Finalmente l’Italia ha scoperto l’Europa League?

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Napoli

Un tempo la Coppa Uefa era addirittura più difficile della Coppa dei Campioni. Proprio così, perché in Coppa dei Campioni c’erano soltanto le squadre che l’anno prima avevano vinto il titolo nei rispettivi campionati, mentre in Uefa si trovavano le seconde, le terze e le quarte classificate. E spesso capitava di trovare in Uefa squadre che, in quell’anno, dominavano nettamente il proprio campionato. Anche per questo era una competizione che, seppur un gradino sotto la Coppa dei Campioni, trasmetteva prestigio e blasone.

Nata nel 1971, la Coppa Uefa andava a sostituire l’originaria Coppa delle Fiere. Poi, nei primi anni ’90, ecco la nuova formula della Champions League, un torneo rimodulato con gironi eliminatori ed esteso a più squadre, con l’obiettivo di creare una sorta di super lega europea, per garantire più partite, più spettacolo e, ovviamente, più indotto economico. E nel 2009 anche la Coppa Uefa ha preso la stessa strada diventando dopo 38 anni Europa League. Come per la Champions, ecco i gironi, quindi solo successivamente la fase ad eliminazione diretta insieme alle squadre eliminate dalla corsa per la coppa dalle grandi orecchie. Ma, diciamoci la verità, in Italia questa Europa League non è mai piaciuta molto. Strano, verrebbe da pensare. Già, perché in primavera si scatena puntualmente la corsa al posto per l’Europa League, quando poi l’anno dopo sembra consuetudine presentarsi all’appuntamento con disinteresse e seconde linee, come se la competizione continentale fosse un impiccio capace solo di togliere energie preziose al campionato.

Nemmeno la Juventus di Conte l’anno scorso, nonostante la finale proprio allo Stadium di Torino, è riuscita nell’impresa, eliminata in semifinale da un Benfica che non era certo superiore ai bianconeri. Per tutto questo, oggi, ciò che potrebbe sembrare scontato diventa notizia che ha del sensazionale. Per la prima volta, nella storia dell’Europa League, tutte le squadre italiane hanno vinto nello stesso turno. Fiorentina, Inter, Napoli e Torino hanno ottenuto i tre punti: a fare scalpore non è tanto l’aspetto tecnico – le rispettive avversarie non erano certo irresistibili, Qarabag su tutti, anche se una nota di merito va al Toro che ha sconfitto un sempre ostico Copenaghen – quanto l’apparente non sottovalutazione di una competizione che mai ha avuto in terra italica la dovuta considerazione. Eppure, facendo qualche esempio, un certo José Mourinho ha iniziato la propria trionfale avventura vincendo proprio una Coppa Uefa con il Porto, così come il tanto decantato Atletico Madrid di Simeone ha iniziato a divertirsi con la conquista dell’Europa League nel 2012.

Con il poker di vittorie nel secondo turno della fase a gironi, oggi l’Italia è in testa al ranking europeo annuale, con un coefficiente pari a 5.666 punti, davanti a Croazia, Spagna, Germania e Inghilterra. Numeri a parte, il segnale è positivo. Anche perché, non va dimenticato, proprio da quest’anno c’è una novità importante: chi vincerà l’Europa League nella finale di Varsavia otterrà l’accesso automatico ai preliminari o, in caso di qualificazione nel proprio campionato, direttamente ai gironi della Champions League.