Il Mondo del Calcio dice addio a Ghiggia

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Il Dio del calcio spesso si diverte a giocare con il destino, con le date, con le ricorrenze. Se ce n’è una di data che per gli amanti del football, quello vero intenso e sanguigno, non è, e non sarà mai come le altre quella è il 16 luglio. Già, perché il 16 luglio del 1950 è avvenuto il più grande dramma calcistico di un’intera nazione, il celebre maracazo, la sconfitta cioè del Brasile padrone di casa nella finale del mondiale contro l’Uruguay.

200 mila persone disperate per colpa di un giovane calciatore uruguagio, un ventiquattrenne di Montevideo che, sessantacinque anni dopo, proprio in quello stesso giorno ci ha abbandonati, Alcides Ghiggia, morto proprio nel giorno in cui cadeva la ricorrenza della partita che lo ha reso immortale. Per chi è nato nell’ultima parte del secolo scorso Ghiggia è un ricordo in bianconero di qualche cassetta o filmato dell’epoca, di una storia su un libro o di un racconto di qualche genitore, un ricordo romantico però, magico, di un calcio che non si è vissuti ma che, anche a distanza di anni, è stato così forte da rimanere indelebile nella memoria di tutti, di ogni amante di questo meraviglioso gioco. Già, perché, le immagini, i libri , i racconti di quel maracanazo, un brivido lo hanno fatto venire per forza a chi ancora oggi si emozione per una palla che s’infila sotto il sette o per una sovrapposizione.

Ghiggia è stato l’ultimo ad andarsene di quel calcio, di quel pallone di cuoio, delle magliette di lana, dei numeri cuciti a mano e delle gradinate gremite. Nella sua carriera, oltre al glorioso 16 luglio 1950 ha militato molto in serie A, nella Roma, dove ha giocato per ben otto stagioni realizzando 19 gol in 201 presenze e vincendo la coppa delle fiere, e nel Milan, poche presenza, solo quattro , ma nell’anno in cui i rossoneri hanno vinto il campionato. Un uomo che nei suoi ottantotto anni di vita ha fatto veramente di tutto, ci ha lasciati nella sua casa in Uruguay, dopo esser caduto in povertà e ricordato solo dai grandi amanti del calcio, proprio per quel 16 luglio, per quell’incubo inflitto ad un intera nazione, il Brasile, che non l’ha mai del tutto dimenticato e superato.

Ghiggia ultimamente era stato inserito nella hall of fame della Roma, riconoscimento che lo aveva riempito di orgoglio e di gioia, essere ancora ricordato dopo tanti anni, ma si sa, i grandi campioni come lui sono eterni, sono immortali.

foto tratta dal web