Intervistato da “Rai Sport”, Giacomo Bonaventura ha parlato in vista della sfida di venerdì contro la Macedonia del Nord all’Olimpico: “Sono due partite molto importanti, non saranno semplici. Quando si deve vincere per forza non è mai semplice, ma le stiamo preparando al meglio e stiamo facendo tutto ciò che c’è da fare. Ci sarà bisogno di grandi prestazioni”.
Bonaventura: “Essere uniti ci dà dei vantaggi”
Queste le parole del centrocampista della Fiorentina:
Venerdì dipenderà tutto da noi
“Sarà importante partire forte e dare subito un segnale. Non troveremo un avversario remissivo, è una squadra che prova a giocare e cerca di fare un bel calcio. Dobbiamo tirar fuori le nostre qualità”.
Quanto è stato importante il gioco di Italiano per il tuo ritorno in Nazionale?
“Molto, il suo gioco è molto adatto alle mie caratteristiche. Fin dai primi allenamenti abbiamo capito che poteva dare tanto alla squadra, poteva valorizzare le nostre qualità. E in questi anni è stato così, per il calcio che sta facendo e i risultati che sta ottenendo”.
Spalletti vi vuole tutti allacciati
“Essere uniti, essere stretti e compatti ci può dare tanti vantaggi. Soprattutto quando attaccano gli altri, ma anche per recuperare la palla e andare in attacco. Spalletti ci sta trasmettendo diversi concetti, non c’è tanto tempo ma abbiamo fatto riunioni e video per arrivare alle prossime sfide nel migliore dei modi”.
Avete lavorato sulla ri-aggressione dopo la sfida contro l’Inghilterra?
“Sì, l’abbiamo rivista quella partita, il mister ha sottolineato cosa abbiamo fatto bene e cosa meno. Aggredire bene è ciò che vogliamo fare per recuperare palla e tenerla il più possibile. Più sei alto, più crei occasioni, più riesci ad essere pericoloso”.
I centrocampisti offensivi devono dare di più in zona gol?
“L’apporto del centrocampista è importante sia per dare sostegno alla punta che negli inserimenti, per andare alla conclusione. Solo un attaccante non basta, gli esterni a volte stanno larghi e c’è bisogno di attaccare lo spazio tra i centrali e i terzini”.
Alla tua età si può essere ancora emozionati?
“Prima delle partite sono sempre emozionato, sia in Serie A ma soprattutto con la Nazionale. Quando parte l’inno è sempre una grande emozione”.
Servirà coraggio ma Spalletti ha parlato anche di paura
“Non dobbiamo caricarci di troppe pressione, paure o preoccupazioni. In campo bisogno prendere decisioni velocemente e questa è una cosa che riesce bene solo quando si è tranquilli e sereni”.
Ormai alla Fiorentina sei uno dei leader. E in questa Nazionale è tornato un leader come Jorginho
“Con l’esperienza si prendono anche più responsabilità e queste ti fanno crescere, ti fanno diventare più forte caratterialmente. Jorginho ha grande esperienza, conosce benissimo il calcio e in qualsiasi squadra gioca aiuta chi gli sta attorno”.
Quanto la fiducia di cui godi alla Fiorentina ti sta aiutando?
“Quando si gode della fiducia di tutti è più facile. Anche al Milan però ho sempre giocato titolare, a parte quando ho avuto qualche problema fisico. Anche lì sono stato bene, poi se non sono riuscito a esprimermi come sto facendo adesso è anche un po’ colpa mia. Sono maturato un po’ più tardi ma ora sto bene, sento la fiducia di tutti”.
Non ti fece arrabbiare quando al Milan non ti diedero la fascia a favore di Bonucci?
“Ci furono tanti cambiamenti e quando non c’è una stabilità come oggi alla Fiorentina è difficile esprimersi. Ci furono tanti cambiamenti e non fu facile. Quando una società si stabilizza con una proprietà, un allenatore e un gruppo di calciatori è tutto più facile”.
Si vede che stai bene in questa idea di calcio e che hai cambiato modo di giocare
“Sì, il mio modo di giocare è cambiato rispetto ai primi anni. Sicuramente per la posizione, ma anche per il modo di giocare della squadra. Quando ero più giovane si giocava un calcio un po’ diverso, si pressava di meno e si giocava più diretto in avanti. Ora invece alla Fiorentina giochiamo con più possesso palla grazie a Italiano: il calcio cambia e bisogna esser bravi nell’adattarsi”.