Giro d’Italia, tappa 7: Demare inarrestabile. Highlights

Giro d’Italia, la tappa di oggi

Che vinca di un’unghia, sorprendendo gli avversari da dietro o partendo lungo, il risultato è sempre lo stesso. Arnaud Demare ha superato tutti anche sul traguardo di Brindisi. Fa quindi tripletta dopo Villafranca Tirrena e Matera, rafforzando così la sua posizione in testa alla classifica per la maglia ciclamino. Ieri non ha fatto lavorare la sua squadra aggrappandosi ai treni degli altri. Oggi invece ha portato davanti i suoi, soprattutto nell’ultimo chilometro. Sembravano essere partiti troppo presto stavolta, ma la grande forma del campione nazionale francese al momento non può essere messa in discussione da nessuno. Solo Peter Sagan è stato in grado di stargli a ruota, ma non è riuscito neanche ad affiancarlo. Ormai è il segreto di Pulcinella: lo slovacco non vince da più di un anno solare e colleziona più secondi posti che primi. È ancora alla ricerca di uno stato fisico adeguato, anche se l’attuale Demare ha l’aria di essere inarrestabile. Per tutta la lunga volata non ha sofferto nemmeno per un attimo. Non ha avuto un calo di energie: è andato dritto verso l’arrivo senza quasi opposizione. In realtà la direzione che ha preso il francese non era proprio una retta. Superato il traguardo, Sagan gli ha fatto notare che la mossa in diagonale con cui si è spostato al centro della strada non era del tutto regolare. Demare gli ha di certo risposto che il suo movimento era in linea con il clima della tappa odierna. Non si possono definire tanto tranquilli i 143 chilometri che hanno portato la carovana da Matera a Brindisi. La velocità è stata altissima per tutto il tempo perché il vento l’ha fatta da padrone. Si sono create delle fratture all’interno del gruppo per effetto dei ventagli: in particolare la Deceunick-Quick-Step ha provato ad approfittarne mettendo in difficoltà Yates, Pozzovivo e Fuglsang. Il capitano dell’Astana è stato pure coinvolto in una caduta nel centro di Taranto. La sua squadra ha lavorato un bel po’ oggi, ma come tutte, vista la forte presenza del vento e di qualche scivolone importante. Oltre a Fuglsang infatti, un’altra caduta ha lasciato indietro Pozzovivo e Zakarin. Tutti rientrati, ma con grande fatica. Insomma, anche la tappa più piana e all’apparenza tranquilla del Giro, nascondeva un sacco di insidie.

Giro d’Italia, la sintesi della tappa

Giro d’Italia, la tappa di domani

Il 1979 è stato l’anno in cui la rivalità Moser-Saronni o (per non offendere nessuno) Saronni-Moser si faceva davvero seria. Erano i favoritissimi per la vittoria finale di quell’edizione del Giro d’Italia e infatti la maglia rosa la vestirono soltanto loro due. Moser la indossò dalla prima tappa (aveva vinto il prologo) fino all’ottava, in cui gliela sfilò Saronni che non se la tolse più. La sfida non si limitava alle durissime giornate di montagna, ma si estendeva ad ogni arrivo. Non era affatto sorprendente vederli lottare per una volata in piano. È il caso della quinta tappa del Giro 1979 da Potenza a Vieste, arrivo di domani. Le immagini mostrano i due affiancati dal lungomare della città. Molto attrattiva ora per il turismo, la spiaggia in passato lo era altrettanto per gli attacchi da parte dei corsari. Uno dei più temuti e famosi era l’ottomano Dragut, che nel 1554 assediò Vieste. Gli abitanti però resistettero strenuamente e furono costretti a capitolare soltanto dopo una settimana. Dragut allora, per vendetta, permise che il suo esercito si lasciasse andare ad un terribile saccheggio. Un luogo a Vieste ricorda ancora le morti di bambini, donne e anziani, fatti uccidere dal corsaro. È la Chianca Amara, la roccia amara.