Football Legend Christian Vieri

Bobo, il Re dei bomber. Christian Vieri

Cos’è il “bomber”? Questa parola inglese ha in sé due significati, uno connesso all’altro: l’attaccante che sfonda la rete a furia di gol e l’attaccante che fuori dal campo si destreggia tra donne bellissime ed invidiate da tutti.

Il nostro spazio “Football Legend” di questa settimana è dedicato ad un ex calciatore italiano riconosciuto come il più forte attaccante tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila. Un giocatore che ha segnato tanto e dato altrettanto al calcio nazionale e che allo stesso modo ha riempito le pagine dei rotocalchi rosa frequentando modelle, veline e donne da sogno. Ladies and gentlene, Christian Vieri detto “Bobo”.

Quando di parla di “Bobo” Vieri vengono in mente tante cose: le dodici maglie cambiate in diciotto anni di carriera (ed i tanti gol segnati con queste), la gloria della Nazionale, la forza fisica impressionante.

Nativo di Bologna in quanto il padre Roberto (detto “Bob”) nel 1973 giocava nella squadra felsinea, Vieri si trasferì con la famiglia in Australia dove il padre aveva trovato un ingaggio come allenatore di una squadra locale, il Club Marconi. Dall’altra parte del Mondo, “Bobo” iniziò a tirare i primi calci ad un pallone e a capire che quello sarebbe stato il suo mestiere: diventare un calciatore professionista.

Tornati in Italia, i Vieri si stabilizzano a Prato, la città paterna ed il giovane Christian venne tesserato in una piccola squadra locale e si fece notare come attaccante per il suo physique du rôle e perché “vedeva” la porta come pochi.

Nel 1990, a 17 anni, la prima grande occasione: il Torino. Christian fece armi e bagagli e si spostò sotto la Mole per entrare nella Primavera granata. Fu tra i protagonisti dei due scudetti di categoria vinti dai granata. Aveva tutto dalla sua e l’anno dopo debuttò in Seria A: era il 15 dicembre ed un altro Vieri debuttava in massima serie. E arrivò anche la prima rete nella goleada che i granata di Mondonico fecero, il 9 maggio 1992, al Genoa al “delle Alpi”. La prima stagione di “Bobo” tra i grandi era stata positiva, ma il ragazzo era giovane e doveva essere sgrezzato.

Il Torino decise di mandarlo in prestito al Pisa, in Serie B. Era il 1992 e fino al 1995 giocò sempre in cadetteria con le maglie di Ravenna e Venezia, dove Vieri segnò con una certa frequenza.

L’esperienza in maglia veneta fu l’ultima in carriera in Serie B: dall’estate 1995 al suo ritiro, datato 2009, Christian Vieri militò solo in Serie A, con due parentesi estere all’Atletico Madrid e al Monaco.

Tra il 1997 ed il 2005, Vieri andò sempre in doppia cifra in classifica marcatori, vincendo la classifica marcatori al primo colpo con la maglia dei colchoneros e con l’Inter nella stagione 2002/2003: mai nessuno italiano aveva vinto il “Pichichi” e dal 1989 nessun interista era riuscito a vincere la classifica marcatori di Serie A

Ma prima di andare all’Atletico Madrid, Vieri giocò una stagione alla Juventus, mettendosi in luce come un attaccante completo. In bianconero, con in campo gente del calibro di del Piero, Zidane e Boksic, Vieri si ritagliò il suo spazio segnando quattordici reti tra campionato e coppe, vincendo uno scudetto, una Supercoppa europea ed una Coppa Intercontinentale. Disputò anche la finale di Champions League contro il Borussia Dortmund, con la vittoria dei tedeschi a Monaco di Baviera.

Alla Juventus tutto filò via liscio, se non che l’allora numero 15 ebbe diversi screzi con Marcello Lippi tanto che, nel gennaio 1997, i compagni di squadra dovettero dividerli di peso negli spogliatoi al termine del primo tempo contro l’Atalanta.

Tutti volevano Vieri nell’estate 1997, ma l’allora direttore generale bianconero Luciano Moggi, stufo delle domande da parte dei giornalisti, disse che l’attaccante sarebbe stato incedibile. Il giorno dopo queste sue parole, “Bobo” fu ceduto all’Atletico Madrid per 34 miliardi di lire.

