Inter vs Juve, un pareggio da decifrare…

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Zero a zero e palla al centro, o meglio a chi il giorno dopo prova a capire il vero significato del pareggio a reti bianche tra Inter e Juve. Quanto alla qualità, ci si aspettava indubbiamente qualcosa in più. Due tempi opposti, quasi speculari: nei primi 45’ l’Inter ha fatto la partita mentre la Juve attendeva timida, nella seconda frazione di gara i ruoli si sono scambiati con i bianconeri padroni del campo mentre i nerazzurri aspettavano senza più avere la forza di ripartire. Un legno a testa – quello di Kehdira oggettivamente più clamoroso -, qualche occasione per parte – forse un tantino più nitide quelle bianconere -, ma per un bilancio esaustivo non si può non partire da ciò che le due squadre volevano prima del fischio di inizio.

Se la Juventus sul campo può aver vinto ai punti, ragionando in centesimi si potrebbe dire 55-45, la partita e il risultato finale sorridono all’Inter, che resta là in alto e impedisce ai bianconeri di avvicinarsi e di riaffacciarsi prepotentemente nella zona alta della classifica. Già, perché la vittoria era fondamentale proprio per la Juventus: per i tre punti, certo, ma soprattutto per dare un messaggio forte ad un campionato che fino ad ora ha visto i bianconeri discontinui e in grossa difficoltà soprattutto nelle partite importanti, vedi Roma e Napoli. Tanto più che la Juventus si presentava a Milano con quasi tutti i titolari disponibili, dopo una prima parte di stagione con troppi infortuni.

L’Inter, da parte sua, aveva due risultati disponibili su tre: vincendo si sarebbe ovviamente proiettata con determinazione e credibilità nella lotta per il titolo, ma anche il pareggio era un risultato più che buono, alla luce appunto di una classifica che oggi può dirsi ampiamente soddisfacente. Se la Juventus, insomma, ha fatto vedere un Cuadrado e un po’ di gioco in più, dall’altra parte proprio la Juventus non ha centrato a San Siro la vittoria e in questo senso il pareggio per i bianconeri suona come mezza sconfitta. Roberto Mancini nel post partita si è mostrato infastidito per qualche critica di troppo ai suoi, un atteggiamento che deriva da un risultato che appunto all’Inter va bene, soprattutto in una partita sempre pericolosa come il Derby d’Italia. E’ un Mancini che in ogni caso dovrà lavorare non poco, perché l’Inter delle ultime tre partite – una sconfitta rovinosa contro la Fiorentina e due pareggi – non è propriamente da scudetto.

Un lavoro, quello del tecnico jesino, che deve necessariamente partire da Icardi e Kondogbia, a inizio stagione considerati i veri top player della squadra e oggi in evidente difficoltà.