Inter, panchina in cerca di padrone

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ESONERATO DE BOER, L’INTER E’ A CACCIA DEL SOSTITUTO. FRA NOMI ESOTICI E SOLUZIONI PIU’ A PORTATA DI MANO, LA PANCHINA NERAZZURRA NECESSITA DI UN SOSTITUTO IN GRADO DI PORTARE SERENITA’ ALL’AMBIENTE.

L’ultima immagine di Franck De Boer in nerazzurro lo vede, laconicamente, alla guida del suo SUV mentre saluta per l’ultima volta Appiano Gentile. Un addio ben remunerato, con 1,3 milioni di buoni motivi per consolarsi il prossimo giugno.

Ma in casa Inter si pensa già all’immediato, ovvero la cruciale trasferta di Europa League a Southampton, per non parlare dell’impegno casalingo contro un Crotone in fase di risveglio. A guidare Icardi e compagni, il tecnico della Primavera, Stefano Vecchi, che avrà fra le mani un primo incarico di peso, ovvero rimettere in corsa qualificazione una squadra che con tre punti in tre partite oscilla pericolosamente sul baratro di una clamorosa eliminazione.

Quello che sconcerta è la totale incertezza che regna in ambito societario, con la “Trimurti” formata da Gardini, Ausilio e Zanetti che ha proposto come guida un tecnico di buon senso, senza appeal internazionale, ma preparato e conoscitore della nostra Serie A, ovvero Stefano Pioli. Fino a ieri sera l’ex allenatore di Lazio e Bologna sembrava in pole position, ma ecco irrompere la Suning, pronta a stroncare l’idea.

E qui entra in scena Kia Joorabchian, che dopo aver proposto De Boer, vuole riscattarsi, approfittando del vuoto di potere che a questo punto è una triste realtà nella stanza dei bottoni nerazzurra, proponendo come alternativa lo Special Two, alias Andrè Villas Boas. Soluzione interessante, anche se rischiosa, dato il curriculum altalenante di un tecnico cresciuto sotto l’ala protettiva di Josè Mourinho, sicuramente con delle buone idee, ma che non ha saputo dare continuità ai suoi risultati. Dopo la vittoria in Euroleague col Porto nel 2011, ha ottenuto un brusco ben servito al Chelsea mentre cercava di ripercorrere lo stesso itinerario del suo mentore; ombre e luci nel Tottenham, dove ha saputo comunque far sviluppare le immense qualità offensive di Gareth Bale, spostandolo dall’iniziale ruolo di terzino sinistro; infine lo Zenit, dove ha vinto un campionato ma in chiave internazionale non è mai riuscito a far compiere il definitivo salto di qualità tanto atteso dalla dirigenza del club di San Pietroburgo.

Il gruppo Suning, dal canto suo, giusto per sparigliare le carte, ha avanzato il nome di Guus Hiddink, già due volte traghettatore del Chelsea; e in quella veste ha compiuto ottimi risultati, sostituendo nel 2009 “Felipao” Scolari, portando il club a vincere 11 partite su 13 in Premier, a vincere una FA CUp e a sfiorare la seconda finale di fila di Champions, sogno spezzatogli da Iniesta allo scadere e da un pessimo arbitraggio di Ovrebo. L’anno passato, alla guida dei traballanti Blues post Mourinho, ha compiuto il suo dovere pur sapendo di avere a che fare con un team già affidato ad Antonio Conte. Accettasse la proposta dell’Inter, vedrebbe il suo mandato prolungato fino al 2018, in attesa che si liberi dall’Atletico quel Diego Simeone che, fin dall’inizio, ha costituito per Zhang Jingdong la scelta principe per iniziare un nuovo ciclo vincente.

ph: Scali/Komunicare