Irene, non solo Kiteboarding
L’Ingegnere biomedico Irene Tagliente protagonista ai mondiali di Kiteboarding conclude il percorso accademico per Doctor Europæus” L’ingegnere biomedico Irene Tagliente, ottava ai mondiali di Kiteboarding Freestyle, oggi ha completato il percorso accademico per conseguire anche il titolo di “Doctor Europæus” aggiuntivo al titolo ed al valore nazionale di “Dottore di Ricerca” Il titolo di “Dottore di Ricerca” è equivalente al titolo di Philosophiae Doctor dei paesi anglosassoni e a titoli analoghi presenti in altri paesi. Il PhD rappresenta l’ultimo livello di istruzione universitaria mondiale e conferisce allo studente il titolo di Doctor Philosophiae.
Dal 1992 l’EUA – European University Association ha elaborato un marchio di garanzia definito “dottorato europeo” (“Doctor Europæus”) acquisibile in tutti i paesi europei. Il dottorato, in quanto espressione di formazione avanzata per la ricerca, ha un ruolo strategico nella creazione di professionalità potenzialmente competitive a livello mondiale. Si sceglie di affrontare un PhD non solo per intraprendere la carriera accademica, ma innalzare il livello di cultura personale ed avere accesso a posizioni inerenti la Ricerca e Sviluppo all’interno delle aziende. Il titolo di “Doctor Europeus” o anche “European Label” (il titolo completo diventa: “European Doctoral Degree” corrispondente al massimo grado di istruzione universitaria ottenibile.
Le iniziative intraprese a livello comunitario mirano a rafforzare il settore della ricerca(Ser), con l’obiettivo di creare un sistema di formazione superiore che arriva al “European Doctoral Degree”, E’ una sorta di certificazione dell’internazionalità del dottorato ma in Italia pochi dirigenti ne conoscono il significato. Ancora meno lo posseggono. L’ing. Irene Tagliente è laureata in Ingegneria Clinica all’Università La Sapienza di Roma e in Ingegneria Biomedica all’Università di Firenze. Specializzata nella R & S di soluzioni IT per l’assistenza Telemedicina, è abilitata alla professione di Ingegnere Senior – Sezione Ingegneria Industriale. Ha conseguito l’Alta Scuola Specializzazione in Economia con Master in Compliance& Management: Prevenzione del rischio di non conformità dei Processi Organizzativi Aziendali alla Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma. Svolge attività Accademica con seminari presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma nella veste di “Cultore della Materia alla Facoltà di Ingegneria dal 2014 in diverse materie dei Corsi di Laurea in Ingegneria Clinica ed Ingegneria Biomedica dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza.
Dal 2009 fa parte del Consiglio degli Ingegneri di Roma come ingegnere industriale. Ha lavorato per Global Service in ospedali, cliniche private ed Enti legati ai servizi sanitari nazionali come Direttore dei Lavori e poi come Ricercatrice. Con il sogno di poter rimanere in Italia ha svolto attività di Ricerca Scientifica presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù come Ricercatrice Ingegnere svolgendo tra l’altro il ruolo di Coordinatore di diversi progetti scientifici di ricerca. Grazie ai risultati ottenuti ha avviato collaborazioni internazionali con centri di ricerca eteri come il Centro Norvegese per l’e-Health Research (NSE), a Tromsø (Norvegia), dove si è concentrata sull’acquisire la best-practice su come gestire progetti sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) / Electronic Patient Record (EPR) ed implementazione in ambito ospedaliero, sia a livello regionale e di un livello nazionale. Ha anche acquisito competenze sulle infrastrutture di videoconferenza necessari per l’implementazione di soluzioni di telemedicina specifici all’interno delle unità di emergenza e / o un secondo parere, tra i medici con diversi livelli di competenza.
Per poter implementare in Italia nuove metodiche per l’assistenza d’emergenza in caso di calamità naturali. I suoi attuali interessi di ricerca, includono nuova applicazione mHealth e sanità elettronica per applicazioni di telemedicina nei pazienti adulti e pediatrici. E’ stata co-Tutor per diversi M.E e B.E, revisore di riviste scientifiche, è stata chiamata a far parte parte di diversi comitati scientifici di Convegni Internazionali. La sua esperienza ospedaliera e di ricerca in telemedicina le hanno consentito fare 14 pubblicazioni su riviste tematiche con impatto scientifico, nonostante la carenza di budget e spesso autofinanziando l’acquisto della strumentazione necessaria per eseguire i test sul campo. “Tutto ciò non basta – dice l’ing. Irene Tagliente – perché l’ambito contratto Italiano non arriva. I giovani scienziati italiani, formati da Atenei in grado di rendere i nostri ricercatori tra i più appetibili, sono costretti ad emigrare.
L’Italia che ha investito tanto per formarli dimostra di non avere bisogno di loro. La fuga di cervelli inizia ad essere una necessità. I nostri ricercatori infatti non percepiscono contributi. Nonostante il ruolo fondamentale per la crescita del paese, i ricercatori a conclusione dei loro studi o semplicemente al termine delle sovvenzioni per i progetti, per lo Stato Italiano risultano mai occupati e dunque non hanno neanche il diritto ai sussidi di disoccupazione per coprire i bisogni essenziali. Le università italiane risultano apprezzate dai recruiters, ma poco competitive per rapporto docenti-studenti e per tasso di internazionalizzazione” Secondo una delle più note classifiche internazionali, il QS World University Rankings quest’anno sono ben quattro gli Atenei italiani che hanno assunto posizioni di testa della classifica annuale delle migliori università del mondo redatta dalla Quacquarelli Simonds.
Ieri Ben Sowter, responsabile della Ricerca per QS (Quacquarelli Symonds) ha rilevato che “l’Italia è un Paese straordinario e spero che la classe dirigente decida di incrementare l’investimento per le università e la ricerca. Favorire il cambio generazionale tra i ricercatori e fermare la preoccupante emigrazione giovani menti brillanti – ha aggiunto – è fondamentale per aumentare la competitività del paese. Investimenti importanti – pubblici o privati – e continuativi nella ricerca e nella formazione terziaria, sono l’elemento che accumuna i Paesi in crescita”. Anche il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha manifestato orgoglio per il risultato degli atenei italiani. Commentando la posizione delle università italiane nella classifica del QS World University Rankings, ha dichiarato che “L’Italia deve essere orgogliosa per questo risultato: Il rafforzamento del sistema accademico è un rafforzamento del sistema-Paese”