La Juventus va a San Siro e ci resta fino alla fine
Sono partite che appartengono a tutti gli amanti del calcio, indipendente della squadra a cui si tenga, della sciarpa che si voglia portare. Un 4-4 a San Siro, per un pareggio mascherato da vittoria per la Juventus. Una gara bellissima, la cui maestosità è sottolineata da un direzione arbitrale che allontana ogni folata di polemica post-partita. Comanda il campo, unico padrone della serata, ma a gioire questa sera c’è un terzo incomodo: il Napoli di Antonio Conte. I bianconeri portano a casa convinzione e autostima, in una delle quelle serate che possono indirizzare la stagione in positivo o in negativo, e Inzaghi questo lo sa, lo sa benissimo.
Errori e sbavature, da ambo le parti, con un’Inter che ne esce maggiormente ferita, in una “quasi sconfitta” tra le mura amiche. Proprio così, perché con due reti di vantaggio, in casa, davanti ai propri tifosi, bisogna vincere, fare il quinto gol, soprattutto per le occasioni avute, e chiudere i conti. E se Marcus Thuram non riesce ad affondare il colpo mortale, Thiago Motta ne approfitta e affida al suo 10 le chiavi per riprenderla. Inzaghi, che aveva subito solo 9 gol nel girone d’andata della passata stagione, è costretto a rivedere la fase difensiva, principalmente per prevenire. Così come per i bianconeri, anch’egli porta il peso delle assenze: quella di Çalhanoğlu e quella non meno ingombrante di Acerbi.
Tuttavia, il tecnico bianconero, che di assenze ne conta tante, ha trovato la convinzione di andarsela a giocare fino alla fine, per cercare soluzioni per aggirare un centrocampo nerazzurro orfano del turco. La tenuta tecnica e mentale sottolineano una serata magnifica, con una rinnovata capacità di soffrire e di crederci, in evidenza alle ingenti richieste fatte da Motta ad ogni sostituzione.
Certo, così come per l’Inter, le assenze della Juventus, hanno un peso specifico voluminoso, aggravato dai due rigori nettissimi procurati e dagli errori individuali, con un margine di rischio di disfatta che accresceva con il passare dei minuti, e dove la Caporetto era lì nell’angolo, a guardare.
Così come le difficoltà bisogna fronteggiare anche i meriti, e quello dell’Inter è quello di essere riuscito a mettere sotto pressione la difesa più solida del campionato, la stessa che, però, ha messo a nudo tutte le proprie fragilità. In virtù di questo: non era forse necessario puntare su Gatti, piuttosto che schierare un Danilo in netta difficoltà?
La necessità di recuperare tutti, Koopmeiners in primis, è quanto mai fondamentale. L’olandese potrebbe già esserci contro l’Udinese. D’altro canto, l’Inter avrà tempo di affrontare due sfide alla portata, quelle contro Empoli e Venezia, per organizzare al meglio la supersfida del 10 novembre contro il Napoli, tra le principali rivali al titolo.