Io sono Leggenda. Io sono Francesco Totti

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Francesco Totti

Totti

Nel 2007 uscì “Io sono Leggenda”, film d’azione con protagonista Will Smith, ambientato in un Mondo post-apocalittico in cui era l’attore afroamericano era l’unico umano superstite. Ieri pomeriggio, alle 15:36, allo stadio “Olimpico” di Roma, il film di Francis Lawrence si è trasformato in realtà: Francesco Totti ha segnato il gol del momentaneo pareggio tra la Roma ed il Sassuolo, squadra arcigna e tosta da non prendere mai sottogamba.

Cosa lega Will Smith ed il Pupone? Cinematograficamente parlando nulla, anche perché ieri nella zona del Foro Italico non vi erano epidemie o zombie, ma il capitano giallorosso è diventato (ancora di più) una leggenda del calcio: la rete del momentaneo 1 a 1 è stata la sua 300a in Serie A, la trecentesima con la casacca della Roma. La Roma ha creato un hashtag ad hoc su Twitter (social network che Totti, a differenza di molti colleghi, usa con il contagocce), “#Totti300”, e ha creato un’immagine stilizzata del volto del giocatore raffigurante tutte le sue reti con la maglia del club.

Il suo nome mancava dal tabellino dallo scorso Roma-Palermo ed era il 31 maggio. Un’attesa spasmodica per uno che ha sempre voluto giocare anche in condizioni precarie, sempre e comunque, per il bene della squadra, che ha sempre messo davanti a sé in tutta la carriera. E a sei giorni dal suo 39° compleanno, ed un contratto in scadenza il prossimo giugno, il Capitano, alla seconda presenza stagionale, ha voluto far capire a mister Garcia che lui può giocare anche dietro le punte. Ma soprattutto giocare, che per un calciatore è fondamentale.

Ma quando nacque il Mito? Era il 28 marzo 1993 e Vujadin Boskov gettò nella mischia l’allora 16enne Francesco Totti negli ultimi minuti di Brescia-Roma. Il 27 febbraio 1994 Carletto Mazzone, core de Roma come lui, lo fece partire titolare contro la Sampdoria ed il ragazzino di porta Metronia, nonostante l’emozione di giocare all’”Olimpico” con la maglia della sua squadra del cuore, non ebbe paura e le gambe non gli tremarono. E la prima rete arrivò il 4 settembre successivo contro il Foggia: un sinistro che ha aperto la strada ad altre 299 magie. E ventuno anni e mezzo dopo, l'(oramai diventato) uomo di porta Metronia che sognava da piccolo di fare la Storia della Roma era ancora li a fare ciò che ha sempre fatto bene, i gol.

Sono inoltre diciassette anni, inoltre, che Francesco Totti indossa la fascia di capitano che è appartenuta, negli anni, a gente di spessore come Fulvio Bernardini, Guido Masetti, Amedeo Amadei, Giacomo Losi, Agostino di Bartolomei, Giuseppe Giannini, Aldair. E proprio “Pluto” gliel’ha lasciata il 31 ottobre 1998 e da allora non l’ha più lasciata: dopo dodici anni la fascia tornava ad un romano de Roma di appena 22 anni.

Tutto il Mondo ci invidia un giocatore di questo tipo: atleta completo, assist man, goleador di sempre del club di cui fa il tipo da quando era piccolo, uomo spogliatoio ed, in primis per la Curva Sud, la bandiera della squadra: Francesco Totti ha disputato finora 745 partite con addosso quella casacca giallo oro – rosso porpora, “mica cotiche” come si dice dalle parti del Colosseo.

Ed in città ci sono ben due murales a lui dedicati, uno nel rione “Monti”, dipinto dopo la vittoria dello scudetto del 2001, e l’altro nel quartiere San Giovanni, grosso come una casa (nel vero senso della parola) ed autorizzato dal Comune.

Anche il Campidoglio, tramite la municipalizzata dei trasporti ATAC, ha deciso di fare un regalo speciale il prossimo 27 settembre ad uno dei suoi cittadini più illustri: solo quel giorno verranno messi in vendita 500 mila ticket di viaggio con l’effige del capitano giallorosso. Prima di lui ebbero questo “trattamento” solo tre papi (nel 2011 Francesco per l’inizio del suo pontificato; nel 2011 Giovanni Paolo II per la sua beatificazione e tre anni dopo per la canonizzazione dello stesso Wojtyła e di Giovanni XXIII). Del resto, per uno che è chiamato da sempre “l’ottavo re di Roma” questo è il minimo.

Totti nonostante abbia sempre giocato con la maglia di una squadra che ha vinto poco nella sua quasi novantennale storia, ha sempre partecipato ai suoi trionfi recenti: dallo scudetto del 2001 alla vittoria di due Coppe Italia consecutive, senza parlare delle presenze in Champions League (e la rete al Manchester City della scorsa stagione, che lo ha reso il marcatore più anziano della coppa) e alle vittorie nei derby (che per i tifosi della Lupa contano un’intera stagione). E la vittoria nel Mondiale tedesco del 2006 con il bagno di folla nel “suo” Circo Massimo, teatro dell’altro bagno di folla (con striptease annesso della tifosa Sabrina Ferilli) del terzo scudetto romanista. Si dice che Totti abbia gettato alle ortiche la possibilità di vincere qualcosa di importante in altre squadre di maggior prestigio e caratura, ma lui ha preferito rimanere a Roma. Magari non vincendo nulla, ma entrando nel cuore di un’intera tifoseria, e di un’intera città, per lui è valso molto di più di scudetti e coppe varie: Francesco Totti è la Roma, la Roma è Francesco Totti. Già si parla di ritirare la #10: spesso intervistato in merito, il Pupone ha sempre detto che chiunque la può indossare. Ma dopo di lui, però.

Il capitano giallorosso oggi ha la fortuna di non avere infortuni che potrebbero compromettere definitivamente la sua carriera, anche perché i tempi di recupero alla sua età sono ardui da sistemare in breve tempo. Il Pupone gioca in una squadra che si è rinforzata molto per lottare definitivamente per la vittoria dello scudetto e fare strada in Champions League in un girone tutto sommato abbordabile (Barcellona a parte).

Quello di oggi è un Francesco Totti sicuramente più maturo, più conscio delle sue possibilità e delle sue qualità: è lontano lo sputo a Christian Poulsen ad Euro2004, è lontano il calcio a Mario Balotelli nella finale di Coppa Italia del 5 maggio 2010, è lontano il tempo dei libri sulle barzellette. Oggi Totti è un padre di famiglia, è un Totti che vorrebbe giocare oltre i quarant’anni, è un Totti che vorrebbe regalare il quarto scudetto alla Roma, è un Totti che non vuole fare il dirigente nel breve periodo, è un Totti che vuole incidere il suo nome nella storia del calcio italiano. E’ un capitano che non ha mai abbassato la testa davanti alle avversità, come il bruttissimo infortunio ad un mese da Germania2006 che gli avrebbe potuto compromettere la “spedizione” e, magari, la carriera.

Ora gli mancano solo trenta reti per eguagliare il record di marcature in Serie A, che appartiene all’ex laziale Silvio Piola. Un record comunque lontano (l’attaccante lomellino si ritirò a 41 anni), ma non impossibile. Ma quando hai una squadra da trascinare sul tetto d’Italia ed una curva da far godere, i record non sono importanti. Sono l’unica cosa importante da infrangere.

ph: Sale/Komunicare