In Italia c’è mal d’Europa

INTER E SASSUOLO SALUTANO L’EUROPA. MENTRE LA ROMA BLINDA IL PRIMATO DEL GIRONE, LA VIOLA FALLISCE LA PROVA DI MATURITA’ COL PAOK.

Si sapeva fin dalla vigila che, per due nostre compagini, il quinto turno di Euroleague avrebbe potuto porre la parola fine al discorso europeo. L’Inter di Pioli era attesa da una verifica importante, soprattutto in chiave campionato. Il tecnico nerazzurro ha sicuramente tratto indicazioni attendibili dopo l’ennesima prova a due facce della sua squadra. Ad un primo tempo di alto livello, che giustamente lasciava presagire scenari fin lì insperati, nella ripresa sono emersi i soliti limiti caratteriali. Questa volta è la presunzione ad aver bloccato i garretti dei nerazzurri, dopo il rassicurante 2-0 della prima frazione. Già dall’ammonizione scellerata di Handanovic (perdita di tempo al 40’….) si dovevano ravvisare le prime schermaglie di una ripresa poi rivelatasi un disastro. Peraltro chiusa in 10 per il secondo giallo rimediato dall’estremo difensore sloveno, che ha poi causato il rigore del clamoroso pareggio. La sconfitta rimediata in Israele mette di fatto la ceralacca ad una pratica eliminazione già ipotecata da tre settimane, con lo scivolone di Southampton. Di fatto, quest’Inter in Europa è stata soltanto di passaggio, lasciando come ricordo ulteriore la mise inguardabile in tinta “lattina di Sprite”, esibita in alcune sue uscite.

Il Sassuolo cade a Bilbao, con l’onore delle armi. Per una piazza così piccola, che deve anche costruirsi in termini di seguito sugli spalti, un risultato comunque onorevole. Ora Di Francesco, non più distratto da tentazioni europeiste, può avere il tempo di riprendersi il campionato, magari recuperando qualche elemento, fattore che lo ha spesso costretto ad inventarsi delle acrobazie per mettere in campo una formazione competitiva. Giocando sempre un ottimo calcio, è il caso di dirlo, ma che spesso ha buttato via delle partite che sembravano ormai archiviate a suo favore. Se ritrova i suoi ragazzi, l’avventura di quest’anno avrà sicuramente un seguito.

La Roma chiude il girone al primo posto, con un turno d’anticipo. Il Viktoria è stato “bevuto” come la celeberrima Pilsner delle sue parti, e questo non costituisce di certo un’impresa. Per i giallorossi la solita reazione d’orgoglio ad uno scivolone clamoroso, come quello di Bergamo. I problemi sono i soliti, e ci riferiamo alla mancanza di maturità nelle fasi calde della stagione. Quindi, giudicando il suo cammino europeo, è lecito aspettarsi sfide più attendibili per dare una dimesione migliore ai ragazzi di Spalletti. Che, beninteso, a livello di organico, sono minimo da semifinale.

Infine, la Fiorentina, che dopo la scoppola rifilata all’Empoli era attesa ad un’altra prova di spessore. Invece, al di là della sfortuna (e di un gol “fantasma” di Cristoforo…), la Viola è incappata nei soliti problemi. Squadra bella, a tratti un po’ farfallina, ma che regala troppo all’avversario. Il suo cammino quest’anno è stato contraddistsinto da una continua altalena di risultati. Difetta in continuità, e su questo Paulo Sousa non ha ancora trovato una soluzione. Bernardeschi conferma il suo bel momento, a patto che non si lasci distrarre dalle sirene di mercato (vedi Milan). Sul fatto che meriti un grande club siamo d’accordo. Ma anche a Firenze si può fare grande calcio, Paulo Sousa lo tenga a mente.