Queste le parole di Simone Inzaghi in conferenza stampa in vista della sfida di sabato contro il Manchester City.
Finale conquistata con merito. qual è stato il momento di svolta?
“È stato un viaggio lungo, iniziato con i sorteggi estivi che non sono stati fortunati. Insieme allo staff e ala squadra ne avevamo parlato subito, avevamo detto che potevamo fare un bel percorso. Ora siamo in finale, è stato un grandissimo viaggio partito dallo scorso anno”.
Si è preso un momento per fermarsi a pensare a cosa avete fatto?
“Devo essere sincero, ieri ci ho pensato di più, abbiamo lavorato tanto sul City. E poi aggiungo la sera del ritorno col Milan: sapevamo quello che il derby si portava dietro, valeva una stagione. Adesso sto iniziando a pensare di più al City”.
Tutti danno il City superfavorito, che percentuale dà?
“Non sono bravissimo a darle, sappiamo che incontreremo la squadra più forte al mondo, che ha vinto cinque volte la Premier League negli ultimi sei anni. Dovremo essere attenti a fare una gara da squadra, sappiamo che avremo di fronte i migliori, con una rosa fantastica e un allenatore che ha segnato un’epoca. Nel calcio moderno c’è prima e dopo Guardiola, per noi sarà importantissima”.
È la partita più importante della sua carriera e la ripaga di tutte le difficoltà?
“Sicuramente è la più importante, ma penso valga anche per i miei giocatori. Onana e Dzeko hanno giocato delle semifinali, ma non finali. Sarà una serata che ci ripaga di tutti gli sforzi fatti durante l’anno, è stato un percorso pieno di insidie ma, negli ultimi tre mesi, quando ho avuto rotazioni più profonde da poter compiere, penso che l’Inter abbia fatto grandi cose”.
Da calciatore ha battuto due volte su due Guardiola. Che ricordi ha?
“Mi ricordo quelle partite… C’è un aneddoto curioso: nel viaggio di nozze dopo il mio matrimonio, a New York, in un albergo a fare colazione c’era Guardiola che anche lui era a New York nel 2019”.
Avere Lautaro in questo stato di forma è il suo asso nella manica?
“Entrambe le squadre avranno i propri giocatori migliori che dovranno fare la differenza, Lautaro è uno di quelli per l’Inter”.
Il Manchester City insegue il triplete. Aggiunge pressione?
“Ha vinto due titoli, ma due titoli li abbiamo vinti anche noi. Sappiamo che avversario avremo di fronte, ma anche noi abbiamo meritato di essere a Manchester”.
Avrebbe preferito il Real Madrid?
“Sono due grandissime squadre, che in questi anni hanno dominato in Europa, quindi abbiamo tantissimo rispetto per entrambe”.
È vero che aveva azzeccato il risultato di Real-City? E quanta ammirazione prova?
“C’è tantissima ammirazione per Guardiola, per il City, per quello che hanno fatto negli anni. Sentivo che sarebbero arrivati in finale, all’andata era stata equilibrata, nella semifinale dell’anno scorso ci furono i due gol nel recupero del Real ma quest’anno sentivo che la gara di ritorno, lo dissi ai miei figli e a mia moglie, l’avrebbe vinta il Manchester City”.
Lukaku o Dzeko, ha già deciso?
“No. Non ho deciso lì, non ho deciso a metà campo, non ho deciso in difesa: in questo momento, come negli ultimi due mesi, ho la possibilità di scegliere. È la miglior cosa che un allenatore possa avere: negli ultimi due mesi ho potuto alternare giocatori o schierarne altri che nei primi cinque mesi non avevo avuto. Mancano ancora quattro allenamenti e la rifinitura di Istanbul: un allenatore può avere tante idee, ma spesso le cambia. Non ultima contro il Torino: la sera pensi una cosa, la mattina vedi qualcosa che ti fa cambiare idea”.
Calhanoglu è un giocatore ammaiato in Turchia, ma nel City c’è anche Gundogan. Che atmosfera si aspetta?
“Troveremo uno stadio con tanta gente, ci saranno i tifosi del City e quelli dell’Inter, ma anche i tifosi turchi che saranno divisi tra Calhanoglu e Gundogan. Sarà una grandissima atmosfera, giovedì arriveremo lì, mi hanno parlato di un campo in ottimo stato”.
Cosa le ha trasmesso la finale di FA Cup, più fiducia o meno fiducia?
