Dzeko si muove meno e ne fa di più, ma è davvero cambiato il suo gioco?
L’acquisto di Dzeko è diventato un must per la dirigenza nerazzurra nel momento in cui è diventata ufficiale la cessione di Lukaku, il bosniaco doveva arrivare già nella scorsa stagione come vice del gigante belga, invece adesso si trova a prenderne il posto da titolare, con oneri e onori delle aspettative dei tifosi. L’ex Roma dal punto di vista realizzativo è partito col piede sull’acceleratore, 5 gol in 6 partite, quando l’anno scorso ne aveva fatti solo 7 in 27 presenze. Oltre ai gol, le aspettative prevedevano una partecipazione molto attiva alla manovra, cosa che Dzeko ha sempre offerto in carriera, semplicemente in modo molto diverso da Lukaku: se il belga come arma principale usa il fisico, creando spazio per attaccare la profondità con lanci lunghi, il bosniaco partecipa alla manovra in maniera più intelligente, sfruttando la tecnica e i suoi appoggi di prima, non è un caso che diversi gol (tipo quello di Calhanoglu col Genoa) siano nati dall’inserimento dei centrocampisti nello spazio creato dal movimento incontro del numero 9. Anche se non lo si vede sempre in movimento o a sgomitare per difendere palloni alti, non vuol dire che non sia partecipe della manovra, anzi, stando in area di rigore e posizionandosi nel modo giusto, ha già collezionato un bel bottino. Inzaghi ha bisogno di un attaccante che sappia stare al suo posto, occupando l’area in maniera intelligente, considerando anche l’età di Dzeko (35, diventeranno 36 nel marzo prossimo), non gli si può chiedere di fare un lavoro come quello del suo predecessore, quello che può fare, invece, è essere decisivo con i gol al momento giusto, come quello di ieri sera all’Atalanta, e se avesse segnato anche quello al 95’…