Fonseca: “Con il Lecce partita pericolosa, ma non possiamo sbagliare. Abraham ci contagia, Morata è in dubbio”

Il tecnico considera decisiva la sfida di domani contro il Lecce

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PAULO FONSECA SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Lecce, Paulo Fonseca, ha parlato della gara di San Siro di domani, che sotto certi aspetti è più importante del derby. Chi potrebbe non esserci domani è Alvaro Morata, che ha una borsite.

Fonseca: “Vogliamo avere continuità. Abraham è importante”

Queste le parole riportate da Milanews.it:

Quanto è importante adesso dare continuità sfruttando la scia che vi siete creati? “È molto molto importante questa prossima partita. Dobbiamo confermare che siamo in crescita. Penso che la vittoria al derby ha senso se vinciamo col Lecce e confermiamo che siamo migliorati. Dobbiamo recuperare dei punti. Tutto questo è importante per avere motivazione domani. È una partita pericolosa dopo il derby, quando vinci partite importanti dopo è più difficili. Ma non possiamo sbagliare, dobbiamo vincere”.

Il blocco della squadra era psicologico? “Non voglio tornare sul derby. La partita è finita quando sono uscito dallo stadio. In questo momento la parte mentale è molto importante, magari più importante di tecnica e tattica. Le partite sono emozionali, stare bene ed equilibrati, energici e motivati è molto importante”.

Ora tre partite, di cui una di Champions League. L’idea di Fonseca è di consolidare la formazione? “Vogliamo avere continuità, e per avere continuità vogliamo far giocare la stessa squadra. Abbiamo il dubbio Morata per domani, una contusione gli ha causato una borsite. Abbiamo questo dubbio, vediamo domani”.

Leao ha la carica mentale giusta? “Stiamo lavorando molto anche individualmente con Rafa, anche difensivamente. Sta lavorando bene difensivamente, sta pressando, sta tornando. Può fare meglio ma sta crescendo nel momento difensivo. Siamo stati una squadra a difendere, Rafa incluso. Lui ha avuto tre opportunità per essere decisivo al derby, non mi sembra che non possa essere allo stesso tempo un giocatore difensivo. Per me sta facendo un buon lavoro, sta giocando di squadra ed è la cosa più importante in questo momento”.

Su Abraham. “Abraham ha un’energia contagiosa che per me è importante. Avere giocatori come Abraham e Morata che portano ambizione ed energia alla squadra, anche negli allenamenti… Lavora per la squadra”.

Senza Morata si torna con un centrocampista al suo posto?  “Jovic non è un attaccante con caratteristiche per fare questo. Senza Morata ci saranno Loftus o Reijnders a fare questo ruolo”.

Non ha mai nascosto che ci vuole tanto lavoro per giocare il calcio che vuole lei. Oggi a che punto siamo? “Percentuale non lo so, ma siamo lontani. Difensivamente non penso che la squadra sia cresciuta tanto. Siamo più vicini a quello che penso che la squadra possa fare. Penso che siamo cresciuti, anche se difensivamente mi sarebbe piaciuto vedere anche altre oose. Offensivamente dobbiamo crescere tanto. Abbiamo le qualità per farlo, stiamo migliorando, ma possiamo crescere”.

La vittoria nel derby un segnale in ottica scudetto? “Era tanto tempo che il Milan non vinceva un derby, porta fiducia e altra atmosfera nel gruppo di lavoro. Io sono così, cerco di essere sempre equilibrato. Una partita ovviamente può aiutare i giocatori con la fiducia, ma è solo una partita. Se non vinciamo domani allora torniamo indietro. Dobbiamo dimenticare il derby, concentrarci solo sulla prossima partita che è la più importante. L’atmosfera è positiva ed è importante, ma è importante anche capire che il derby è passato e non conta più. È stato importante ma il futuro è più importate. Sullo scudetto continuo a dire quello che ho detto il primo giorno: al Milan dobbiamo pensare allo scudetto, non possiamo pensare ad altro”.

L’ha sorpresa che prima del derby fosse considerato sull’orlo dell’esonero e dopo la partita è stato considerato un genio? “Noi latini siamo così (ride, ndr). Sono stato in una piazza che era così: se vinciamo siamo i migliori, se perdiamo… Non voglio dire questa parola (ride, ndr). Ho fatto lo stesso che ho fatto nelle scorse settimane. Alcune volte quando non si va bene non vogliamo leggere niente, ma quando vinciamo è diverso: ma per me non ho cambiato niente, non ho letto niente. Dobbiamo continuare a lavorare, a imparare, a migliorare: è la cosa più importante per me. Un giorno quando ero in Portogallo sono uscito con mio figlio, aveva 12 anni. Mi diceva che i tifosi erano arrabbiati con me: gli ho detto che quel giorno erano arrabbiati, il giorno dopo avrebbero applaudito. Il calcio è questo, emozione, momenti di tristezza e gioia. Essere tifosi è essere questo. Non è essere equilibrati. Io devo essere l’opposto, sono l’allenatore e devo essere equilibrato. Ma capisco l’irrazionalità dell’amore dei tifosi, non ho dentro di me nessun sentimento negativo per chi prima non era con me e ora è con me. So che è così”.

