Guardando la classifica attuale della Premier League, dopo la trentesima giornata, si nota che il Leicester ha consolidato il vantaggio sul Tottenham (+5) dopo aver battuto il Newcastle, mentre il West Ham di Slaven Bilić (anche senza giocare) si sta facendo sotto per conquistare il quarto posto in classifica: gli hammers sono a due punti dal Manchester City che a sua volta ha un punto in meno dell’Arsenal, terzo. Insomma, Premier League sempre mai scontata e mai banale.
MANCHESTER UNITED DOVE SEI?
Ed il Manchester United, dov’è? I red devils sono sesti a quattro punti dai citizens e hanno una partita in meno, in quanto sabato, a causa del match di FA Cup contro il West Ham, non hanno giocato contro il Crystal Palace di Chamakh e Cabaye.
Ad oggi, la stagione dello “United” non è positiva: sesto posto in classifica con tredici vittorie, dieci pareggi, otto sconfitte (l’ultima due settimane fa a West Bronwich) con i foxes distanti tredici punti ed il quarto posto Champions quattro, quarti di finale di FA in bilico ed in Football League Cup la partita degli ottavi di finale con il Middlesbrough è finita ai rigori e ha visto prevalere il “Boro”. In Europa, il Manchester United è uscito nella fase a gironi di Champions League per mano del Wolfsburg all’ultima giornata e negli ottavi di Europa League l’eliminazione è ad un passo: 2 a 0 contro il Liverpool ad Anfield road settimana scorsa e domani sera, in casa, i ragazzi di Louis van Gaal dovranno compiere un vero miracolo per rimanere aggrappati all'”Europa del giovedì”. Senza contare i patemi d’animo sofferti all’andata nei sedicesimi contro i norvegesi delMidtjylland, che hanno vinto per 2 a 1, salvo essere poi travolti che gli stessi norvegesi la settimana successiva sono stati travolti al “teatro dei sogni” per 5 a 1.
Fatto sta che lo “United” è in una crisi conclamata. Dopo un avvio di campionato convincente (dieci partite, 20 punti, +7 rispetto alla stagione precedente), la squadra non ha ingranato per tutto fino a Natale, tanto che si è anche parlato di un esonero di van Gaal. Per carità, le stagioni nere capitano a tutti (vedere alla voce “Chelsea”), ma dalle parti di Old Trafford le stagioni nere iniziano ad accumularsi.
Si dice che la colpa sia dei successori di Alex Ferguson: David Moyes, al primo anno, non ha finito neanche la stagione ed è stato sostituito da Ryan Giggs, con il club che chiuse settimo in classifica e dopo venti anni non ha disputato le coppe europee; lo scorso anno van Gaal ha portato la squadra tre posizioni sopra, con una rosa ed una campagna acquisti più che sontuosa.
Ah già, le campagne acquisti: sessanta milioni per Marouane Fellaini e Juan Mata due anni fa; 186 milioni per Luke Shaw, Ander Herrera, Marcos Rojo, Angel di Maria, Daley Blinde Radamel Falcao la scorsa stagione; la scorsa estate Matteo Darmian,Bastian Schweinsteiger, Memphis Depay, Anthony Martial e Morgan Schneiderlin per un totale di 148 milioni di euro solo in cartellini, incassandone però 63 dal PSG per di Maria e dodici dal Fenerbahçe per Robin van Persie e Nani. Insomma, chi tanto spende non è detto che poi a fine stagione goda.
La rosa del ManUnited è di prim’ordine, eppure neanche questa stagione sembra girare bene: otto sconfitte in campionato sono tante, visto che il Leicester ne ha perse solo tre e ha realizzato 51 reti contro le trentasette dei “diavoli rossi”. De Gea e compagni hanno una retroguardia migliore della capolista (e si vorrebbe anche ben vedere!), con solo ventisette reti incassate contro le trentuno dei ragazzi di Claudio Ranieri.
E la colpa di chi è, allora? Perché un “colpevole” ci dovrà pur essere. Gli indizi sono due: la famiglia Glazer, proprietaria della squadra, e Louis van Gaal. Visto che chi paga ha sempre (o quasi) ragione, il tecnico olandese ha più colpe che meriti.
Ovviamente, anche i calciatori non sono esenti da colpe: i top scorer, con appena sette reti, sono Wayne Rooney ed Antony Martial. Quattordici reti in due sulle trentasette segnate dalla squadra, quando la “premiata ditta” di Ranieri, formata da Vardy e Mahrez, è a trentaquattro (19+14). Rooney è fuori per infortunio e ha fatto molto poco, i giovani Depay e Martial stanno deludendo non perché giochino male, ma perché impiegati in ruoli che non sono i loro e sono, quindi, sacrificati; il centrocampo è una diga con gli “impronunciabili” Schweinsteiger e Schneiderlin e dietro il nostro Darmian è, nel complesso, uno dei migliori. Anche la dirigenza ha qualche colpa, sebbene abbia messo sul mercato parte dei soldi incassati dal nuovo sponsor tecnico che investirà milioni su milioni nei prossimi dieci anni: anche il Manchester United si mette a raccogliere le “figurine”, quindi?
Dove sono le colpe di Van Gaal, allora? Arrivato due anni fa dopo il terzo posto conquistato in Brasile dai “suoi” Paesi Bassi, e dopo aver vinto molto su ogni panchina dove si è seduto, il passaggio ai red devils è parso come un voler ritornare alla vittoria, sia per lui che per il club inglese. Ed invece le delusioni sono state più delle soddisfazioni: va bene essere tornati dopo un anno di attesa in Champions, ma ciò non basta, anche visto il calibro dei giocatori presi ed i milioni investiti, ci si aspettava molto di più.
E la squadra ne ha pagato le spese: nervosa, opaca nelle prestazioni con giocatori che invece di fare la differenza sono molto sotto le aspettative. Ripetiamo: le stagioni negative capitano a tutti, ma vedere uno “United” che da tre stagioni non lotta per il titolo è un evento più unico che raro.
Si dice che dalle parti di Old Trafford giri lo “spettro” (di allenatore) di Ferguson: il tecnico scozzese, ventisette anni a Manchester con cui ha vinto di tutto e di più, aveva iniziato male anche lui la sua avventura con i “diavoli rossi” (undicesimo posto il primo anno, poi un secondo, un undicesimo e poi un tredicesimo), ma il ManUnited dei primi anni di Sir Alex non aveva il tasso tecnico di questo di Louis van Gaal.
E passi Moyes che magari è stata una scelta azzardata, ma Van Gaal ha una bacheca molto ricca di trofei e sembrava l’uomo giusto-al posto giusto-al momento giusto.
SI RIPARTE DA MOURINHO
A fine stagione, salvo un’impennata di risultati, il tecnico di Amsterdam verrà messo alla porta e al suo posto arriverà José Mourinho, già pronto per il derby cittadino della prossima stagione contro il ManCity di Josep Guardiola. Non è stato ancora messo nulla di nero su bianco, ma il tecnico di Setubal è pronto a diventare il primo coach portoghese della storia ultracentenaria del club e, di conseguenza, la prossima estate ci potrebbe essere una nuova rivoluzione in squadra.
Rivoluzione che partirà da Marcus Rashford, il giovane attaccante che, pronti via, ha segnato due reti in Europa League contro ilMidtjylland, e che ora sta scalando la gerarchia tra gli attaccanti di van Gaal.
Basterà il ragazzo di Manchester, nonché prodotto del vivaio, a far ripartire la squadra che è stato un esempio di successo e di stile in Europa per oltre vent’anni? I supporter dello “United” ci sperano, ma non sarà per nulla facile.