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Frattesi: “Spalletti? C’è un rapporto di odio-amore, ma se un allenatore ti sta addosso…”

Le parole di Frattesi sulla nazionale e sul rapporto con Spalletti

amichevole di calcio italia vs bosnia erzegovina
L’URLO DI DAVIDE FRATTESI ( FOTO DI SAVATORE FORNELLI )

Il centrocampista dell’Inter, Davide Frattesi, ha rilasciato un’intervista a “Vivo Azzurro TV” per parlare dell’Italia e del ct Luciano Spalletti.

Frattesi:” I due gol contro l’Ucraina? I più importanti con la maglia azzurra”

Su Spalletti:

“Scherzosamente dico che con il mister c’è un rapporto di odio-amore. La prima volta in ritiro mi ha detto: ‘Di te ho tanta stima, ma sarai il giocatore a cui romperò più le scatole’. Se un allenatore ti sta addosso vuol dire che vuole farti migliorare e io con lui sono migliorato”.

Sui primi gol con l’Italia:

“I due gol contro l’Ucraina sono stati i più importanti che ho realizzato in maglia azzurra, anche perché ero appena arrivato all’Inter e li ho segnati nel mio nuovo stadio, San Siro”.

I sacrifici compiuti dai suoi genitori:

 “Se mi guardo indietro, più che ai miei sacrifici guardo a quelli dei miei genitori. Si sono fatti in quattro. Io giocavo anche a tennis quindi ero impegnato tutti i gironi, sabati e domeniche. Il sacrificio è stato più che altro il loro. Mamma mi segue dappertutto, l’unico problema è che se non c’è la palestra vicina viene mal volentieri, è una patita. Mi segue da sempre, da quando ero all’Under 16. Nonna è un po’ la mascotte. Cerchiamo di includerla dappertutto, ce la portiamo sempre in vacanza e lei si presta perché qualsiasi cosa le diciamo di fare lei si butta”.

Un momento simbolico col padre:

“Con mio padre stavamo tornando da una trasferta. Stavo guidando e lui si addormenta, lo vedevo proprio stanco. Gli dico scusa, avete fatto sacrifici per 40 anni, se avete la possibilità perché non smetti di lavorare? Goditi la vita… Non glielo avessi mai detto, un altro po’ e mi fa scendere dalla macchina. E’ una persona orgogliosa, sapevo già la risposta”.

Cos’è la Nazionale per Frattesi:

“La Nazionale da bambino la vivevo come un sogno, qualcosa di eccezionale. Il club ti dava gioia ma la nazionale andava oltre. Oggi la vivo cercando di dare delle gioie importanti ai bambini che una volta eravamo noi. Anche se ultimamente non ci siamo riusciti ora stiamo lavorando per realizzarli”.

La prima chiamata in Azzurro:

“Non lo sapevo ancora e mi ha chiamato un amico per complimentarsi. Sono andato a leggere su internet e chiaramente è stata un’emozione”.

Sul passaggio da attaccante a centrocampista:

“La trasformazione da attaccante a centrocampista non l’ho vissuta bene. Nelle giovanili della Lazio avevo Francheschini come allenatore. Mi disse che secondo lui da attaccante non rendevo al 100% e che quindi mi avrebbe spostato da mezzala. Volevo scappare dagli allenamenti… Ma non smetterò mai di ringraziarlo perché il cambio di ruolo mi ha portato qui. Ogni tanto quando lo risento ci scherziamo su”.

Sulle sue passioni, oltre al calcio:

“Guardo poco calcio, preferisco il tennis. Nel tempo libero le passioni che posso fare tutto l’anno sono i Lego, sul nostro tavolo in cucina ce n’è sempre uno da montare. E quando posso vado a pesca. Saluto tutti e me ne vado 3-4 ore per conto mio. Un grande anti-stress perché ti stacchi da tutto e tutti. Quest’anno ho portato anche mio fratello finalmente, dopo dieci anni. Adesso è lui che rompe le scatole a me per andare…

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