Analizziamo l’annata Horror dell’Arsenal, da 20 anni mai così in basso in Premier League
L’ultima volta che l’Arsenal si classificò al quinto posto in Premier League era la stagione 1995/1996. La stagione successiva invece si piazzò al 3° posto, qualificandosi in Champions League. Da quel momento in poi, i Gunners stabilirono un record: a parte la stagione 1997/1998, i londinesi si sono sempre qualificati alla fase a gironi della coppa più importante d’Europa. I picchi furono la finale persa allo Stade de France contro il Barcellona il 17 maggio 2006 e la semifinale della stagione 2008/2009, oltre alla finale persa di Coppa Uefa contro il Galatasaray ( provenendo dai gironi di Champions) nella stagione 1999/2000.
Diciannove anni dopo, l’Arsenal si è classificato ancora al quinto posto dopo una stagione complicata che ha visto la squadra tribolare molto. Koscielny e soci hanno conquistato 75 punti, a – 1dal Liverpool (che torna nell’Europa che conta dopo tre stagioni, anche se dovrà passare dalle forche caudine dei preliminari) e a diciotto dai campioni d’Inghilterra del Chelsea. Il punto più basso di questa stagione per l’Arsenal è stata la doppia sconfitta contro il Bayern Monaco negli ottavi di Champions League: doppio 5-1!
Una stagione orrorifica per i Gunners, con l’aggiunta di aver speso tanto (ed incassato poco) nelle campagne di rafforzamento e che porterà di conseguenza a vendere qualche “pepita d’oro” in estate, visto che l’Europa League non è munifica come la Champions.
Cosa accomuna la stagione 1996/1997 e quella appena conclusasi? La prima e (forse) l’ultima di Arsène Wenger sulla panchina dell’Arsenal. Arrivato nell’autunno del 1996, in queste due decadi ha contribuito a guidare i Gunners alla vittoria di tre Premier, sei Coppe d’Inghilterra, sei Charity Shield, oltre a sei secondi posti e rendere la squadra, nonostante tutto, una delle grandi del calcio europeo ma al tempo stesso una delle più incompiute: l’unica soddisfazione (se si può dire tale) è stato l’essere stata per trentanove minuti avanti di un gol nella finale contro il Barcellona, salvo poi poi subire una cocente sconfitta. Poca roba, anche se il club ha un seguito importante in Patria e nel resto d’Europa.
E’ stata una stagione molto travagliata per la squadra e per il tecnico di Strasburgo, con il pubblico che per la prima volta ha protestato contro di lui. Il picco negativo tra supporters e coach si ebbe a Hawthorns, stadio del West Brownich Albion, il 18 marzo scorso, quando nel settore ospite apparirono diversi striscioni contro Wenger esortandolo a dimettersi. Un peccato di lesa maestà? Forse.
L’ultimo obiettivo stagionale è la finale contro il Chelsea in FA Cup di sabato, con la possibilità per i Gunners di vincere la coppa per la terza volta in quattro stagioni. L’eventuale vittoria non porterà la squadra in Champions il prossimo anno, ma almeno potrà essere uno zuccherino per questa amara stagione che ha visto anche il mancato festeggiamento di una ricorrenza sacra per i tifosi dell’Arsenal, il St. Totteringham’s Day: per la prima volta dal campionato 1994/1995, il Tottenham ha chiuso davanti in classifica all’Arsenal nel derby cittadino che ha sempre visto i biancorossi prevalere in classifica. Spurs per la seconda volta consecutiva secondo in campionato, ma titolo che da quelle parti manca dalla stagione 1960/1961.
Le uniche note positive di questa stagione per l’Arsenal rimarranno i quattordici risultati utili consecutivi tra la seconda e la quindicesima giornata del girone di andata, tra cui la netta vittoria contro il Chelsea all’Emirates per 3-0 che poté costare la panchina a Conte ed il match di FA Cup contro i dilettanti del Sutton United, militanti in National League (l’equivalente, più o meno, della nostra Eccellenza) vinto per 2-0. Che beffa: otto mesi dopo, Conte campione e Wenger a rammaricarsi per una stagione deludente.
Il migliore della rosa del club nato nel 1886 in questa stagione è stato senza dubbio Alexis Sanchez, sempre più decisivo e sempre più top player: 24 gol in Premier e altri cinque tra Fa Cup e Champions per un totale di ventinove reti, dieci in più di Walcott e tredici in più di Giroud. Quest’ultimo però ha scritto una grande pagina di calcio con il gol di tacco (“colpo dello scorpione”, in gergo tecnico) contro il Crystal Palace il 1° gennaio. Per il resto, una stagione normale e senza squilli per lui.
Con la squadra qualificata alla fase a gironi di Europa League, il board dei Gunners dovrà compiere una rivoluzione in estate, visto che molti giocatori non è detto che rimangano a giocare senza la Champions ed è proprio Sanchez uno dei più papabili all’addio. Bisognerà trovare anche (forse) l’erede di Wenger: si parlava tempo fa di Max Allegri, ma una eventuale fumata bianca avverrà (nel caso) solo dopo la finale di Cardiff.
Basterà la vittoria in FA Cup a far tornare il sorriso ad una delle tifoserie più passionali d’OltreManica cui non piacciono…i film dell’orrore? Perché questa stagione è stata davvero un film dell’orrore. Costato tanto.