Ci sono giocatori che hanno fatto la storia del calcio senza clamore, senza gossip, senza proteste plateali, senza polemiche. E questi giocatori hanno conquistato la fama ed il successo piacendo anche a tutte le piazze avversarie, in quanto persone a modo, educate, semplici oltre che ad essere dei giocatori molto forti: Gaetano Scirea è stato uno di questi.
GAETANO SCIREA, MORTO A 36 ANNI
Si parla al passato perché Gaetano Scirea non c’è più: è scomparso in un incidente stradale la sera del 3 settembre 1989 in Polonia, a Babsk, nei pressi di Lodz, durante un viaggio di ritorno dopo aver visionato la squadra rivale allora della Juventus nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA, il Górnik Zabrze. Allora, Gaetano Scirea era il vice-di Dino Zoff sulla panchina dei bianconeri. Aveva 36 anni.
NATO A CERNUSCO SUL NAVIGLIO
Nato Cernusco sul Naviglio, nei pressi di Milano, la “città dei liberi” (vi nacquero Roberto Galbiati e Roberto Tricella), Scirea iniziò a giocare nella vicina Cinisello Balsamo, nella squadra della “Serenissima”, vestendone i colori per quattro stagioni. Nel 1967 l’allora promettente “centrocampista” Gaetano Scirea passò all’Atalanta dove fu aggregato alla Primavera allenata allora da Ilario Castagner.
DEBUTTA IN SERIE A NEL 1972
Con il club orobico, il futuro perno della difesa della Nazionale, debuttò in Serie A il 24 settembre 1972 nella trasferta di Cagliari, entrando al posto di un compagno infortunato. In maglia nerazzurra chiuse la stagione con ventidue presenze, di cui due in Coppa Italia (Atalanta eliminata nel girone finale) senza reti.
Nonostante la retrocessione, Scirea rimase ancora a Bergamo e, nonostante la stagione interlocutoria del club lombardo (undicesimo posto in campionato), chiuse con 38 partite e due reti. Le sue ottime prestazioni con la maglia della “Dea” spinsero la Juventus ad interessarsene e a portarlo a Torino dalla stagione successiva.
La formazione piemontese cercava un sostituto all’altezza di Sandro Salvadore, prossimo al ritiro, ed il giovane Scirea sembrò subito adatto al ruolo e alla maglia.
552 PRESENZE CON LA JUVE
Arrivato nella stagione 1976/1977, Scirea lasciò la maglia bianconera al termine della stagione 1987/1988 dopo 552 presenze ben trentadue reti. Con i bianconeri torinesi, Scirea vinse sette scudetti, due Coppe Italia e fece parte di quella Juventus che in dieci anni vinse tutte le coppe europee, oltre alla Coppa Intercontinentale. Partecipò a tre Campionati del Mondo, dove la Nazionale si classificò quarta nel 1978, campione del Mondo in Spagna ed eliminata negli ottavi dalla Francia in Messico.
DEBUTTA IN NAZIONALE NEL 1975
In Nazionale, Scirea debuttò il 30 dicembre 1975 a Firenze contro la Grecia, mentre le uniche due reti le mise a segno contro Polonia (amichevole nel 1980) e Grecia (qualificazioni Spagna ’82). La sua ultima partita in azzurro è stato l’ottavo di finale contro la Francia a Mexico ’86, perso per 2 a 0. In azzurro, Scirea giocò 78 partite (14° tra coloro che hanno giocato più partite).
Scirea divenne capitano della Juventus nella stagione 1984/1985, dopo il ritiro dello storico capitano Giuseppe Furino.
Il libero si ritirò dal calcio al termine della stagione 1987/1988 e due anni dopo, dopo aver conseguito l’abilitazione da allenatore a Coverciano, Scirea fu chiamato dal Presidente Boniperti per fare il vice- di Dino Zoff.
I sorteggi dei trentaduesimi della Coppa Uefa 1989/1990 misero di fronte alla Juventus il Gornik Zabrze, una modesta squadra polacca. La partita di andata si giocò il 12 settembre 1989 in trasferta. Scirea, due settimane prima circa, venne mandato a prendere visione degli euro-rivali.
MUORE IN UN TERRIBILE INCIDENTE STRADALE
La Juventus vinse il confronto decon gol di Zavarov, ma Scirea non poté vedere il successo bianconero, in quanto il 3 settembre morì in un terribile incidente automobilistico: la macchina sulla quale viaggiavano il vice-allenatore bianconero, un dirigente del Gornik ed un interprete, si scontrò contro un furgone dopo un sorpasso azzardato e si schiantò sotto la pioggia. Nell’impatto, la macchina prese fuoco (per colpa di alcune taniche di benzina nel bagagliaio) e solo il dirigente polacco si riuscì a salvare.
La notizia arrivò subito in Italia e la “Domenica sportiva” annunciò per prima la triste notizia, che lasciò di sasso il mondo del calcio italiano ed internazionale. La Juventus seppe della morte di ritorno dalla vittoriosa trasferta del “Bentegodi” contro il Verona. Ai funerali parteciparono migliaia di persone e la salma dell’ex Campione del Mondo venne tumulata nel cimitero di Morsasco, nell’Alessandrino, paese di nascita della moglie Mariella.
Scirea è ricordato ancora oggi per la sua signorilità, la sua eleganza e la sua correttezza in campo: in sedici anni di carriera, il numero 6 non ricevette nessuna espulsione, particolare inusuale per il suo ruolo da lui ricoperto in campo.
Insieme a Giacinto Facchetti e Franco Baresi, Gaetano Scirea è nell’olimpo dei più forti stopper (oggi, difensore centrale) d’Italia e del Mondo, al pari di Franz Beckenbauer, il miglior interprete del ruolo nella storia del calcio.
Scirea aveva talento, visione di gioco, eleganza nei movimenti, tempestività nel far ripartire l’azione. Scirea ha unito tifosi avversari, in quanto persona educata, un modello da seguire perché leale e gentile e per questo motivo Zoff lo volle con sé al suo fianco sulla panchina della Juventus. Uomo carismatico, umile ma trascinatore. E chissà come si sarebbe calato nella pozione di vice – e po di allenatore.
Alla sua memoria sono stati intitolati una manifestazione calcistica giovanile internazionale (“Coppa Gaetano Scirea”, a Matera); un premio assegnato al giocatore di Serie A che si è distinto in stagione come il più sportivo e leale (Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”, a Cinisello Balsamo) ed un premio per la tifoseria italiana più corretta sugli spalti (Trofeo Fair play).
A Torino, nel quartiere Mirafiori Sud, a Cinisello Balsamo e nelle città calabresi di Laureana di Borrello e Lamezia Terme, allo sfortunato ex giocatore sono state intitolate delle vie. Alla sua memoria sono stati intitolati il complesso sportivo di Arena Merato (Pisa) e gli stadi di Andora, Cernusco sul Naviglio, Buccinasco e Sicignano degli Alburni, nel Cilento.
E’ intitolata a Gaetano Scirea anche la “curva sud”, prima dello stadio “delle Alpi” e ora dello “Juventus Stadium”, feudo del tifo bianconero.
Tanti omaggi in ricordo di un giocatore, e di un uomo, i cui valori e la sua grinta dovrebbero essere oggetto di studio nelle scuole. E non solo quelle “calcio”.