Nella serata di Empoli di ieri sera, l’Italia ha battuto la Bosnia per 1-0 con un bel gol di Davide Frattesi, al quarto centro in nove partite in Nazionale. Il centrocampista dell’Inter conferma la grande attitudine in zona gol che ormai lo accompagna da due anni e che potrà risultare molto importante in un torneo corto come l’Europeo. Ma la partita di ieri dell’Italia ci ha detto molto su una squadra che sta cercando la sua dimensione e le sue qualità, sotto la guida di Luciano Spalletti.
Spalletti dopo la Bosnia: “Serve il clima della partita vera”
Tra tutte le dichiarazioni rilasciate ieri sera dal tecnico di Certaldo, quella che a parer mio aiuto di più nella riflessione è stata questa: “Siamo convinti di avere una buona squadra, ma dovremo entrare nel clima della partita vera”. Eh sì, perché è vero che la squadra giochicchia, che la qualità in tutti i reparti non manca e che un accenno di idea di gioco si è visto, ma manca ancora quella cattiveria agonistica e quella sicurezza che solo confrontarti in partite ufficiali, pesanti e importanti può darti.
Buoni segnali dell’Italia, qualità negli interpreti e voglia di far bene. Ma ora bisogna crescere tutti insieme come squadra
Un esempio di questo mi è apparso con Scamacca, che ha avuto tante occasioni per segnare, tante altre ne ha create per i compagni (splendido il tacco per Frattesi nel primo tempo, poi vanificato da un cattivo controllo del numero 7) ma che non ha trovato la stessa precisione né la stessa convinzione che lo ha contraddistinto negli ultimi mesi di Atalanta. Lo stesso di può dire di Chiesa che ha partecipato a sprazzi alla manovra della Nazionale mostrando ancora una certa difficoltà ad inserirsi nel 3-4-2-1 pensato da Mister Spalletti. Molto bene invece Buongiorno, apparso più pronto anche rispetto a Calafiori, che si è preso la responsabilità della difesa e l’ha guidata senza sbavature, aggiungendo anche qualità al palleggio. E attenzione a Cambiaso, che con la sua duttilità potrà risultare uno dei calciatori più utili e importanti per il prossimo Europeo.
Insomma, l’amichevole di ieri sera ci dice che qualità nei 26 convocati non manca, che a centrocampo le soluzioni per il CT sono molteplici e le caratteristiche variegate, che in attacco c’è necessità di più cattiveria e più intesa, che Frattesi sarà difficile da sostituire soprattutto con un certo tipo di assetto. Ma soprattutto ci dice che quest’Italia non può crescere oltre se non giocando partite ufficiali, partite importanti, partite decisive; come quella di sabato prossimo contro l’Albania, la prima dell’Europeo degli azzurri. La pressione, come ha detto ieri Spalletti, non può che far bene a questa squadra, e con queste premesse la fiducia non può che essere alta. Il campo sarà poi il giudice supremo di ogni speculazione.