“Più lo vedi e più capisci perché stanno tenendo questi risultati, è una squadra completa, fisica, tecnica, che gioca benissimo a calcio, fa grandissimo possesso e grandissime riaggressioni. Ha pochi punti deboli, troverà di fronte l’Inter: sappiamo che dovremo essere bravi a togliere loro un po’ di possesso e coprire ogni centimetro del campo. Sono veramente bravi a coprire gli spazi”.
Guardiola vuole chiudere un cerchio in Europa. Per il City la vittoria Champions sembra un po’ un’ossessione. Questo può essere un vantaggio a livello psicologico?
“Questo lo vedremo, adesso è difficile da prevedere. Sicuramente sarà importantissima per tutte e due le squadre, per tutte e due le tifoserie. Sappiamo che il Manchester City lo insegue da anni, noi abbiamo fatto grandi passai in avanti, passando da grandi sfide. Adesso ci siamo e cercheremo di fare una grande partita, sapendo quello che troveremo di fronte a noi”.
Quali sono le qualità della sua squadra?
“Ho avuto dei ragazzi che, anche in momenti di defezioni importanti, hanno tirato risorse che non si potevano immaginare. Siamo stati bravissimi, in partite difficilissime per la nostra stagione, che venivano presentate come partite da ultima spiaggia, ma noi sapevamo che erano partite da grande Inter e siamo stati bravissimi”.
Quanto sarà importante partire bene?
“Fondamentale, si può parlare dell’approccio nostro con l’Atalanta o di quello del City con lo United. Sappiamo che il City parte molto forte, noi siamo solitamente attenti e concentrati e dovremo essere molto bravi”.
Se Guardiola è il miglior allenatore al mondo, lei è il più sopravvissuto?
“Guardiola è l’allenatore migliore al mondo, ha segnato un’era: abbiamo tantissimo rispetto e allo stesso tempo siamo orgogliosi di giocarcela. Probabilmente anche qualche sconfitta tanto chiacchierata ci ha portato a giocare questa finale di Istanbul”.
Di cosa ha paura?
“Stiamo parlando di una partita di calcio, di nulla”.
Quali armi in più dello United potete avere sul City?
“Non saprei dirlo, posso dire che l’Inter gioca in maniera diversa dal Manchester United, che è una delle squadre più forti. Ogni squadra ha una filosofia a sé”.
L’Inter ha già vinto il triplete, impedire a un altro club di vincerlo dà motivazioni extra?
“Le motivazioni nel calcio sono importantissime, ho la fortuna di allenare ragazzi straordinari altrimenti non sarebbero arrivati tanti titoli e soddisfazioni. La motivazione è il succo del calcio”.
Cosa pensa del soprannome re di coppe?
“È normale che mi faccia piacere questa nomea. Ho avuto sempre la fortuna di allenare squadre importanti come Inter e Lazio, di avere giocatori importanti. Nelle partite decisive abbiamo sempre fatto grandissime gare, abbiamo sempre difeso e attaccato nel migliore dei modi. È quello che dovremo fare anche sabato col City”.
Una vittoria sabato sarebbe ancora più grande rispetto al 2010 visto il divario economico?
“Io nel 2010 non c’ero e fu un’impresa. È quello che cercheremo di fare anche noi sabato, chiaramente sono due squadre fortissime”.
Lo stato a cui arrivate a questa partita quanto le fa sperare nella capacità di sovvertire i pronostici?
“È dal giorno che il City ha battuto il Real che se ne parla. Lo sappiamo, lo sanno i ragazzi, lo sa la società e lo sanno i tifosi: il calcio è bello per questo, non sempre vince il favorito, di mezzo c’è il campo e ci sono gli episodi delle partite. Dovremo essere bravi a indirizzarli nel modo giusto, soprattutto nelle finali saranno serate equilibrate e sarà l’episodio che farà la differenza”.
Cambierà approccio per fermare un giocatore come Haaland?
“La partita sarà fatta di momenti, è normale che dovremo essere bravi a togliere un po’ di possesso palla al Manchester City, è maestro e ha sempre avuto tanto possesso. Dovremo essere bravi a gestire la palla, non sarà semplice perché faranno tantissime riaggressioni e dovremo essere bravi a soffrire così come a sfruttare i momenti in cui saremo più offensivi del City”.
In Premier contro il City gli avversari si chiudono spesso in difesa. Sarebbe un errore per voi?
“La strategia la vedrete sabato… È normale che al City vada concesso un po’ di possesso, l’hanno fatto tutte le squadre al mondo. Dovremo essere bravi a togliergli delle certezze, sono tanti anni che lavorano insieme e con lo stesso allenatore”.