Questa sera, alle ore 23, terminerà il calciomercato estivo edizione 2016: dopo sessantadue giorni di frenetiche trattative, suonerà il gong sulla “cosa” che fa impazzire di gioia ed annoiare (ed arrabbiare) allo stesso tempo milioni di tifosi.
Tutte le squadre professionistiche hanno usato questa finestra di mercato, iniziata lo scorso 1° luglio, per rafforzare le proprie rose, cedendo i giocatori in esubero e dando in prestito giovani che non avrebbero avuto spazio, con lo scopo di farli maturare.
Per i malati di questo “happening”, l’appuntamento ora è con l’inizio di gennaio con la “finestra” invernale, quella dove si cercherà di “correggere” gli errori fatti in estate. Ma pensiamo a ora, non al poi.
Dall’altro ieri, l'”ATA Hotel Executive” di Porta Garibaldi non è più il luogo fisico degli ultimi colpi, ma sarà un’altra struttura ricettizia di Milano: lo “StarHotel Business Palace” di Rogoredo, nella zona sud-est della città meneghina. Nonostante il cambio di location, il leit motif non cambia e siamo sicuri che fino alle ore 23 ci sarà la volata alla ricerca del colpo migliore, milionario o meno. In Serie A si è giunti alla seconda giornata (e la pausa-Nazionale farà bene ai nuovi acquisti per iniziare a prendere bene le “misure” dei loro nuovi ambienti), mentre il campionato cadetto e quello di Lega Pro hanno aperto i battenti lo scorso week end ed i direttori sportivi, tramite i loro allenatori, sanno su cosa dover puntare per puntellare le loro squadre.
Il calciomercato in questi ultimi anni, grazie anche ai social network e al proliferare di tantissimi siti ad hoc di notizie di mercato (spesso a metà tra le “bombe” e le “bufale”), ha permesso ai tifosi di seguire passo dopo passo l’evolversi del mercato e di confrontarsi con altri tifosi: tutti quanti si improvvisano direttori sportivi, presidenti (con i soldi degli altri) e iniziano a pontificare di tattica e tecnica come dei novelli Arrigo Sacchi.
Il calciomercato, alla fine, piace a tutti gli italiani ed il motivo è semplice: tutti sognano, tutti fantasticano, tutti che prendono in giro l’amico (o il collega) che voleva nella sua squadra quel tale giocatore che invece è andato a finire in un’altra. Eh sì, perché il calciomercato è anche una sorta di stadio: chi non prende in giro, sarà preso in giro e si fa il tifo affinché la propria squadra prenda quel tale giocatore.
Eppure il mercato estivo ha un aspetto negativo: la sua chiusura coincide con la fine dell’estate, si da il benvenuto ai primi freddi e l’abbronzatura inizia a scemare. Inizia però il calcio vero e proprio, quello dei tre punti. Quello che piace a tutti i tifosi.
La fine del calciomercato è una sorta di fine del primo quadrimestre per gli studenti: “chi ha avuto, ha avuto/chi ha dato, ha dato/scurdámmoce ‘o…colpo di mercato che non si è concretizzato”.
La fine del calciomercato è una liberazione, non solo per chi detesta il calcio, ma anche per chi lo segue. Tanti invocano che il calciomercato duri meno: chi solo un mese, chi solo l’ultima settimana di agosto, ovvero lo spazio temporale che vede i veri movimenti di mercato prendere piede, soprattutto quelli inattesi. Solo che le trattative sono lunghe e non è detto che durino l’intero mercato, ma magari hanno avuto inizio con la fine del mercato invernale e sono arrivate in dirittura d’arrivo solo nelle ultime ventiquattro ore utili.
La negatività verso il calciomercato è dovuta anche al fatto che non sono i giocatori, i direttori sportivi e i presidenti i protagonisti del mercato, ma i procuratori: questi sono croce e delizia per tutti, hanno in mano i calciatori, fanno consumare le batterie dei cellulari dei direttori sportivi e fanno impazzire i presidenti. Senza procuratori, Tizio non potrebbe andare nella squadra X e Caio non potrebbe trasferirsi nella squadra Y. Va da sé che gli agenti hanno in mano il mercato, avendo nelle loro “scuderie” i giocatori che servono a molte squadre, ma alcuni di essi sono troppo presenti, “pressanti” e molti non li sopportano, ben sapendo che senza di loro non ci sarebbe proprio il mercato.
Dalle 23:01 andrà in soffitta tutto quando e poi sarà il campo a parlare, sperando che i colpi messi a segno dalle squadre possano servire a fare bene durante il corso della stagione. Perché tutte le squadre vincono durante le trattative di mercato, ma solo una vince il campionato.