Il pianto di Weah: “È triste vedere così tanta  gente uccisa dal coronavirus”

Weah da sfogo alle sue preoccupazioni dovute al contagio da coronavirus

George Weah, ex attaccante del Milan e dal 26 dicembre 2017 Presidente della Liberia, in un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” ha affrontato vari temi che vanno dal covid-19 al suo amato Milan.

Queste le sue dichiarazioni

Questo  virus è pericoloso per il mondo  intero, e lo è ancor di più per l’Africa. Stanno soffrendo i paesi che hanno aiutato l’Africa ai tempi dell’ebola, non oso pensare all’idea  che il coronavirus possa estendersi su tutto il territorio africano.  Dobbiamo fermarlo assolutamente per salvare un gran numero di vite  umane, e questo stiamo cercando di fare. Ma sono preoccupato. Voglio  prendere le decisioni giuste per salvare la mia gente. Se il virus si  diffonde in Africa con la stessa violenza con la quale ha attaccato  l’Europa qui avremo un problema molto molto serio. Nel mio Paese al momento abbiamo solo tre casi e ancora prima che  fosse trovato il primo positivo eravamo partiti con le misure  preventive, soprattutto in tema di controlli all’aeroporto .Il primo caso l’abbiamo scoperto  qualche giorno fa e stiamo cercando in tutti i modi di confinare il  contagio. Il virus è arrivato da fuori e abbiamo rintracciato tutte le persone che sono state in contatto con lui. Alla Sanità stanno facendo un grande sforzo, e da parte del governo c’è stata una reazione  immediata. Questa è una pandemia ed è tristissimo vedere così tanta  gente uccisa da questa malattia. È un tema molto complicato, è un  virus duro, difficile da combattere e per questo stiamo facendo un  grandissimo sforzo per tenerlo lontano dalla Liberia”.

L’ex bomber del Milan prosegue parlando della positività al covid-19  del suo ex compagno in rossonero, Paolo Maldini:

“L’ho saputo ieri, ho visto le loro foto e le ho condivise. Sono molto triste. Il mio  pensiero e il mio affetto più sincero vanno a lui e tutte le famiglie  delle tante persone colpite dal virus o che hanno perso persone care.  Spero che Paolo e Daniel possano curarsi rapidamente. Sono tante le  squadre di calcio che hanno problemi, ma questo è un aspetto  marginale: la grande preoccupazione per me è legata al fatto che  nessuno sa che cosa stiamo affrontando. Mio figlio è in Francia in  quarantena ed è la cosa migliore che possa fare”.

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