Che idea ha lei del turnover? “Mi piace farlo, ho fiducia in tutti i giocatori. Ma dobbiamo capire i momenti e penso che adesso non è il momento di cambiare troppo, è il momento di avere continuità, stabilizzare la squadra. In futuro se abbiamo possibilità mi piacerebbe farlo, anche perché abbiamo tante partite. Penso che quando siamo una vera squadra in tutti i momenti è facile cambiare, non si sente niente. Quando non siamo la squadra che penso possiamo essere è più difficile cambiare: stiamo cercando di essere questo tipo di squadra così poi quando cambiamo non si nota niente”.

Sta cercando una coppia di centrali titolare? “Io adesso nella mia testa non ho questa preoccupazione di cambiare. Gabbia sta giocando perché merita di giocare: è uno dei più forti a costruire con la palla, ma è anche un giocatore che orienta molto bene la squadra, la linea difensiva, la linea difensiva, il momento di accorciare o scivolare. Ha un gioco posizionale molto forte, per me è importante stabilizzare la linea difensiva in questo momento, domani giocheranno Gabbia e Tomori per cercare di avere questa continuità. Poi col Bayer vediamo”.

Più difficile vincere un derby o confermarsi? “La responsabilità qui è sempre la stessa. Per me quello che è più difficile da gestire sono le vittorie. Penso che sia normale. Il giorno prima della partita con l’Inter sapevo che i giocatori fossero motivati, pronti mentalmente. Quello che è pericoloso qui è giocare col Lecce. Nella testa dei giocatori non c’è la stessa difficoltà che con l’Inter. Ma dobbiamo far capire ai giocatori, la cosa più difficile, è fargli capire che dobbiamo giocare allo stesso modo”.

Morata è in bilico per domani? “È convocato, aspettiamo domani per vedere come sta ma in questo momento quello che posso dire è che è in dubbio. Non so se possiamo usarlo domani. Non voglio prendere rischi e perderlo per più tempo. Vediamo domani”.

Quindi li ha convinti i giocatori a rimanere attenti anche per domani, magari con qualcosa di speciale? “Questa settimana niente grigliata, niente di speciale. Abbiamo fatto una riunione normale”.

Fofana è un unicum per caratteristiche in rosa? “Non abbiamo Bennacer ora, può fare la stessa posizione. Musah anche può giocare in questa posizione. Fofana è un giocatore di passaggi, Musah è un giocatore che porta palla. Abbiamo bisogno che Musah diventi come Fofana”.

Chukwueze è penalizzato dalla forma di Pulisic o deve crescere per la sua idea di calcio?

“Ha fatto una prestagione molto buona, quando aveva spazio contro grandi squadre. Quando siamo arrivati qui, contro Torino e Lazio, penso che Chukwu non sia stato bene come nella prestagioni. Non è un problema di qualità, ma di fiducia. Lui ha bisogno di prendere fiducia e giocare in questo contesto: in Serie A non ha spazio, deve fare movimenti nel tempo giusto, ha poco tempo per decidere. È entrato bene contro l’Inter, deve crescere in partite magari come quella di domani, senza spazio. Deve crescere in questo”. 

Chi si avvicina a Reijnders per qualità tecniche? “Penso che siamo tutti d’accordo che Tijji è un giocatore unico nella nostra squadra, non abbiamo altri giocatori con queste caratteristiche. Penso solo alla prossima partita, vediamo dopo, se un giorno non abbiamo Tijji cosa possiamo fare. Ma è un calciatore molto importante della nostra squadra che non è facile sostituire”.

Emerson Royal contro l’Inter ha dato risposte positive. Può crescere ancora? “Non possiamo dimenticare che è arrivato tardi e non ha avuto tanti allenamenti di organizzazione difensiva con noi. Penso che le maggiori difficoltà siano state difensive, qui può migliorare e sono sicuro. Offensivamente è un calciatore forte, difensivamente può migliorare”.

La posizione offensiva di Reijnders. “Può fare diverse posizioni a centrocampo, penso che Tijji sia importante nei momenti di pressione. Gioca molto bene anche tra le linee, è un giocatore che può fare diversi ruoli. Ha fatto una bellissima partita, ha cose che può migliorare”.

L’abbraccio con Morata dopo il gol di Gabbia. “Un momento normale, di gioia, di euforia”.

Pessoa ha scritto “L’ora del Diavolo”. Vuole essere il secondo portoghese a scriverlo? “È stato un grande scrittore portoghese, ma non l’ho letto (ride, ndr). Lo studiamo a scuola. Non voglio dire quello che penso altrimenti poi i portoghesi mi ammazzono (ride, ndr). Mi piace un altro tipo di lettura”.

Nonostante la partita con l’Inter lei ha detto che vuole vedere migliorare ancora il Milan, a che livelli si può arrivare quindi? “Quando dico che la squadra ha tanto da migliorare offensivamente penso a quello che deve essere il gioco del Milan. Se vediamo la partita contro l’Inter quello che ho guardato è che la squadra è stata molto corta, non lasciando all’Inter il gioco che fa normalmente. Abbiamo avuto la palla, ma non abbiamo avuto tanti momenti di organizzazione. Ma abbiamo avuto tanti momenti di transizione: prendevamo palla e andavamo in avanti. Vedo grandi squadre che difendono col blocco basso, e penso che questo che sia il contesto del Milan. Qui è dove penso che dobbiamo migliorare, nel nostro gioco posizionale: dobbiamo dominare in avanti, avere la pazienza di non perdere palla. Il Milan è una squadra che deve giocare più tempo nella metà campo offensiva. Abbiamo avuto la palla con l’Inter ma non abbiamo avuto tanta connessione nella prima fase, le opportunità che abbiamo avuto sono quasi tutte in transizione offensiva”.