I Rockets ridotti all’osso perdono ma Harden batte un colpo da 44 punti

James Harden Rockets

Arriva finalmente l’esordio nella stagione 2020/2021 per gli Houston Rockets, dopo che la prima uscita contro gli OKC Thunder era stata rimandata per via dei protocolli sanitari. Arriva, in effetti, alla fine di una settimana che definire complicata sarebbe un eufemismo.

Houston si è infatti presentata sul parquet dei Portland Trail Blazers con soli nove effettivi a disposizione, con buona parte del roster fermata proprio a causa dei protocolli di tracciamento dei contatti di un caso positivo. Niente John Wall, niente DeMarcus Cousins né Eric Gordon quindi, ma con un James Harden finalmente a disposizione dopo quattro giorni di quarantena in seguito ad una violazione personale dei protocolli.

Alla fine per i Rockets è arrivata una sconfitta pronosticabile, al netto di una rotazione che poi è stata praticamente a sette uomini, ma che grazie alla super prova di Harden stesso i Blazers hanno potuto suffragare solo all’ultimo possesso dell’incontro. Nonostante la recente sovraesposizione mediatica, infatti, la stella dei suoi ha offerto una prova da 43 minuti e 44 punti, con ben 17 assist. E probabilmente con un saluto a chi lo descriveva distratto e fuori forma.

Alla termine della sconfitta per 126-128, comunque, Harden non si è sbilanciato, definendo la sua prova “sufficiente”, sottolineando: “Troppe palle perse (4, ndr). Comunque, a parte quello è stata la prima partita da 40 minuti per me. Sento che la mia condizione può ancora migliorare, ma non è affatto male. Penso che siamo stati noi a permettere loro di seminarci.”

Esordio ufficiale anche per il nuovo capo allenatore di Houston, Stephen Silas, che ha raccontato: “Sono orgoglioso del modo in cui abbiamo combattuto. Dobbiamo ripulire ancora alcune cose, chiaramente. Ma sono davvero così orgoglioso di come questo gruppo abbia combattuto nonostante le circostanze.”