A Madrid Christian Vieri vestì i colori di una squadra importante, giocando con Futre, Caminero e Pantić. Come detto vinse il “Pichichi”, il premio di miglior marcatore della stagione con ventiquattro reti segnate in ventiquattro partite disputate. Un bomber implacabile.

Con i colchoneros segnò un grandissimo gol contro il Paok Salonicco il 27 ottobre 1997 nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA: gol dalla linea di fondo campo, scartando il portiere greco e segnando con un sinistro ad effetto. Un gol clamorosamente bello. La corsa dell’Atletico si fermò in semifinale contro la Lazio ed in campionato si classificò solo settimo, qualificandosi ancora in Coppa UEFA. Ma in Spagna Vieri legò poco e parve taciturno ai compagni e alla stampa, tanto che gli fu dato il soprannome di “el mudo”.

L’estate successivo l’attaccante classe 1973 tornò in Italia e passò alla Lazio per ben 55 miliardi di lire. La figura di Vieri iniziò a spaccare l’opinione pubblica: nulla da dire sul rendimento in campo, ma le critiche arrivarono dal fatto che nelle ultime sette stagioni aveva giocato con sette squadre diverse, cercando sempre l’ingaggio più alto. Fu “accusato” di essere un mercenario e di non legarsi mai a nessuna squadra.

Con i biancocelesti vinse la Coppa delle Coppe e la Supercoppa italiana. Stabilì un record: divenne l’ultimo calciatore italiano a segnare in una finale di Coppa delle Coppe perché la coppa riservate alle vincitrici delle coppe nazionali dopo la stagione 1998/1999 non venne più disputata. Con i capitolini arrivò secondo in campionato, ma se il suo colpo di testa contro la Fiorentina, alla penultima giornata, fosse entrato in rete e non si fosse stampato sulla traversa, magari il titolo sarebbe andato alla Lazio e non al Milan. Con i se e con i ma non si gioca a calcio, però.

Ma anche la Lazio non lo soddisfò e nell’estate 1999 prese un aereo e planò all’Inter: 90 miliardi di lire e Diego Pablo Simeone a Roma. L’Inter vinse una vera asta, tanto che la Juventus arrivò ad offrire prima del Piero alla pari.

Pronti, attenti, via e…Vieri alla prima in campionato al “Meazza” contro il Verona fece una tripletta. I tifosi interisti erano in brodo di giuggiole: la vittoria dello scudetto forse non era più una chimera.

Con l’Inter, Christian Vieri superò se stesso: sei stagioni consecutive. E potete immaginare i gol segnati: 129 in totale. Christian Vieri all’Inter divenne implacabile: segnò tanto, diede tanto alla squadra ed entrò nel cuore dei tifosi, forse per la prima volta in carriera.

Se le reti furono tante, i trofei molti meno: una sola Coppa Italia nella stagione 2004/005, l’ultima alla “Pinetina” per lui.

Il numero 32 di Prato sulla sponda nerazzurra del Naviglio giocò con calciatori incredibili: da Baggio ad Adriano, da Ronaldo a Zamorano, da Seedorf a Crespo. Sempre agli ordini di capitan Zanetti. La love story sembrava non finire mai ed in più entrò in affari con amici calciatori e sembrava che la carriera di Vieri sarebbe finita all’Inter.

La più grande delusione di Vieri in maglia interista è datata 5 maggio 2002, la partita che tutti i tifosi vorrebbero non si fosse mai giocata: Lazio-Inter 4-2. Vieri siglò il gol del vantaggio, ma l’Inter perse partita, scudetto e anche secondo posto, precipitando al terzo posto in classifica.

Ma nel 2005 il grande affronto: il passaggio al Milan. Lasciò l’Inter perché nel frattempo era uscita una brutta storia di spionaggio nei suoi confronti, con alcune intercettazioni e pedinamenti. Lui ci rimase profondamente male e firmò con i “cugini” rossoneri. Il suo obiettivo era uno solo: salire sull’aereo per la Germania. Al Milan rimase sei mesi facendo molto poco e a gennaio passò il confine andando a giocare nel Monaco. A marzo però un brutto infortunio gli fece interrompere la stagione e Lippi non poté convocarlo per il Mondiale.

