giovane rispetto al passato? Il ricambio generazionale lo avevo
annunciato nella conferenza contro la Svizzera, dopo aver detto che sarei rimasto.
Perché la prima domanda che mi avete fatto è stata quella, se mi dimettevo o no…
Avevo detto che avrei abbassato l’età della Nazionale: pensavo di farlo e l’ho fatto.
C’è poi un altro fattore ulteriormente sorprendente: la questiona attaccanti. Quello
che agli occhi di tutti è stato definito come il nostro tallone d’Achille è stato risolto
dagli sviluppi anche qui inattesi del nostro campionato. Non sono i Morata, i Lukaku
o i Vlahovic a dominare la classifica dei capocannonieri, bensì due italiani come
Moise Kean e Mateo Retegui (in realtà argentino naturalizzato italiano, ma di questi
tempi bisogna essere di larghe vedute). Questa Serie A bellissima come detto dallo
stesso Spalletti in sala Stampa sta effettivamente offrendo ottimo materiale umano
con cui sperimentare. Un Campionato “allenante” per dirla con Capello, molto
competitivo e livellato, con le così dette provinciali che vendono cara la pelle. E
Spalletti sta sapientemente dando una opportunità a tutti i più giovani, affiancandoli
ai nuovi Senatori da lui recentemente eletti.
Se guadagneremo un punto o meno in queste due partite lo scopriremo. Ma
l’importante è Il Punto di Svolta raggiunto dal nostro CT.