Prime giornate e prime sensazioni sul campionato di serie A
Dopo cinque giornate si possono cominciare a tirare le prime somme, seppur molto provvisorie, del terzo torneo dell’era Covid…
Nato come “il campionato senza padroni” o delle “nuove sette sorelle” (in ricordo degli anni a cavallo tra un millennio e l’altro), i primi verdetti hanno soltanto in parte confermato le aspettative, presentando in qualche caso dei nuovi protagonisti ma anche alcune imprevedibili delusioni sia a livello individuale sia di squadra.
Milanesi col vento in poppa
Le milanesi in questo primissimo scorcio di stagione hanno risollevato sensibilmente le proprie quotazioni nella corsa scudetto: l’Inter, campione in carica, era comunque tenuta in grande considerazione ma le partenze di alcuni calciatori ritenuti fondamentali nel successo dello scorso anno, Lukaku ed Hakimi in particolare, ed il cambio di allenatore, sembravano averne minato le potenzialità. Marotta invece, da grande stratega, è riuscito a rimpiazzare i partenti con calciatori forse meno altisonanti ma di sicuro affidamento e particolarmente funzionali al progetto tecnico-tattico di Inzaghi (vedi Dzeko) che a sua volta ha dimostrato grandi capacità nel calarsi immediatamente nella nuova realtà, adattando il suo gioco al materiale umano a disposizione e viceversa.
Stesso discorso sull’altra sponda dei navigli: con Donnarumma e Calhanoglu in meno e con Ibra acciaccato e con un anno in più, in pochi scommettevano sulla conferma del “diavolo” ai piani alti della classifica. Pioli e la società sono stati in grado invece di reggere l’urto delle critiche e tirando dritto per la loro strada hanno puntato soprattutto sui talenti giovani già all’interno del gruppo (Diaz e Tonali), centrando anche qualche colpo sul mercato senza svenarsi in maniera esagerata.
Juve in difficoltà nonostante Allegri
Opposta la situazione in casa Juventus; prima del prematuro ed in parte imprevisto addio di Cristiano Ronaldo, la maggior parte degli esperti indicava nella Vecchia Signora la favorita per il titolo, soprattutto in virtù del ritorno in panchina di Max Allegri, l’uomo dei cinque scudetti consecutivi. Invece il tecnico al momento non è riuscito a coprire quelle falle che già nella scorsa stagione avevano reso irto e pieno di ostacoli il cammino dei bianconeri, privi di un vero leader a centrocampo e con troppi buchi in difesa; l’assenza di CR7 e delle sue reti provvidenziali stanno sta facendo la differenza in senso negativo.
Il Napoli sogna lo scudetto
Chi sta andando oltre le aspettative è senza dubbio il Napoli nel quale Spalletti è riuscito a trasformare il difetto di un sostanziale immobilismo sul mercato nel pregio di avere una stabilità ed una continuità che superano di gran lunga le ovvie scosse di assestamento tipiche di un cambio di panchina. La riesplosione di Koulibaly e la valorizzazione di Insigne, nonostante il contratto ballerino, stanno a testimoniare un’unità di intenti che era visibilmente mancata nelle ultime stagioni, esaltata dalla vena realizzativa di Osimhen. Se De Laurentiis riuscirà a tenere a freno la sua vena polemica frustrando le sue manie di protagonismo, potrebbe scapparci davvero la sorpresa…
Bene la Roma, malino la Lazio
Le romane per ora vanno in chiaro scuro; bene, anzi quasi benissimo la Roma, inciampata e scivolata sulla buccia di banana Hellas proprio sul più bello ma comunque protagonista di una prima parte di stagione di grande rilievo, in tipico stile Mourinho: squadra tosta, quadrata e mai arrendevole, in grado di ottenere il risultato anche soffrendo. Più difficile il trapianto delle idee tattiche di Sarri sul tessuto biancoceleste, ormai consolidato dopo diversi anni sotto la guida di Inzaghino; la società non ha approfondito ed allungato sufficientemente la rosa a disposizione del tecnico toscano, lasciando scoperto il ruolo di vice-Leiva e quello di un centrale difensivo che sia qualcosa di più dell’adattato Patric. Resta poi da capire quanto le difficoltà palesate finora nell’impostazione della manovra derivino dalla fase di apprendimento delle nuove nozioni tattiche e quanto dalla reale capacità di alcuni elementi di calarsi nel nuovo ruolo, soprattutto a livello mentale.
Atalanta stabile, Cagliari in difficoltà; Fiorentina e Torino crescono
Stabili le quotazioni dell’Atalanta, abituata a partenze “diesel” per poi esplodere nel momento cruciale del campionato. Gli orobici sembrano a tratti meno travolgenti rispetto alle ultime edizioni ma sono solidi e promettono di restare in agguato fino alla fine.
Tra le formazioni che sgomitano alle spalle delle più accreditate, sperando di inserirsi nel novero “europeo” qualora qualcuna dovesse toppare la stagione, i primi segnali positivi sono giunti da Fiorentina e Torino, rivitalizzate da due tecnici come Italiano e Juric in grado di dare da subito la loro impronta alle rispettive compagini: bel gioco, fantasia e coraggio per i viola, tenacia, determinazione e grinta per i granata.
Dietro sorprende l’andamento del Cagliari, atteso ad una stagione più tranquilla ed invece già impelagato nelle pastoie della zona retrocessione e costretta al cambio di allenatore al pari del Verona, beneficiato subito dal passaggio alle cure di Tudor, già guaritore da quelle parti nelle peggiori stagioni udinesi. Proprio i friulani, frenati dal doppio k.o. con Napoli e Roma, rappresentano forse la più bella novità del campionato e si candidano ad un torneo più sereno rispetto al recente passato.
Salvezza dura per le neopromosse
Le neopromosse: in evidente difficoltà Salernitana e Venezia, anche se i lagunari sono stati in grado di racimolare 3 punti superando a domicilio una diretta concorrente come l’Empoli. Proprio la squadra toscana, grazie ai due successi ottenuti in trasferta, si trova al momento nelle migliori condizioni per lavorare con maggiore tranquillità anche se in quella zona della classifica la situazione è ancora tutta in divenire.