Vieri tornò disponibile per l’estate post Mondiale e volle tornare in Italia. Pochi chilometri dal confine francese ed ecco la firma con la Sampdoria. I tifosi doriani erano in visibilio nel vedere il bomberone nazionale per eccellenza con la loro maglia. Peccato che poche settimane dopo la presentazione decise di rescindere e si accasò all’Atalanta.

Da allora, e fino al ritiro, Vieri giocò poco e segnò con molta poca frequenza: venti gol totali in quattro stagioni.

Con i bergamaschi firmò un contratto particolare: minimo salariale a fine mese e “provvigioni” ad ogni gol. La stagione fu complicata, giocando solo sette partite e segnando due reti e non rinnovo del contratto annuale. Dov’era finito il grande “Bobo” che spaccava le reti con i suoi gol?

Ma la “dea Eupalla”, per i campioni, ha sempre molte offerte: un anno alla Fiorentina e la possibilità di tornare a giocare in Europa. La stagione in viola fu la migliore delle ultime sue tre, segnando in tutto nove reti ma fallendo l’obiettivo grosso: la finale di Coppa UEFA. E proprio Vieri sbagliò il rigore decisivo contro i Glasgow Rangers: niente finale di Manchester contro lo Zenith San Pietroburgo.

Nell’estate 2008 Vieri era a un bivio: continuare a giocare o smettere. Ma ecco l’ennesima occasione: la terza chance con la maglia dell’Atalanta. I tifosi della Dea, già poco entusiasti del ritorno del figliol prodigo due anni prima, erano sul piede di guerra contro di lui, considerandolo troppo mercenario per giocare con la maglia della loro squadra. La squadra che lo aveva lanciato (praticamente) in Serie A lo accolse nuovamente, ma era un Vieri davvero al tramonto: nove partite, due reti e contratto rescisso ad aprile. Non finì neanche la stagione ed il prossimo 21 dicembre si “festeggerà” il decennale dell’ultimo gol in Serie A di Vieri (gol del momentaneo 1-2).

Quando si parla di “Bobo” Vieri bisogna aprire un capitolo a parte sulla Nazionale, dove scrisse pagine importanti con la maglia azzurra.

Dopo aver vinto l’Europeo Under21 di Francia ’94, il 29 marzo 1997 Vieri debuttò con la Nazionale maggiore, partendo titolare contro la Moldavia in un match di qualificazione a Francia 1998: siglò il gol del definitivo 3-0. Prima partita, rete e millesima rete segnata dalla Nazionale in un incontro. Come iniziò non fu davvero male.

“Bobo” Vieri prese parte a due Mondiali (Francia ’98 e Corea Giappone ’02) e ad un Europeo (Portogallo 2004), saltando per infortunio l’Europeo belga-olandese del 2000 ed il Mondiale tedesco che vide la vittoria dell’Italia.

Nei due Mondiali disputati, Christian Vieri fu implacabile: gol al debutto contro il Cile, doppietta al Camerun, gol all’Austria, gol alla Norvegia e passaggio ai quarti di finale; doppietta all’Equador, gol alla Croazia e gol del vantaggio nell’incredibile ottavo di finale contro la Corea del Sud, con l’aggiunta del clamoroso gol sotto porta un minuto prima del termine dei tempi regolamentari. Nove reti in nove partite giocate: Vieri è, con Paolo Rossi e Roberto Baggio, il miglior marcatore della storia della Nazionale di calcio ai Mondiali, solo che Vieri le siglò in due Mondiali, gli altri due in tre.

Nel quarto di finale perso ai rigori contro la Francia, Vieri non segnò né nei tempi regolamentari né nei supplementari, ma realizzò uno dei rigori: in semifinale andò la Francia padrona di casa e futura vincitrice della coppa.

Fallimentare fu il suo Europeo portoghese, così come la prestazione della Nazionale di Trapattoni. Celebre è stata la sua conferenza post partita contro la Svezia, quando ebbe un feroce alterco con i giornalisti, riportando un presunto litigio fra lui e Gigi Buffon rivelatosi poi falso.

