Inzaghi prepara il Milan per il derby

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Inzaghi

Chissà come avranno preso a Milanello la notizia dell’arrivo di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra, se non altro perché la prossima sfida del diavolo sarà proprio il derby con i nerazzurri. L’Inter è in difficoltà e il Milan sperava di dare il colpo di grazia ai rivali di sempre, che però si presenteranno alla stracittadina della Madonnina con un rinnovato entusiasmo conseguente all’arrivo del Mancio.

Non che i rossoneri siano tanto più avanti dell’Inter in classifica: i 17 punti in classifica denotano una prima parte di stagione altalenante, fatta di alti e bassi, in cui l’ultima vittoria risale ad un mese fa, quando la squadra di Inzaghi si impose 3-1 sul campo dell’Hellas Verona, poi una serie di pareggi intervallati dalla brutta sconfitta interna contro il Palermo. La situazione in campo riflette anche la situazione che si è venuta a creare sulla panchina, con l’addio di Allegri, che oggi è primo in campionato con la Juventus, la guida di Seedorf, allontanato con la stessa fretta con cui è stato chiamato, e l’arrivo di Inzaghi. L’attuale allenatore milanista gonfia il petto e difende il suo operato, confidando di rifarsi al modello-Ferguson, e cioè quello di rimanere alla guida del Diavolo per 20 anni.

Quanti anni l’ex attaccante rimarrà alla guida del Milan nessuno può saperlo, rimane il fatto che i tifosi si lamentano, accusano la Società di non operare sul mercato come la storia di una squadra come il Milan vorrebbe. Certo, suona strano che la gente possa prendersela con una dirigenza che ha portato la squadra rossonera a vincere tutto in Italia e nel mondo, ma è da comprendere anche l’idea che, se si fa parte del gota calcistico internazionale, non si possono vivere stagione come le ultime.

Insomma, la Milano calcistica vive un momento buio, ben lontano dai successi d’un tempo, quando un derby valeva molto di più rispetto alla supremazia cittadina. Vincere contro l’Inter, per il Milan, significherebbe dare una svolta alla stagione, guadagnare punti e credibilità, lanciando un segnale forte alle rivali per la corsa ai posti europei.