Max e Pep in crisi
Il week end calcistico appena trascorso ha decretato, nonostante siamo a metà gennaio, due cose importanti: la Serie A si è riaperta, la Premier League è (virtualmente) chiusa. La vittoria casalinga della Fiorentina contro la Juventus e la vittoria in trasferta del Chelsea in casa degli ex campioni d’Inghilterra del Leicester City hanno decretato due verdetti certi.
La Roma ed il Napoli stanno facendo sentire il loro fiato alla Juventus (che ha una partita in meno) portandosi a -1 e -4 punti in classifica, mentre i Blues hanno sette punti di vantaggio sulla coppia Tottenham-Liverpool e +8 sui gunners.
Ma in Premier ha fatto scalpore la pesante sconfitta del Manchester City a Goodison Park contro l’Everton: una sconfitta senza appello che toglie i citizens dalla corsa alla vittoria del titolo, essendo Kompany e compagni a dieci punti dalla squadra di Antonio Conte.
Diciamo che Juventus e ManCity non se la passano bene. Soffermiamoci quindi sui loro due allenatori.
Allegri e Guardiola sono contestati dalle proprie tifoserie…e questo fa specie: il tecnico è reduce da due scudetti consecutivi, due Coppe Italia consecutive e una finale di Champions ed è uno dei migliori tecnici bianconeri degli ultimi anni (meglio di Conte, per intenderci), mentre il mago del tiki-taka dopo un avvio shock (sei vittorie nelle prime sei partite di campionato) è in crisi e a oggi ha perso già cinque partite e nonostante la sontuosa campagna acquisti estiva pare un altro Manchester City.
Non stiamo dicendo che i due allenatori siano “scarsi”, ma qualcosa non va per il verso giusto. Poi magari la Juventus diventerà esacampeon e il City recupererà terreno in campionato e magari arriveranno a giocarsi la finale di Cardiff, ma da qua a maggio i due tecnici dovranno necessariamente cambiare passo.
Cosa si incolpa ai due mister? Ad Allegri di non leggere le partite (un problema che spesso e volentieri si ripete), a Guardiola di non saper spronare la squadra durante i momenti critici. Per carità, una sconfitta capita a tutti, ma la sconfitta contro i toffee è stata pesante: nessun tiro in porta, Aguero lasciato al suo destino e la difesa che ha fatto acqua da tutte le parti. E per la seconda volta in stagione è arrivato un altro 4 a 0: dopo il poker dei cugini del Liverpool, il 19 ottobre era arrivato il 4 a 0 contro il Barcellona. Ma sono i numeri ad essere impietosi per i Pep boys. E i numeri non mentono mai: cinque sconfitte dopo 21 partite quando solitamente le squadre di Guardiola perdevano 1-2 partite di campionato a stagione, la difesa è un po’ troppo ballerina (26 reti finora incassate, troppe) e l’attacco non punge come dovrebbe (41 reti segnate quando con Barça e Bayern a questo punto del campionato era di gran lunga oltre i cinquanta gol).
In casa Juve, nonostante il vantaggio in classifica e la partita da recuperare contro il Crotone, invece ad Allegri si imputa di far giocare male la squadra e di leggere male le partite. Va bene che perdere a Firenze non fa mai piacere alla Juventus (vedere il 4-2 del 20 ottobre 2013 dopo lo 0-2 iniziale), ma a oggi Buffon e compagni sono primi in campionato, sono nei quarti di Coppa Italia ed approdati agli ottavi di Champions League da primi del girone. Come ha detto il tecnico di Livorno in conferenza stampa “di più non possiamo fare!”.
Il campionato per entrambe è ancora lungo (diciotto partite i bianconeri, una in meno per inglesi), a febbraio arriverà la Champions con entrambe le squadre impegnate contro avversari non impossibili da superare (Porto per i bianconeri, Monaco per i citizens). Allegri e Guardiola dovranno cercare di lasciarsi dietro gli avversari (la Juventus) e non lasciarsi andare in classifica (il Manchester City), onde evitare spiacevoli sorprese a fine stagione. Leggasi: bye bye anticipato.
Sappiamo che Allegri è un tecnico che riesce a dare una scossa all’ambiente (vedasi lo scorso campionato ciò che successe dopo Sassuolo-Juventus del 28 ottobre 2015) mentre Guardiola è tutto da scoprire, perché da quando lo conosciamo come allenatore mai ha avuto una classifica così amara e fa specie vederlo così indietro in classifica: il suo palmares parla di 21 titoli nelle ultime sette stagioni ed il suo peggior piazzamento in campionato tra Barcellona e Bayern Monaco parla di un secondo posto con i catalani nel 2011/2012.
Max e Pep sono in crisi. Diametralmente opposti, ma sono in crisi.
Allegri ha l’attenuate degli infortuni, Guardiola di non essersi ancora immedesimato nel calcio inglese e la notizia del suo addio al calcio tra 3-4 stagioni non lascia presagire nulla di buono. Non tanto per lui, ma per i tifosi del City che a metà gennaio sono già fuori dalla lotta per la conquista di due titoli (Premier e English Football League Cup , eliminati dai cugini dello United) sui quattro preventivati (Champion League e FA Cup).
La Juve dal canto suo deve recuperare (l’8 febbraio) il match contro il Crotone rinviato per la sfida di Doha di Supercoppa, è nei quarti di Coppa Italia e attenderà il Porto con la possibilità di approdare ai quarti. Però c’è un però: pesano come un macigno (almeno qui in Italia) le quattro sconfitte racimolate dai bianconeri in campionato (tutte in trasferta contro Inter, Milan, Genoa e Fiorentina) e l’aver perso per la seconda volta in tre anni la Supercoppa italiana ai rigori contro buone squadre (Napoli e Milan) ma non “squadroni”. E questo per la Juve “trita-sassi” in Italia dalla stagione 2011/2012 è uno smacco. E non da poco. E le prossime partite saranno toste per i bianconeri: Lazio ed Inter in casa, con in mezzo la trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo.
Si dice che ogni sconfitta sia salutare per ogni squadra e per ogni allenatore. Che sia di buon auspicio sia per Allegri che per Guardiola. E per i tifosi di Juventus e Manchester City, soprattutto.