Inter, buon test con il Bayern Monaco

ITALIA- RITIRO ESTIVO FC.INTERNAZIONALE-RISCONE DI BRUNICO- ROBERTO MANCINI PARLA CON LO STAFF TECNICO

Indovina indovinello: qual è la differenza tra il 28 maggio e il 21 luglio? Indovinello stupido, incipit ancora più idiota. Ma il giochino delle date può essere utile per dare un senso all’amichevole di lusso in cui oggi, martedì 21 luglio 2015, il Bayern Monaco ha battuto l’Inter per 1-0, rete al minuto 80 di Goetze. Sabato 28 maggio – parliamo di cinque anni fa – era l’Inter con doppietta del Principe Milito a sbancare, conquistando una Champions League e un Triplete che oggi sono ricordi sbiaditi.

Roberto Mancini, alla vigilia di questa amichevole cinese, aveva paragonato l’Inter proprio al Bayern Monaco: il campo, oggi, ha detto che i bavaresi sono diverse spanne più avanti, ma il mercato che sta conducendo la dirigenza nerazzurra è ambizioso e chissà se tra un paio di anni il gap potrà essere ridotto. Non ha molto senso analizzare il match nel dettaglio: l’avversario era tosto, ma come succede sempre in queste occasioni a fare notizia è stata più che altro la girandola di cambi.

Quantomeno, la nota positiva per Mancini e compagnia è un solo gol subito – solita disattenzione difensiva – a fronte dei tre e due gol presi rispettivamente nei test contro Kickers e Carpi. Kondogbia non ha mai ingranato la quarta, ma attenti a non cadere nel più pericoloso dei tranelli: il gigante francesino è forte, ma avrà bisogno di tranquillità per ambientarsi, entrare in forma e capire a fondo il calcio italiano. Soltanto panchina per Shaqiri, ulteriore prova – non che ce ne fosse bisogno – della sua imminente partenza che innescherà l’altrettanto imminente arrivo di Perisic. Ha sofferto molto a sinistra il giovane Dimarco: Mancini lo apprezza, certo, ma sull’out mancino è previsto un innesto di qualità.

L’impressione è che l’Inter si sia e si stia rafforzando, ma ovviamente un cambiamento così drastico nel numero e nella tipologia di elementi della rosa impone un periodo di rodaggio inevitabile. In questo senso, Roberto Mancini dovrà essere bravissimo nel gestire le enormi aspettative che nutre – giustamente – il popolo nerazzurro assetato di vittorie.