Il basket americano torna nella bolla di Orlando: ospiterà la G-League

Bolla Orlando NBA

Dopo diversi mesi di discussioni ed organizzazione, la G-League sta oggi definendo un accordo che permetterebbe alle sue squadre di tornare sul parquet all’interno della bolla di Orlando, lo stesso campus Disney che ha ospitato la NBA durante gli scorsi mesi. La G-League è una lega di sviluppo composta da squadre affiliate proprio a quelle NBA, con contratti e giocatori legati a filo doppio.

Le date fino ad ora pianificate per la nuova stagione prevedono un primo raduno delle squadre per i controlli del caso il 19 gennaio, per poi arrivare tutte insieme all’interno della bolla il 26 dello stesso mese. Il calendario delle gare partirà l’8 febbraio e prevederà dalle 12 alle 15 uscite per ciascuna compagine coinvolta, con i playoffs che invece si giocheranno tra il 5 e il 9 marzo.

Non tutte le franchigie NBA hanno comunque deciso di aderirvi, i seguenti mercati hanno infatti preferito rinunciare a spedire la propria rappresentativa per poter tenere a propria disposizione i giocatori che altrimenti sarebbero irraggiungibili all’interno della bolla: Atlanta (College Park Skyhawks), Boston (Maine Red Claws), Chicago (Windy City Bulls), Dallas (Texas Legends), Detroit (Grand Rapids Drive), Los Angeles Lakers (South Bay Lakers), Miami (Sioux Falls Skyforce), Milwaukee (Wisconsin Herd), Phoenix (Northern Arizona Suns), Sacramento (Stockton Kings) e Washington (Capital City Go-Go; useranno Erie).

G-League che vedrà poi l’esordio dell’Ignite Team, una squadra preposta allo sviluppo di quei prospetti candidati al Draft NBA che hanno deciso di non passare per il college. Quest’anno tra i nomi più interessanti potremo trovare Jonathan Kuminga, Jalen Green, Daishen Nix e Isaiah Todd, oltre ai talenti internazionali rispettivamente da Filippine e India Kai Sotto e Princepal Singh.

Quella che potrebbe a prima vista apparire come un’ottima notizia per giocatori alla ricerca di visibilità come l’italiano Nico Mannion, deve comunque essere analizzata anche dal punto di vista dell’indisponibilità rispetto alle convocazioni NBA durante lo svolgimento del torneo. Certo, la possibilità di mettersi in mostra per quelle settimane sarebbe comunque interessante e starà alle franchigie stabilire quali saranno i prospetti sacrificabili o con assoluto bisogno di mettere minuti competitivi nelle gambe.