Inter, Dimarco freccia nerazzurra
Il derby contro il Milan sarà decisivo, soprattutto per i rossoneri visto il periodo anche se l’Inter può contare su una spalla in più che si chiama Federico Dimarco, tifoso, calciatore e cuore nerazzurro, che vuole spingere la squadra di Inzaghi verso la vittoria: “Federico Dimarco non è un tifoso dell’Inter, è qualcosa di più. Sin da bambino l’umore delle sue giornate, perfino il colore del cielo, cambiava in base al risultato dei nerazzurri. Figurarsi adesso che quei colori, amati sopra ogni cosa, li porta addosso come fossero una veste sacra. Col Milan poi l’interismo di “Dima” si moltiplica. Basterebbe rivederlo a Riad, megafono in mano, a cantare e ballonzolare assieme agli ultras arrivati fino in Arabia per la Supercoppa. Ma oltre ad essere un riferimento fuori, per i lunghi anni di addestramento nel settore giovanile e in curva, è nel campo che Dimarco sta segnando il cammino. Il primo trofeo della stagione, proprio contro i cugini, l’ha indirizzato lui stesso, segnando il gol dell’1-0 che ha aperto le acque”, scrive La Gazzetta dello Sport.
Dimarco, dal settore giovanile al Milan
E poi ancora: “Esiste un solo leader nella sinistra interista: tornerà nelle sue terre domenica, nella sfida più importante per un milanese del quartiere Calvairate. Sulla stessa fascia, dall’altro lato, incrocerà il capitano del Diavolo, a cui ha fatto venire il mal di denti due settimane fa. Ma con Davide Calabria il rapporto va ben oltre la rivalità cittadina: i due si sono conosciuti nelle nazionali giovanili e hanno ricordi comuni che custodiranno a lungo”.
“A otto anni Federico entrò nel settore giovanile per la prima volta, accolto da Giuliano Rusca, un maestro di calcio e ancora oggi il responsabile dell’attività di base nerazzurra. Fisicamente non sembrava adatto, ma bastava vederlo calciare per cambiare idea. Nel viaggio lungo le giovanili, “Dima” ha levigato gli eccessi, si è trasformato da fantasista timidino a laterale coraggioso. Ha attraversato tutta la trafila con un altro Federico baciato dal talento. Il resto, poi, è storia, proprio comune a tanti ragazzini delle grandi squadre. Prima a 17 anni, nel dicembre 2014, l’esordio in Europa League con Mancini, poi l’Odissea dei prestiti. Nella scorsa stagione prendeva ancora la targa di Perisic, in questa ha fatto scordare Ivan Terribile. Dentro allo spogliatoio, è l’unico vero milanese e custode dell’interismo. In più, è diventato l’amico del cuore di Romelu Lukaku: la rinascita del belga, magari già dal derby, passa anche dalle doti di motivatore di Dimarco”, aggiunge la Rosea.