Il morso del viola Kalinic
Che strano il calcio: da hombre del partido dello scorso campionato a uomo-mercato in estate, da attaccante abulico fino a settimana scorsa al ritorno all’essere hombre del partido in due partite giocate. Questo è Nikola Kalinić, attaccante che sembra essere uscito da quel limbo involutivo che lo aveva contraddistinto fino a giovedì scorso.
E la doppietta europea contro lo Slovan Liberec sembra aver rotto l’abulia di un giocatore che lo scorso anno è stato il fiore all’occhiello della bella Fiorentina di Paulo Sousa che cercò fino all’ultimo di conquistare quel terzo posto Champions poi diventato quinto.
Kalinic, arrivato a Firenze dal Dnipro per cinque milioni di euro, quest’estate era sui taccuini di molte squadre che avrebbero fatto follie per portare l’attaccante spalatino nella propria rosa. Sembrava vicino al Napoli ma è rimasto sull’Arno con la sua numero 9 sulle spalle.
Dopo il gol contro la Juve nella prima giornata, il buio. In Europa League, a parte il gol contro il Qarabag. poca roba o nulla. E tutti a chiedersi: dove è finito il vero Kalinić? Che sia un giocatore come tanti e non quel fenomeno che fece dodici reti in campionato ed uno solo in Europa la scorsa stagione?
Così pareva fino a giovedì: doppietta allo Slovan, Fiorentina in vetta al girone J di UEFA Europa League e domenica pomeriggio tripletta (leggasi t-r-i-p-l-e-t-t-a) al Cagliari che da respiro alla Viola e che fa tornare alla ribalta il forte attaccante croato.
Il tifosi della Fiorentina, che temevano di affrontare un campionato interlocutorio, ora possono guardare al resto del torneo con meno ansia.
Alla fine del campionato manca ancora tanto, ma se Kalinić torna ad essere il cecchino infallibile dello scorso torneo, la Fiorentina ha tutte le carte in regola per lottare per un posto in Europa e cercare l’assalto a quella fine di Europa League che manca dal 1990, quando a guidare la Viola in finale di Coppa UEFA c’era Roberto Baggio. Ecco Kalinic non è affatto Baggio, ma l’attaccante di Salona è un attaccante molto forte che vive per il gol. E quando non fa gol, soffre. Ora sembra rinato e non c’è cura migliore per un attaccante “malato” che fare gol.
Si spera che la tripletta del “sant’Elia”, unita alla doppietta europea, possa dare a Nikola Kalinić quella capacità di “mordere” le difese avversarie che gli sembrava non appartenere più. E pazienza se delle sette reti che ha segnato finora, una sola l’ha segnata al “Franchi” in Europa League.
Nikola Kalinić bomber da trasferta? I numeri sono questi e lui sembra preferire gonfiare le reti lontano dalle mura domestiche. Ma ai tifosi della Fiorentina interessa che la squadra esca dal pantano della metà classifica. E che il numero 9 croato segni, a prescindere se in casa o fuori.
Basta che morda, come sa.