Derby Inter – Milan e la Milano calcistica che cambia
Una vittoria in extremis con il Rijeka è meglio di una sconfitta – certo – ma per i suoi 81 anni Silvio Berlusconi avrebbe gradito un regalo un po’ più sostanzioso. Un Carletto Ancelotti, per esempio. Chissà cosa pensa, il Cavaliere, del suo Milan che giorno dopo giorno è sempre meno suo. Quasi sicuramente quando guarda Bonucci ripensa a Franco Baresi: capitani entrambi, vero, ma Kaiser Franz la fascia se l’era guadagnata vestendo rossonero fin da cucciolo. Ecco, probabilmente con Silvio Berlusconi al timone il buon Leo quella fascia non l’avrebbe avuta così, gratis, perché nella famiglia Milan un tempo si entrava in punta di piedi, non a colpi di social.
Sicuramente, invece, Patrick Cutrone è di quelli che strappano sorrisi al Cav, che tuttavia ha sentito un bel po’ di prurito qualche mese fa durante la telenovela del contratto di Gigio Donnarumma. A lui, al Presidente, forse sarebbero bastate dieci minuti di chiacchiere da padre a figlio per farlo ragionare. Certamente Berlusconi non vede il calcio che piace a lui, esteta sopraffino del gioco spumeggiante. Lui avrebbe chiamato l’amico Cairo e uno come Belotti non se lo sarebbe lasciato sfuggire. Tra un dribbling di Suso e uno svarione di Zapata, è possibile che oggi il suo telefono abbia squillato e dall’altra parte della cornetta ecco l’altro “pensionato” d’eccellenza di Milano: “Ciao Silvio, buon compleanno, come va?”.
“Grazie Massimo, sei sempre gentile. Ma sì, tutto bene, a parte il Milan…”. Massimo Moratti da parte sua guarda i cugini di sempre dall’alto in basso, ma non basta: “Non dirlo a me, se ripenso ai bei tempi…” avrà risposto il Presidentissimo nerazzurro a quello rossonero. Pochi giorni fa era il compleanno di Ronaldo, quello vero, e già ricordi su ricordi. A differenza di tanti opinionisti, Moratti a fine agosto non era stupito per il mancato arrivo del top player a suo tempo annunciato dal gruppo Suning e per tanto tempo sognato dai tifosi nerazzurri. No, non era stupito perché di mercato ne ha fatto tanto e lui i campionissimi li comprava perché facevano felici i tifosi, anche se il bilancio avrebbe suggerito il contrario. Non si è impressionato nemmeno di fronte agli acquisti del PSG, perché quella lì per lui è roba anni ’90, già fatta e già vissuto: Vieri-Ronaldo, parliamone.
Berlusconi e Moratti nel cuore della Milano calcistica
“Allora ci sentiamo presto, Silvio”, “Grazie ancora, Massimo, e non farti venire strane idee eh, mi raccomando” hanno detto prima di riagganciare. Sulle strane idee non si sa mai, come sembra non sapersi mai davvero fino in fondo cosa succeda in Cina, là dove partono davvero i fili che arrivano fino alla Milano calcistica. Ancelotti, intanto, si consola con un buon rosso vivace e qualche fetta di salame, mentre Montella fa gli scongiuri dopo aver licenziato il preparatore che pare essere un sostenitore della dieta vegana: tra pochissimo c’è il derby e bisogna arrivarci in splendida forma.