Giro d’Italia, la tappa di oggi
Ruben Guerreiro. Un vero guerriero il portoghese che oggi ha combattuto contro una salita infernale, un tempo da lupi e uno spagnolo molto più esperto di lui. Ha seguito lo scatto di Jonathan Castroviejo lasciando indietro gli altri compagni di fuga. Oggi, come ieri, infatti il gruppo non è riuscito a rientrare sulla testa della corsa. Si sente la mancanza di una squadra dominante, per esempio la Jumbo-Visma del Tour, ma pure le gambe non dovevano essere al meglio della forma. A parte un tentativo della Trek-Segafredo di recuperare il gap dai fuggitivi, i migliori non hanno insistito molto per farsi del male. Soltanto gli ultimi 500 metri hanno creato qualche difficoltà a Nibali, Almeida e Kruijskwijk, che hanno perso qualche secondo (14, 18 e 21) da Keldermann (che si avvicina a 30 secondi dalla maglia rosa) e Fuglsang. Insomma, le ultime pedalate non sono state felici per tutti, ma la corsa è ancora molto lunga. C’è tempo per riposare e recuperare, già con il giorno di riposo e tamponi di domani. I fuggitivi di giornata intanto godono dell’apparente momento di stasi tra i migliori. Nei due arrivi in salita raggiunti finora il team Education First l’ha fatta da padrone. La squadra statunitense ha mostrato al grande pubblico due ragazzi che non avevano finora mai vinto in un grande giro. Sull’Etna Jonathan Caicedo ha staccato Giovanni Visconti, a Roccaraso Ruben Guerreiro è stato più lesto di Jonathan Castroviejo. Il portoghese è rimasto a ruota del corridore Ineos fino all’ultimo perché le pendenze verticali e il vento diagonale impedivano un attacco da lontano. In condizioni simili vince chi ha il guizzo migliore sul breve ed oggi Guerreiro ha avuto pure quello.
Giro d’Italia, la sintesi della tappa
Giro d’Italia, la tappa di dopodomani
Nel 1995 il Giro arrivò, come dopodomani, a Tortoreto. Vinse in volata Filippo Casagrande, che conquistò l’unica vittoria della sua carriera in una corsa a tappe di tre settimane. Ma come, non è quel Casagrande con un palmarès colmo di vittorie e arrivato secondo al Giro del 2000? No, ma non è sempre facile distinguere i due fratelli, che hanno in comune lo stesso numero di trionfi alla corsa rosa, appena uno. Il rischio di confondersi tra Filippo e Francesco è alto, come per Tortoreto e Alba Adriatica. Le due città fino al 1956 erano unite. Però gli abitanti dell’allora Tortoreto Stazione, sorta con l’arrivo della ferrovia nel 1863, si sentivano un corpo estraneo. Dopo una campagna elettorale vibrante, le due città si divisero e Alba cambiò di netto il suo nome: non andavano esattamente d’amore e d’accordo.