L’ultima partita in azzurro di Vieri è datata 12 ottobre 2005. Come allora, l’avversario era ancora la Moldavia ancora una volta per una qualificazione mondiale. In quella partita segnò anche la sua ultima rete. In azzurro, Bobo Vieri ha segnato 23 reti in quarantanove partite, nono marcatore di sempre con Francesco Graziani.

Con il ritiro, Vieri si è dato a tante attività: da imprenditore a giocatore di poker, da opinionista televisivo a ballerino in una nota trasmissione di ballo, da scrittore a disc jokey. Un vero motorino, anche se molte volte ha detto che gli manca il calcio, gli allenamenti e i 90 minuti.

Gli sono stati attribuiti molti flirt e ha vissuto storie sentimentali importanti con Elisabetta Canalis e Melissa Satta, ma da oltre un anno l’ex bomber di tante squadre ha deciso di mettere la testa a posto con la ex velina bionda Costanza Caracciolo, tanto che tra poche settimana diventerà padre di una bambina.

Oggi Vieri è lontano dal calcio giocato, anche se molti estimatori lo vorrebbero ancora sul pezzo.

Ah già, gli estimatori. Avendo sempre segnato con tutte le maglie che ha indossato, Vieri ha spaccato l’opinione pubblica: da mercenario a cecchino infallibile, da mostro dell’area di rigore a giocatore che (come tanti) se avesse dato un po’ di più ora sarebbe nella storia del calcio. Ma “Bobo” nella storia c’è già: è nei top 10 dei marcatori all time dell’Inter, è il calciatore ad aver segnato più gol ai Mondiali con la maglia azzurra, è considerato come il più forte attaccante italiano (il vero numero nueve) degli anni Duemila. E nessuno attualmente in circolazione in Serie A ha il suo potenziale o pare ricordarlo. Forse Immobile, ma di sicuro un altro Bobo Vieri non ci sarà per un po’ di tempo. Insieme a Marco Negri (allora in forza ai Glasgoe Rangers), nella stagione 1997/1998, è stato il primo italiano a vincere la classifica marcatori di un campionato straniero.

La querelle intercettazioni dell’estate 2006 lo mise psicologicamente ko, tanto da indurlo quasi al ritiro, tradito da quello che era il suo Mondo: il calcio. Come se non bastasse, nell’estate 2011 qualcuno fece il suo nome e Christian Vieri fu indagato nell’indagine “Scommessopoli” per aver truccato una partita. Ne uscito pulito.

Tornando al calcio giocato, i migliori allenatori che ebbe Vieri furono l’allora Ct della Under21 e dell’Italia a Francia 98 Cesare Maldini (che lo fece debuttare in azzurro), Emiliano Mondonico (che lo fece debuttare in Serie A) e l’allora tecnico della Primavera granata Rosario Rampanti, che spinse affinché Vieri non venisse ceduto definitivamente al Venezia perché vide in lui i segnali che sarebbe diventato un grande attaccante.

Christian Vieri è stato la quintessenza del concetto di “attaccante”: forza fisica, fiuto del gol, freddezza sotto rete. Ed un sinistro che sbagliava davvero poco. A parte l’errore sotto porta a Daejeon contro la Corea del Sud.

Christian Vieri è stato un coraggioso, uno schietto e sincero come solo un vero toscano può esserlo e forse questo è stato il suo vero “freno”. Ma per l’attaccante di Prato lealtà e coraggio delle proprie azioni sono stati il suo marchio di fabbrica.

Il padre Bob non credette mai alle potenzialità del figlio, anzi in molte occasioni chiese a “Bobo” (prima di passare al Torino) se davvero se la sentisse di continuare visto che non aveva la stoffa. Come tanti, Bob Vieri dovette rimangiarsi tutto.

Peccato per le nuove generazioni perché quelli della vecchia generazione si sono spellati le mani nell’esultare per i gol di Chistian Vieri da Prato, nato a Bologna, cresciuto in Australia e diventato adulto segnando caterve di gol in ogni luogo.

ph: Komunicare.it