Atalanta Gasperini racconta l’odissea di Bergamo
L’allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, ha avuto il coronavirus e ha temuto il peggio: “si’, ho avuto paura”, ha raccontato per la prima volta in un’intervista alla Gazzetta dello Sport oggi in edicola. “Il giorno prima della partita di Valencia stavo male, il pomeriggio della partita peggio”, ha raccontato il tecnico 62enne, “in panchina non avevo una bella faccia. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40. Ogni due minuti passava un’ambulanza. Li’ vicino c’e’ un ospedale. Sembrava di essere in guerra. Di notte pensavo: se vado li’ dentro, cosa mi succede? Non posso andarmene ora, ho tante cosa da fare… Lo dicevo scherzando, per esorcizzare. Ma lo pensavo davvero”.
Gasperini: “Ho fatto un allenamento duro come non ricordavo da anni”
Gasperini ha spiegato che ormai è tutto superato: “Sabato 14 ho fatto un allenamento duro come non ricordavo da anni. Un’ora sul tapis-roulant, piu’ di 10 chilometri di corsa.
Mi sono sentito bene, forte. Il peggio era passato. Sono rimasto tre settimane a Zingonia. Poi a Torino ho sempre rispettato il distanziamento da moglie e figli. Senza febbre non ho mai fatto il tampone. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19. Ho gli anticorpi, che non vuol dire che ora sono immune”.
La ripartenza
“Alcuni pensano che tornare in campo sia immorale dopo quanto sia accaduto e davanti al rischio che possa ripetersi. Ma è l’unico modo per riprendere verso la normalità. Il dolore subito da Bergamo permetterà all’Atalanta ad aiutare la città, nel rispetto del dolore di tutti. Non mi piacciono due cose della ripartenza: giocare senza tifosi e le cinque sostituzioni’‘, ha concluso Gasperini.